Pensionato suicida: aperta l’inchiesta

Continuano le polemiche sul decreto Salva-banche dopo il suicidio del pensionato di Civitavecchia, probabilmente dovuto ai soldi persi con Banca Etruria. E intanto è stata aperta un’inchiesta contro ignoti per istigazione al suicidio. Ne parla Il Messaggero

COSA E’ SUCCESSO

Luigino si è suicidato una gelida mattina di qualche giorno fa. Oggi la moglie, vicino la porta della loro villetta, è assediata dai giornalisti

«No, non perdono nessuno». Non cambia idea neanche quando le fanno sapere che un’inchiesta c’è e va avanti, che la Procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo contro ignoti per «istigazione al suicidio».[…] L’unica verità che abbiamo in mano, per ora, è proprio quella che ci ha lasciato Luigino D’Angelo. Saranno i prossimi passi dell’inchiesta a dirci il resto, a incrociare i racconti, ascoltando anche chi sarà chiamato a difendersi. Ma intanto è una verità che va raccontata, la verità di tante altre migliaia di risparmiatori italiani finiti nel meccanismo del decreto salvabanche. Luigino che scopre il suo profilo di risparmiatore cambiato – e quindi i rischi aumentati -, Luigino che chiede chiarimenti a un funzionario arrivato da Arezzo e lei, una donna, che lo rassicura («Ho fatto fare la stessa scelta ai miei genitori»), sempre Luigino che prima firma accettando i nuovi rischi e poi vorrebbe tirarsi indietro, ma ormai è troppo tardi, la banca non glielo consente.

Aveva chiesto aiuto a chiunque

Si rende subito conto – puntiglioso e informato com’è, sempre vestito di tutto punto, un fisico ancora atletico mica un vecchietto in disarmo – che i suoi 110mila euro sono andati in fumo e con loro anche un lingotto d’oro. Punta subito sulla caserma della Guardia di finanza – che sta proprio accanto alla banca – e lì, stando almeno ai suoi racconti, allargano le braccia: il decreto è appena uscito, non c’è nessuna violazione della legge, se proprio vuole si consulti con un legale. Poi bussa a Tele Civitavecchia, lo riceve Maurizio Campogiani che oggi ricorda: «Aveva una cartellina ben organizzata. Mostrava calma e competenza, ma anche una grande rabbia. Mi hanno preso in giro, continuava a ripetermi».

E lei promette battaglia

Tutto il fardello resta sulla fragili spalle di Lidia. E lei lo sa bene: «Per onorare la memoria di Luigino vorrei farei la terza guerra mondiale, ma debbo restare calma e tranquilla. Eppure Lidia non è remissiva: «Mio marito è stato ucciso e qualcuno dovrà pagare fra tutti coloro che hanno scritto, approvato e applicato il decreto salvabanche. È una battaglia che voglio portare avanti, se ce la farò»

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