Elezioni Amministrative 2016 a Roma: tutti i candidati

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I CANDIDATI ELEZIONI COMUNALI 2016 A ROMA

Chi sono i principali candidati per le elezioni amministrative a Roma? Per la corsa al Campidoglio per la poltrona di primo cittadino lasciata vuota da Ignazio Marino, decaduto a colpi di firme dal notaio, il numero dei candidati sarà elevato. Alle elezioni Comunali 2016, sondaggi alla mano, c’è grande equilibrio: è certo, di fatto, che si arrivi al ballottaggio per decidere chi vincerà le elezioni a Roma. Candidati e liste per le Amministrative sono ormai definiti. E dopo il verdetto del Consiglio di Stato favorevole sul ricorso di Stefano Fassina, il candidato di Sinistra Italiana prima escluso dalla commissione elettorale e poi riammesso dal Consiglio di Stato per la corsa al Campidoglio, l’elenco dei candidati è ormai completo.

Il 31 maggio alle 21 è stato organizzato su SkyTg24 il confronto tv tra i principali candidati sindaco. Presente anche Virginia Raggi, la candidata del Movimento 5 stelle che ha evitato molti confronti diretti con gli altri avversari. Raggi è però riuscita, nella sfida a 5 contro Stefano Fassina (Sinistra Italiana), Roberto Giachetti (Pd), Alfio Marchini (sostenuto da Berlusconi e Alfano) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia e Lega) a evitare possibili colpi del ko e trappole dagli altri candidati.

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GIORGIA MELONI È LA CANDIDATA SINDACO DI FDI – LEGA NORD

In casa centrodestra non è mancata la confusione per la scelta del candidato. Dopo mesi di nomi potenziali bruciati, ritiri eccellenti e una vera faida Capitale tra Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, la “foto di Bologna” tra i leader Berlusconi, Salvini e Meloni è stata archiviata. Sarà derby alle urne. Da una parte il fronte lepenista Lega-Fdi, che punterà su Giorgia Meloni. Dall’altra, una sorta di Pdl 2.0, un centrodestra moderato, con Berlusconi, Alfano, Fitto che appoggeranno la candidatura “civica” di Alfio Marchini. Una partita, quella per il Campidoglio, nella quale si giocano anche le gerarchie future del centrodestra.

Giorgia Meloni ha lanciato ufficialmente la sua corsa al Campidoglio dalla terrazza del Pincio, accanto al leader della Lega Nord Matteo Salvini. Nel palco mancava proprio il Cav: un’immagine simbolo dello strappo. 

Meloni ha provato a lanciare l’ultimatum al Cav: «Le porte restano aperte, ma non aspetto nessuno. Squadra che vince non si cambia: se arriviamo al ballottaggio gli apparentamenti non li facciamo. Chi deve decidere decida ora». Un messaggio lanciato per intimorire l’alleato diventato avversario ed evitare quel derby fratricida alle urne che rischia di affossare le sue stesse speranze di vittoria alle Amministrative. Non ha funzionato. O meglio, Berlusconi ha deciso di mollare in extremis il suo candidato Guido Bertolaso, ma non per convergere su Meloni, bensì per abbracciare Alfio Marchini.

Sondaggi alla mano, tra i candidati di centrodestra Giorgia Meloni resta però quella con le maggiori possibilità di raggiungere il ballottaggio. Volto nazionale, una storia politica alle spalle, è romanissima della Garbatella: Meloni ha stretto un patto con Salvini per lanciare un’Opa su quel che resta del vecchio centrodestra berlusconiano. Non è un caso che, sul palco di Tor Bella Monaca, dove ha scelto di chiudere la sua campagna elettorale, Meloni non ha nemmeno nominato il Cav. Per poi archiviarlo, di fronte ai cronisti: «Non ho bisogno di lui».

Sarà all’elettorato azzurro che si rivolgerà Meloni. Ma non solo: pezzi di ceto politico forzista locale bussano già alla porta dell’ex ministra.

GUIDO BERTOLASO RITIRATO, ALFIO MARCHINI CANDIDATO SINDACO DI FORZA ITALIA

In casa Forza Italia la scelta del candidato sindaco per Roma è stata a dir poco travagliato. Con tanto di “cambio di cavallo” in extremis. Guido Bertolaso si è ritirato a pochi giorni dalla scadenza della presentazione delle liste. Sul suo nome, spinto dal Cav, era stata trovata la convergenza in casa centrodestra, prima che Salvini (e poi Meloni) picconassero la sua corsa. Il motivo? Ufficialmente per un inizio di campagna elettorale sgradito all’elettorato leghista, condito da diverse gaffe. In realtà, dietro le mosse salviniane si celavano altri interessi: impallinare il presunto alleato forzista per racimolare consenso anche in ottica nazionale. Non erano bastate nemmeno le gazebarie – le contestate consultazioni con il solo nome di Bertolaso sulla scheda alle quali la Lega non ha partecipato e Fdi è rimasto ai margini – per blindare l’ex capo della Protezione Civile. Troppi gli errori, troppe le uscite pubbliche infelici: come quella volta che disse che la moglie non era sicura di votarla. O come avrebbe votato Giachetti in un ballottaggio senza di lui. Ma non solo: sull’ex sottosegretario pesavano pure non poche ombre di carattere giudiziario, con i processi ancora in corso della Maddalena e L’Aquila. Alla fine, con il Cav pressato dal partito, anche Forza Italia ha scelto di cambiare candidato. E puntare sul profilo civico di Marchini.

ALFIO MARCHINI CANDIDATO SINDACO: ANCHE ALFANO CON LUI

Corteggiato sia a destra che a sinistra, almeno in una fase successiva alla caduta di Ignazio Marino, Alfio Marchini, è il candidato della lista civica “Col cuore Amo Roma“, sconfitto alle ultime elezioni dal sindaco-chirurgo e ora di nuovo in pista. Ha già contribuito, con la firma delle sue dimissioni e di quelle del consigliere Alessandro Onorato, alla fine dell’amministrazione uscente.

alfio marchini candidato elezioni roma 2016
Alfio Marchini candidato civico alle Elezioni di Roma 2016

Rischiava di restare sedotto e abbandonato, se si escludeva l’appoggio del Nuovo centrodestra di Alfano e quello dei fittiani di CoR. Ora punta al ballottaggio dopo aver ottenuto pure l’appoggio di Berlusconi e Forza italia. Eppure, Marchini sbandiera un profilo “civico” che si professa lontano dalle appartenenze politiche e sostiene di badare «ai temi concreti della città». Coltiva amicizie importanti in entrambi gli schieramenti: era a La Prossima Roma di Francesco Rutelli, conosce e stima anche Walter Veltroni. E lo stesso Berlusconi lo considerava “il candidato giusto” prima di mollarlo per le perplessità dentro Forza Italia e i veti di Giorgia Meloni. Poi, dopo lo strappo con Lega e Fdi, Marchini è tornato di moda per il presidente di FI. Ma non solo: sarà sostenuto pure da La Destra di Francesco Storace, che ha deciso di ritirarsi per convergere sul suo nome. Prima che venisse scelto dal Cav, però, anche in casa dem in molti guardavano al profilo di Marchini per una candidatura. Ma ha pesato la distanza dall’attuale gestione del Pd di Roma, commissariato dal presidente nazionale Matteo Orfini, tanto che alla fine il Pd renziano ha scelto un’altra strada. Quella che porta al fedelissimo del premier, l’ex radicale Roberto Giachetti. Ma se Marchini arrivasse al ballottaggio contro la Raggi, diversi elettori moderati anche in casa dem potrebbero decidere di votarlo. O al contrario, da destra accusano Berlusconi di aver scelto Marchini per frenare Meloni e continuare a coltivare, seppur non in prima linea, una pax Nazarena con il Pd di Renzi. Questa volta in salsa romana.

ROBERTO GIACHETTI È IL CANDIDATO SINDACO DEL PD

Roberto Giachetti è il nome che il Partito democratico di Renzi mette in campo per tentare di riconquistare il Campidoglio. Sarà dura, sondaggi alla mano. Perché, dietro la candidata del M5S Virginia Raggi, a giocarsi il ballottaggio saranno proprio Giachetti, Melon e Marchini. Il vicepresidente della Camera ha vinto le primarie del Pd contro Roberto Morassut con ampio margine, per poi lanciare la sua campagna elettorale dalla sede elettorale dell’ex Dogana a San Lorenzo. Lo slogan della sua corsa al Campidoglio sarà l’evocativo «Roma torna Roma». Giachetti ha segnato pure una data in rosso nel suo “calendario“; il 21 maggio, quando svelerà via Facebook la squadra che porterà in Giunta se verrà eletto sindaco. Avrà il sostegno di tutto il partito, almeno ufficialmente. Con lui, oltre ai vertici renziani, anche il governatore Nicola Zingaretti e l’area che fa capo a Matteo Orfini, quella dei Giovani Turchi. Ha promesso fedeltà anche l’area di Bersani e Speranza, ma le frizioni non sono mancate. Massimo D’Alema invece ha bocciato la sua corsa: «Non ha la caratura giusta». Tensioni interne in casa dem che possono rallentare una corsa già tutt’altro che semplice.

Sarà un testa a testa contro Raggi e Meloni, da qui all’ultimo giorno utile di campagna elettorale. Non è un caso che il vicepresidente della Camera stia lanciando gli attacchi più pesanti proprio contro la candidata grillina, grande favoriti. Difendendosi e rivendicando quell’«onestà» che in casa M5S sbandierano come un mantra: «I romani ce la chiedono. Ma l’onestà non si dichiara, va praticata. E io l’ho sempre fatto, per me parla la mia storia». Al contrario, l’accusa a Raggi e ai grillini è quella di affidarsi soltanto alla propaganda. «Se eletta – aveva rivendicato la candidata M5S – il primo atto sarà il taglio della carta di credito affidata al sindaco». Soltanto demagogia per Giachetti: «Io nemmeno la ritirerò la carta. Ma mi spaventa il pressapochismo. Cosa c’entra la carta di credito? Non può essere un punto principale del programma», ha attaccato.  Dopo aver chiesto al partito liste pulite, ha scelto di presentarle alla commissione Antimafia, come segno di discontinuità, dopo lo scandalo romano di Mafia Capitale. Roberto Giachetti ha anche anticipato i nomi della sua possibile Giunta: tra i più noti ci sarà quello di Livia Turco, l’ex ministro che avrà la delega ai Servizi sociali e immigrazione, mentre sono state confermate le indiscrezione che volevano Silvia Scozzese al Bilancio. Lorenza Baroncelli si occuperà invece di “Rigenerazione urbana”, mentre Carla Ciavarella (dirigente penitenziario) si occuperà di “Patrimonio, case e progetti speciali” e dell’Ufficio di scopo per l’assegnazione dei beni confiscati.

C’è poi Claudia Servillo che si occuperà di Ambiente, mentre Stefania di Serio si occuperà dei Trasporti. Francesco Tagliente, ex prefetto a Pisa ora in pensione, si occuperà della sicurezza della città, mentre Marco Rossi Doria si occuperà di Scuola, Università e istruzione. Marino Sinibaldi, direttore di Radio3, si occuperà infine di Cultura e Turismo. Ma non sono stati gli unici nomi svelati. Perché Giachetti ha anticipato anche che sarà l’ex assessore capitolino alla legalità Alfonso Sabella il suo capo di gabinetto, nel caso il candidato Pd venisse eletto sindaco.

STEFANO FASSINA, RIAMMESSO IL CANDIDATO SINDACO DI SINISTRA ITALIANA DOPO IL PASTICCIO SULLE LISTE.

Alla fine anche Stefano Fassina ce l’ha fatta, riammesso alle elezioni comunali di Roma 2016, grazie al verdetto del consiglio di Stato. Dopo il pasticcio sulle liste – nei moduli consegnati mancava la data – e lo stop della commissione elettorale, Fassina aveva fatto ricorso al tribunale amministrativo del Tar. Ricorso non accolto, prima dell’ultima parola del CdS. A Roma, così come in altre città d’Italia, Sel-Si aveva optato per lo strappo a sinistra, rompendo con il Partito Democratico di Renzi. Fassina, già viceministro nel governo di Enrico Letta, economista con un curriculum anche in istituzioni di prestigio come il Fondo Monetario Internazionale, è sempre stato un esponente della minoranza di sinistra del Partito Democratico fino ad uscire, prima dal governo e successivamente dal partito (nel giugno 2015), in polemica con la linea politica e la gestione di Matteo Renzi a cui, dopo la fondazione di Sinistra Italiana a cui ha aderito il suo nuovo movimento “Futuro a sinistra“. Fassina si definisce “radicalmente alternativo“.

Stefano Fassina candidato sindaco elezioni roma 2016
Stefano Fassina

La sua possibile esclusione rischiava di frenare prima della nascita quel processo costituente a sinistra del Pd che doveva portare Sel-SI al primo congresso di dicembre. Il motivo? La campagna elettorale romana e le Comunali sono il primo banco di prova per il movimento della nuova sinistra italiana: Fassina aveva annunciato la sua corsa per il Campidoglio per primo, nel corso di un’iniziativa ad Ostia, sostenendo come si dovesse “partire dalla periferie” della città, invece di occuparsi soltanto delle zone più centrali, soprattutto dopo che la tempesta di Mafia Capitale aveva travolto il corpo vivo del centrosinistra romano. Il flop sulle liste rischiava quindi di trasformarsi in una zavorra per qualsiasi ambizione futura a sinistra del Pd. Certo, sondaggi alla mano, le possibilità di Fassina di diventare sindaco sono comunque quasi nulle: secondo i sondaggi veniva accreditato in una forchetta compresa tra il 5 e il 7%. La mancata partecipazione, però, sarebbe stata un fallimento totale per SI. Ora, invece, Fassina proverà quantomeno a “contarsi”, anche in vista di un possibile arrivo di Roberto Giachetti al ballottaggio e di una convergenza al secondo turno, seppur complicata.

VIRGINIA RAGGI È LA CANDIDATA SINDACO DEL M5S

Sarà Virginia Raggi la candidata del Movimento Cinque Stelle per le elezioni comunali 2016 a Roma. Sondaggi alla mano, la partita della Capitale è la grande chance del M5S alle prossime Amministrative: l’ex consigliere comunalie è la grande favorita per la vittoria finale, stimata come vincente anche al ballottaggio. E pure il M5S è stabilmente prima lista nella capitale, ormai da settimane. La candidata M5S ha avuto la meglio su oltre 230 candidati che hanno presentato la propria autocandidatura per concorrere alle “Comunarie” del Movimento Cinque Stelle. E alla fine ha vinto il derby contro Marcello De Vito, l’ex candidato sindaco pentastellato all’ultima tornata elettorale sostenuto dall’ex capogruppo alla Camera Roberta Lombardi.

Candidati Elezioni Comunali Roma 2016

La candidata pentastellata ha subito attaccato il Pd e Roberto Giachetti e puntato la campagna sui temi simbolo del M5S, trasparenza e legalità. L’Unità.tv si è scagliata con una campagna dura contro di lei, evocando pure l’ipotesi – falsa – che avesse fatto parte del video di Meno male che silvio c’è dedicato a Berlusconi. Nulla di vero: è stato pure il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, a condannare l’articolo e scusarsi. Un antipasto di una campagna elettorale dura (ma povera di contenuti) che continuerà fino alla data del 5 giugno. Ovvero, quella scelta dal Viminale per il primo turno delle elezioni Comunali 2016.

Al contrario di Giachetti, Virginia Raggi non ha ancora svelato i nomi degli assessori che potrebbero comporre la sua Giunta. Si conosce soltanto la struttura della sua possibile squadra, che sarà composta da nove assessori più uno. Quest’ultimo sarà a tempo, dedicato alla riorganizzazione delle società partecipate del Campidoglio, con obiettivi da raggiungere e rendicontare. Anche in questo caso non sono mancate le polemiche, dato che Raggi si è limitata soltanto a confermare quanto anticipato da Luigi Di Maio. Non è un caso che sia stata accusata dal Pd di essere stata “esautorata” dal Direttorio e dai vertici.

MARIO ADINOLFI È IL CANDIDATO SINDACO DEL “POPOLO DELLA FAMIGLIA”

Alle elezioni Comunali 2016 a Roma ci sarà pure la candidatura di Mario Adinolfi, tra i leader del “Popolo della Famiglia” che ha manifestato la sua contrarietà al disegno di legge sulle Unioni civili approvato in prima lettura al Senato.

Tra i candidati minori ci saranno infine anche Alessandro Mustillo per il Partito comunista. E, a destra di Meloni, Alfredo Iorio per il Movimento Sociale, e Simone Di Stefano di Casapound.

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