Pensioni, nel 2016 arriva la stangata per le donne: quasi 2 anni di lavoro in più

Nel 2016 entrano in vigore nuove regole per l’uscita dal mondo del lavoro, previste dalla legge Fornero. A pagarne le conseguenze saranno soprattutto le donne. Tra pochi giorni scatterà il gradino per ottenere la pensione di vecchiaia. Per le donne dipendenti del settore privato l’età di uscita per vecchiaia passerà precisamente da 63 anni e 9 mesi attuali a 65 anni e 7 mesi (con un balzo di quasi 2 anni, 22 mesi). Le lavoratrici autonome invece otterranno dal 2016 l’assegno pensionistico solo dopo aver compiuto 66 anni e un mese.

Le donne più penalizzate saranno quelle nate nel 1953, che saranno costrette a rincorrere la pensione fino al 2020 perché nel 2018, anno in cui compiranno 65 anni e 7 mesi, scatterà un nuovo scalino e nel 2019 ci sarà un nuovo aumento della speranza di vita.

Nel 2016 sono previste novità anche per gli uomini, visto che un innnalzamento di 4 mesi dell’età per la pensione di vecchiaia è previsto per tutti. I lavoratori di sesso maschile dal prossimo anno andranno in pensione a 66 anni e 7 mesi invece che 66 anni e 3 mesi. Per la pensone anticipata saranno necessari 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre per le donne occorreranno 41 anni e 10 mesi di contributi.

Nel 2018 ci sarà un nuovo adeguamento: le donne otterranno la pensione di vecchiaia alla stessa età degli uomini: 66 anni e 7 mesi.

Per quanto riguarda le lavoratrici del settore pubblico, già allineate con gli uomini dal 2012, nel 2016 andranno in pensione di vecchiaia alla stessa età degli uomini (66 anni e 7 mesi).

 

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Altro discorso per i coefficienti di trasformazione in rendita del montante contributivo. Dal 2016 gli uomini (come detto) andranno in pensione 4 mesi più tardi rispetto al 2015 ma per la riduzione dei coefficienti avranno un taglio sulla pensione calcolata con il metodo contributivo dell’1%. Le donne, invece, in considerazione dell’età più elevata alla quale usciranno dal mondo del lavoro otterranno un aumento della pensione contributiva del 4%. L’effetto positivo sull’importo per le donne del settore privato che usciranno per vecchiaia sarà precisamente del 4,09% rispetto al 2015 in considerazione dei 22 mesi di lavoro in più ai quali saranno costrette. Gli uomini che ragiungeranno la pensione di vecchiaia, invece, i 4 mesi di lavoro in più mitigheranno la riduzione dei coefficienti prevista per il 2016: rispetto a coloro che vanno in pensione nel 2015 con 66 anni e 3 mesi perderanno precisamente lo 0,99%.

(Foto: FRANCO SILVI / ANSA)

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