Appalti tv, Biancifiori arrestato: tutta la storia delle mazzette in Rai

Appalti tv: il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha arrestato il manager David Biancifiori, una persona ritenuta a lui vicina e un militare della Guardia di finanza, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma sugli appalti tv.

BIANCIFIORI ARRESTATO: LE ACCUSE

– L’accusa è quella di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture false per operazioni inesistenti. Le indagini, guidate dal gip di Roma Luigi Balestrieri, su richiesta del pm Paolo Ielo, hanno portato all’ordine di custodia cautelare per il manager, titolare di imprese che operano nel settore dello spettacolo e coinvolgono una quarantina di persone, tra le quali anche funzionari della Rai, del gruppo Mediaset, de La 7 e di Infront. Secondo l’accusa, Biancifiori avrebbe ottenuto lavori e servizi in cambio di somme di denaro o altre utilità. Tra queste, vacanze, biglietti aerei e assunzioni.

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APPALTI TV, BIANCIFIORI ARRESTATO: L’INCHIESTA SU REPORT

Report si preoccupò del caso dell’imprenditore romano noto come “Scarface”. L’indagine coinvolge l’edizione di Sanremo del 2013, edizione nella quale le luci, l’audio e i gruppi elettrogeni che hanno supportato la kermesse sono state fornite dalla società di Biancifiori senza che – come rileva l’inchiesta – ci fosse stata una regolare gara d’appalto.A parlare alle telecamere della trasmissione Rai, coperto da anonimato, è un ex dipendente di Biancifiori, che racconta:

«Quello che posso constatare per certo sono le assunzioni: si sapeva che si faceva stare bene qualcuno per prendere lavori. […] è un sistema che abbraccia tutte le aziende che vogliono operare nel settore televisivo e dello spettacolo.».

BIANCIFIORI ARRESTATO: LE INDAGINI SUGLI APPALTI TV

-Trentotto milioni di euro. Sarebbe stato questo l’ammontare delle provviste in nero messe da parte per pagare tangenti a dirigenti e funzionari Rai in cambio di appalti per le forniture tecniche. Grazie ad un sistema di mazzette e favori come assunzioni a parenti e amici di funzionari, si era creato una sorta di  monopolio nel settore. Ne parla Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:

Un dossier riguarda «Unomattina», un altro «Lineaverde». Poi c’è quello dedicato alle spese delle sedi regionali, un’ampia relazione su un «cartello» di aziende esterne che avrebbero siglato un accordo illecito per spartirsi gli appalti per il montaggio di programmi tra i quali figurano «Ballarò» e «Virus». Tutte le pratiche sono state trasmesse anche alla Corte dei conti per gli eventuali danni alle casse pubbliche.

(Foto di copertina: ANSA / ANGELO CARCONI)

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