Chi è Marion le Pen, la bionda leader che scuote la Francia

07/12/2015 di Redazione

La Francia si sveglia diversa e rivive la sindrome Lionel Jospin, il candidato socialista alle presidenziali che dovette ritirare la propria candidatura e offrire il sostegno a Jacques Chirac: alle regionali 2015 il Front National è il primo partito di Francia e prevale in sei regioni metropolitane; i Repubblicani e la destra moderata prevalgono in quattro regioni; i socialisti del capo dello stato François Hollande arrancano con tre regioni in testa. E proprio le liste delle unioni di sinistra in questi minuti stanno ritirando le loro candidature quasi ovunque siano arrivati terzi, per promuovere lo “sbarramento repubblicano” ai danni del FN insieme alle destre di Nicolas Sarkozy; per ora è Marine Le Pen a cantare vittoria: “Siamo il primo partito di Francia”.

CHI E’ MARION LE PEN, LA BIONDA CHE SCUOTE LA FRANCIA E VINCE IN PROVENZA

“Marion, Marion”, urlano i sostenitori al quartier generale del Front National nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra: è il feudo di Marion Le Pen, nipote del fondatore (ed espulso dal Front) Jean Marie Le Pen, che ha trascinato il Front National alla percentuale mostruosa del 44% a nemmeno 26 anni compiuti: testa di lista e già politica di razza, è il simbolo di questa tornata elettorale.

 

Spodesta così la sinistra del Partito Socialista, arrivato terzo dietro le destre repubblicane e che, “per senso di responsabilità”, ha già fatto sapere che ritirerà la sua lista al secondo turno in programma domenica prossima.


Régionales 2015 – Marion Maréchal Le Pen… di LaProvence

Per il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, il successo del Fn in Francia è conseguenza degli attentati dello scorso novembre nella capitale francese; non smentiscono, dal Front, che l’avvitamento della situazione sui temi della sicurezza possa aver influito. Repubblica è ad Avignone.

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È commossa, la giovane Le Pen, e sorride come nella gigantografia alle sue spalle, che la ritrae in un campo di lavanda, e che più che a un manifesto elettorale ricorda la pubblicità di un detersivo. Ce l’ha quasi fatta a succedere al socialista Michel Vauzelle, che da quasi diciott’anni governa la regione. Tutto si deciderà domenica prossima. Intanto, però, il primo turno l’ha stravinto, raccogliendo oltre il 34 per cento dei suffragi. E ciò grazie alla sua giovane età, al suo bel sorriso, alle sue repliche sferzanti e il suo discorso populista. Esilarato dal risultato, Bruno Guillemin, commercialista di 56 anni, prima di diventare uno sfegatato fan di Marion lo era del nonno Jean-Marie. Dice: «Tutti sostengono che per riuscire in quest’impresa ha sfruttato la paura scatenata dagli attacchi di Parigi. In realtà, i francesi si sono accorti che le stesse misure presedal governo dopo gli attentati lei le preconizzava da mesi». Fatto sta che negli ultimi giorni Marion Maréchal-Le Pen ha indurito i toni della sua campagna, sostenendo che in caso di un’elezione al secondo turno taglierebbe le sovvenzioni a tutte le associazioni «multi-culturaliste o troppo politicizzate», come, per esempio, quella della pianificazione familiare che «banalizza l’aborto».

E come dicevamo, il socialista Castaner ha obbedito al Partito che da Rue de Solferino ha imposto il ritiro di tutte le terze liste (decisione non condivisa da alcuni candidati locali, come ad esempio in Alsazia dove Jean Pierre Masseret ha fatto sapere che correrà comunque, con il suo 11%).

Bisognava vederla, mercoledì scorso, durante il dibattito televisivo con i candidati alla presidenza della regione meridionale d’Oltralpe, quello repubblicano Christian Estrosi, che ieri ha ottenuto il 28 per cento dei voti, e quello socialista Christophe Castaner che ne ha guadagnati appena al 16 per cento. Davanti alle telecamere, tra un candido sorriso e l’altro, la Le Pen ha tirato fuori gli artigli con cui ha macellato i suoi avversari, interrompendoli di continuo e ridicolizzandoli con l’opportunismo e la facondia tipici del suo clan. Il socialista Castaner avrebbe potuto decidere di continuare la corsa, unendosi a una lista di una sinistra più estrema e agli ecologisti. Ma avrebbe offerto una vittoria certa alla Le Pen. A tarda sera, la dirigenza del Ps ha invece deciso il suo ritiro, il che significherà l’assenza totale di eletti socialisti in seno alla futura assemblea regionale.

Per la sinistra francese è una disfatta, e anche i Repubblicani di Nicolas Sarkozy non se la passano benissimo: per le Monde era attesa una loro performance importante, rimangono inchiodati sulle loro percentuali storiche. Spicca, come dicevamo, il successo della giovane Le Pen. “Destra e sinistra sono morte”, ha detto la rampolla del Front: deputata per la circoscrizione Valcluse a 22 anni (la più giovane deputata repubblicana della storia), è stata allevata dalla madre e dalla zia Marine, visto che il suo padre biologico, un giornalista, l’ha riconosciuta e incontrata solo in tarda età. Sposata e con una figlia, cattolica praticante, ammira Napoleone Bonaparte (come il nonno) e viene definita dalla stampa come “liberal-conservatrice” o “cattolica conservatrice”. Considera “la laicità come uno strumento utile contro la propagazione delle rivendicazioni di certi mussulmani”, e si schiera contro “il laicismo, ovvero la religione della laicità, che vorrebbe che si rifiuti la religione dalla sfera pubblica”.

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