Capodanno: perché guardiamo il conto alla rovescia alla tv?

Certo è sempre uno spettacolo il Capodanno in tv, anche se per questo 2015/2016 a farla da padrone sono state le bestemmie in rai e la performance di Grignani a Canale 5. Eppure nel momento clou, quello del countdown (sbagliato o esatto che sia), l’Italia era per la gran parte davanti al piccolo schermo a contare. Perché?

PERCHE’ GUARDIAMO IL CONTO ALLA ROVESCIA IN TV

Ce lo spiega oggi il Corriere della Sera

Alla mezzanotte del 31, circondati dai nostri amici (e dai loro cellulari), per il conto alla rovescia abbiamo avuto bisogno di accendere il televisore. Meno dieci, meno nove, meno otto… E pazienza se Raiuno era in anticipo di un minuto sull’ora esatta. L’importante era avere il sigillo di garanzia con cui dare il benvenuto al nuovo anno.

Perché?

È il «caminetto 2.0». […] «Cos’è? È quel luogo rassicurante che è un po’ il regno dell’ovvio e per questo non ti fa mai sentire sbagliato, ti mette in connessione con tantissime altre persone, ma a differenza del web, continuamente superato da se stesso, certifica quello che stai vivendo». Nel caso specifico, dunque, fa da garante al «countdown» di Capodanno.

Insomma, volevamo proprio essere certi di non sbagliare

Per avere la certezza di partecipare a un simile rito di passaggio, infatti, non basta tenere gli occhi fissi sul proprio orologio: bisogna che qualcuno ufficializzi quel momento

Più precisamente

«Con Internet abbiamo un rapporto molto individualizzato, ogni rete di riferimento è diversa. La televisione, a un appuntamento come la fine dell’anno, permette di volgere lo sguardo verso lo stesso punto, uguale per tutti. Questo bisogno risponde al nostro bisogno di partecipazione, è una sorta di rito tribale che si ripete davanti allo schermo», spiega il sociologo Giovanni Boccia Artieri

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