Banca Etruria e quel Cda che non doveva essere nominato

L’ultimo Cda di Banca Etruria? Come scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera non doveva essere nominato. Il motivo? Con una lettera del primo aprile 2014 la Vigilanza aveva sollecitato «un ricambio degli organi aziendali». Eppure, l’indicazione è stata solo «parzialmente accolta». Questo perché il 4 maggio 2014 «otto amministratori sono stati confermati», spiega il quotidiano diretto da Fontana.

QUEL CDA DI BANCA ETRURIA CHE NON DOVEVA ESSERE NOMINATO

Spiega Sarzanini come tra questi ci siano anche «il presidente Lorenzo Rosi e i vicepresidenti Alfredo Berni e Pier Luigi Boschi, padre della ministra per le Riforme Maria Elena». Si trata di uno dei rilievi mossi dalla Banca d’Italia  nella relazione che è stata trasmessa alla Procura di Arezzo. Il titolare dell’inchiesta è Roberto Rossi, che dovrà valutare gli eventuali illeciti penali da contestare agli amministratori.

Il resto riguarda le «anomalie» riscontrate nei bilanci e «i gravi ritardi» da parte degli organi di governo per intervenire in maniera adeguata sul dissesto. Una situazione che ha portato all’apertura del procedimento disciplinare nei confronti degli amministratori, che adesso subiranno nuove sanzioni. Una procedura già comunicata anche alla magistratura. Gli ispettori di Bankitalia sottolineano di aver sollecitato all’inizio di aprile 2014 la necessità di «assicurare una netta discontinuità con il passato attraverso un significativo ricambio del Cda, incluse le figure apicali». In particolare era stato chiesto di formare nuove liste di candidati, ma l’indicazione non è stata seguita. Per questo contestano la procedura sulla «conferma» di otto consiglieri e indicano anche le «regole» di spartizione specificando che hanno riguardato «il presidente Lorenzo Rosi; il vicepresidente vicario Alfredo Berni, espressione di punta della lista di minoranza del precedente consiglio; il vicepresidente Pier Luigi Boschi, esponente in società operanti nel settore agricolo; il dottor Luciano Nataloni, vicepresidente della controllata Banca Federico del Vecchio; Andrea Orlandi, imprenditore; la dottoressa Claudia Bugno con diversi incarichi nella pubblica amministrazione; il professor Felice Santonastaso; il dottor Luigi Nannipieri, professionista». Bugno è stata nominata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi coordinatrice generale per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Gli ispettori contestano il fatto che «ben quattro dei cinque componenti del Comitato esecutivo (Rosi, Berni, Boschi, Orlandi e Catanossi, amministratore della controllata Bap Vita) — che si occupa principalmente di delibere in materia creditizia — erano consiglieri in carica nei precedenti esercizi».

BANCA ETRURIA E GLI INTERVENTI IN RITARDO

Per Bankitalia, nonostante la situazione critica di Etruria fosse già chiara, si è intervenuto con ritardo:

Il punto centrale è rappresentato dai «crediti deteriorati» per un totale di circa 3 miliardi di euro dei quali 2 miliardi di sofferenze. Anche per questo viene stigmatizzato il lavoro della «Commissione consiliare informale», della quale facevano parte il presidente, i due vicepresidenti e tre consiglieri, che non ha mai verbalizzato le sue riunioni rendendo così «poco trasparente l’intero percorso decisionale». Uno dei rilievi mossi ai componenti del Cda e rispetto al quale i magistrati dovranno valutare l’esistenza di profili penali riguarda i compensi, perché il Cda entrato in carica il 4 maggio 2014 aveva preso l’impegno di ridurre gli stipendi — del 32,5% quello del presidente e del 20% quelli dei vice — invece non ha rispettato la delibera e soprattutto ha lasciato cadere la richiesta della Vigilanza di cercare «un partner di elevato standing», si legge sul Corsera.

BANCA ETRURIA E LE ANOMALIE AL VAGLIO DEI PM

I pm dovranno valutare le numerose anomalie riscontrate:

Risulta infatti che circa il 30 per cento delle posizioni deteriorate avevano fornito a garanzia immobili con una valutazione non adeguata anche perché nella maggior parte dei casi si faceva riferimento a un’analisi che risaliva a circa due anni prima e dunque non poteva essere ritenuta parametro attendibile. Sulla base di queste «contestazioni» Bankitalia ha trasmesso i propri rilievi agli interessati che a loro volta hanno la facoltà di presentare le controdeduzioni in vista dell’emissione delle sanzioni.
Agli atti del procuratore Roberto Rossi c’è una consulenza di parte che aveva escluso la possibilità di contestare il falso in bilancio, ma le novità emerse con l’ultima relazione degli ispettori potrebbero adesso portare a una rilettura di quanto accaduto. La documentazione consegnata al procuratore elenca, infatti, quelle che sono poi diventate formali contestazioni, violazioni ritenute tanto gravi da far scattare il commissariamento.

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