Militari italiani a difesa della diga di Mosul, Gentiloni: «Intervento strategico»

I 450 soldati italiani a difesa della diga di Mosul in Iraq? È un «intervento di importanza strategica». Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un’intervista rilasciata a Repubblica:

Ieri Obama ha ringraziato vari Paesi, fra cui l’Italia, per l’impegno nella coalizione anti Daesh-Isis: l’annuncio del presidente del Consiglio di inviare altri 450 soldati a protezione della diga di Mosul in Iraq fa parte di questo?

«Si tratta di un intervento di importanza strategica in cui i lavori di manutenzione verranno protetti da forze italiane e da peshmerga curdi in una zona del Kurdistan iracheno molto vicina all’area controllata da Daesh».

Obama ha detto anche che bisogna colpire più duramente i jihadisti in Siria. L’Italia rimane sulla linea di non impegnarsi direttamente nei combattimenti?

«L’Italia è molto attiva dentro il processo diplomatico sulla Siria, giunto a uno snodo fondamentale, anche alla luce dei colloqui tra Kerry e Putin. La settimana scorsa a Riad si è costituito un cartello delle opposizioni ad Assad. Ci sono le premesse perché a gennaio comincino i negoziati tra il regime e le opposizioni, avvio che dovrebbe coincidere con il cessate il fuoco. Da quel momento scatterebbero i 6 mesi durante i quali ci dovrebbe essere l’inizio della transizione. Durante questo processo secondo noi dovrebbe esserci l’uscita di scena di Assad, ma al tavolo negoziale non è ancora un esito dichiarato».

Perché questa volta sulla Libia è diverso?

«Se è diverso, lo vedremo nei prossimi giorni. L’importante nel vertice di domenica, del quale la diplomazia italiana deve essere orgogliosa, è che attorno al coraggio e alla volontà delle maggioranze dei due organismi libici, siamo riusciti a costruire il massimo di consenso internazionale possibile. Resta il fatto che le prossime mosse sono nelle mani delle parti libiche».

(Foto di copertina: ANSA / GIORGIO ONORATI)

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