Faz contro Matteo Renzi: un populista con idee dannose per l’Europa

07/01/2016 di Redazione

Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung ha criticato in modo molto aspro il presidente del Consiglio Matteo Renzi per le sue mancate riforme e per le modalità con cui vorrebbe governare l’Europa, più spesa pubblica e più indebitamento coperto dall’intervento della Bce, una ricetta che negli anni ottanta aveva spinto l’Italia verso il baratro. Un giudizio praticamente opposto all’elogio pubblicato dal conservatore Die Welt poche settimane fa.

Matteo Renzi
L’analisi di Tobias Piller molto critica su Matteo Renzi

MATTEO RENZI

Tra Matteo Renzi e Angela Merkel è aumentata la tensione politica nelle ultime settimane. All’ultimo Consiglio europeo il premier italiano ha palesato la sua insoddisfazione per il no della cancelliera tedesca alla garanzia comune sui depositi bancari, criticando la Germania per aver proseguito la collaborazione con la Russia per un il gasdotto Nord Stream nonostante le sanzioni decise dall’UE. Una tensione che sembra riverberarsi nel durissimo commento sulla politica europea e italiana di Matteo Renzi pubblicato da Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il quotidiano di Francoforte sul Meno, storicamente la testata più vicina al conservatorismo della Cdu di Angela Merkel, ha infatti rimarcato sin dal titolo come le ambizioni e le idee del presidente del Consiglio italiano non portino a nulla. L’analisi, firmata da Tobias Piller, lo storico corrispondente da Roma, prende spunto dall’affermazione di Renzi sul ruolo guida che il Partito Democratico dovrebbe assumere in Europa. Faz illustra come sarebbe la politica economica dell’Europa in caso di maggior peso della strategia italiana: più spesa pubblica, più investimenti pubblici, accompagnata da una condivisione dei debiti europei così come delle garanzie bancarie.

Al posto di un’Unione Europea con le regole fissate dai Trattati e conferenze dei rappresentanti di governo degli Stati Membri Renzi si augura un governo europeo che non prenda più in considerazione i compromessi raggiunti a Bruxelles, ma che possa decideere assecondando le sue priorità.

 

MATTEO RENZI DEBITO

Le critiche di Faz a Matteo Renzi partono dallo stile di governo con cui guida l’Italia, definito una miscela di populismo e assolutismo autoritario. Le critiche si concentrano tanto sulle mancate riforme, sulle falsità raccontate agli italiani e sulle false ricette economiche proposte per l’eurozona.

Matteo Renzi si presenta all’esterno dell’Italia come salvatore dell’Europa. L’austerità imposta dalla Germania di Angela Merkel avrebbe fatto crescere i movimenti anti europei. Renzi offre in primis ai governi del Sud Europa la possibilità di fare più disavanzo, così che altri capi di governo possano spendere più soldi per le loro clientele elettorali. Renzi descrive agli italiani il loro Paese come vittima della politica tedesca, che ostacola da anni la ripresa economica. L’apparato propagandistico di Renzi e i media spesso intrappolati nella contemplazione della politica romana diffondono numerose leggende e mezze verità, come il rispetto del tetto del deficit al 3%, o la maggior solidità delle banche tedesche.

“Talvolta non sembra assurda nessuna tesi, se rafforza solamente il pensiero di un Paese in realtà forte, ma svantaggiato dalle altre Nazioni”, rimarca Piller, che evidenzia come il presidente del Consiglio italiano si dimentichi le numerose infrazioni del limite del disavanzo passato, e soprattutto il Fiscal Compact. L’accordo sui bilanci europei impegna i governi dell’unione monetaria a perseguire il pareggio strutturale di bilancio, e questo ha garantito alla Bce di promuovere politiche monetarie non convenzionali che hanno permesso la discesa del costo del debito.

Altrimenti come farebbe l’Italia così indebitata a emettere titoli di Stato a dieci anni a un tasso reale di solo 1,36%?

MATTEO RENZI IDEE VECCHIE

La chiusa finale dell’articolo di Tobias Piller è particolarmente severa, visto che accusa Matteo Renzi di perseguire e voler promuovere politiche che avevano portato l’Italia sull’orlo del baratro in passato.

Ma cosa valgono per Matteo Renzi i vecchi trattati, o le promesse di riforma e di risanamento fatte dai precedenti capi di governo italiani, che avevano bisogno dell’euro come ancora di salvezza? Renzi è impudente, e per lui conta prima di tutto quello che gli è utile nella politica quotidiana e alle prossime elezioni. Se le promesse riforme diventano difficili da adottare, allora deve cambiare l’Europa, per facilitare il lavoro dei politici italiani. Se diventa troppo complesso e difficile rendere l’Italia adatta ai mercati globali, allora devono tornare strumenti tradizionali: più disavanzo pubblico, svalutazione della moneta e sostegno della banca centrale. Queste sono ricette che hanno condotto l’Italia sul baratro negli anni ottanta. Ma ciò non sembra disturbare Renzi. Fuori dall’Italia invece va posto l’interrogativo se Renzi può davvere reclamare un ruolo di leader in Europa.

Photo credit: JOHN MACDOUGALL/AFP/Getty Images

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