Arabia Saudita inizia il 2016 con 47 condanne a morte. Ucciso un leader sciita

02/01/2016 di Redazione

In Arabia Saudita il 2016 inizia con quarantasette esecuzioni capitali, tra cui quella di uno dei principali leader sciiti nel Paese. Nimr al-Nimr era stato arrestato nel luglio 2012 e condannato a morte l’anno scorso per sedizione. Le esecuzioni delle condanne stanno scatenando polemiche e proteste.

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– Secondo il governo molti dei condannati sono persone legate ad al-Qaeda per attentati fatti tra il 2003 e il 2006. La pensa diversamente Amnesty International che definisce l’Arabia Saudita uno dei Paesi con il più alto numero di esecuzioni, secondo solo a Cina e Iran. Tutto le condanne avvengono per decapitazione.

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-La morte di Nimr ha scatenato la dura reazione dell’Iran. “Non si è trattato di procedimenti speciali, ma di normali processi in cui sono stati garantiti i diritti della difesa” ha commentato il portavoce del ministero della Giustizia saudita, Mansur al Quafari. Il portavoce del ministero dell’Interno, Mansur al Turki, ha spiegato che alcuni dei condannati sono stati decapitati e altri fucilati
Lo sceicco Nimr è stato uno dei leader del movimento di protesta partito nel 2011. Promuoveva le primavere arabe. La sua morte ha scatenato l’ira dell’Islam sciita. “L’esecuzione di Nimr vi costerà cara”, ha commentato il ministero degli Esteri iraniano. In Bahrein, nel villaggio sciita di Abu-Saiba, la polizia ha agito con gas lacrimogeni contro alcuni manifestanti che protestavano contro l’esecuzione.

(Photo credit should read MOHAMMED AL-SHAIKH/AFP/Getty Images)

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