«Ho portato mio figlio di 4 anni nelle braccia dell’Isis, ho visto l’orrore e sono tornata indietro»

11/01/2016 di Redazione

La paura per il suo bambino di 4 anni ha spinto Sophie a fuggire da Raqqa, dal Califfato dell’Isis.

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La sua storia la racconta il Corriere della Sera:

Cattolica, congolese, giunta orfana a 9 anni a Parigi, Sophie faceva l’assistente sociale, aiutava le famiglie immigrate. Aveva deciso di convertirsi all’Islam (senza dirlo al marito ateo) per «riempire un vuoto»: poi conobbe tre giovani che nel settembre 2014 partirono per la Siria. Tenne i contatti, credendo di poterli convincere a tornare ma invece furono loro a «reclutarla». «Pian piano hanno fatto leva sulle mie debolezze. Sapevano che ero un’orfana convertita, sapevano che ero insicura…». Nel febbraio 2015, Sophie ha detto al marito che andava a Istanbul per lavoro, ha portato con sé il figlio, e ha seguito la rotta dei foreign fighters per la Siria. Pochi giorni dopo l’arrivo, l’utopia si è infranta: l’hanno portata in un ostello per straniere, dove i bambini guardavano video di decapitazioni mentre le madri applaudivano. Quando uno dei jihadisti francesi voleva portare suo figlio in moschea, lei s’è ribellata: l’ha punita con un pugno in faccia. «Noi donne non eravamo che uteri per dar figli all’Isis». È scappata lo scorso aprile con l’aiuto di una famiglia locale

(foto d’archivio copertina ANSA/ WEB/ SITE)

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