Vatileaks 2, la lettera di Vallejo Balda contro Francesca Chaouqui

Fra Francesca Chaouqui e monsignor Vallejo Balda, da un certo punto in poi, ha iniziato a non correre buon sangue: questo è noto. I due, inizialmente uniti da un buon rapporto, lo hanno progressivamente deteriorato: non più gli – smentiti dalla Chaouqui – scambi di messaggi goliardici (per non dire a luci rosse), arrivato lo scandalo Vatileaks II, siamo alle reciproche accuse di “tradimento”. Ed emerge una lettera in cui proprio il prelato aveva iniziato a segnalare, già lo scorso luglio, comportamenti a suo dire non congrui nell’ambito dei lavori della Commissione Vaticana per la revisione delle spese di cui entrambi facevano parte.

VATILEAKS 2, LA LETTERA DI VALLEJO BALDA CONTRO FRANCESCA CHAOUQUI

Ecco il testo della lettera, riportato da Repubblica.

«Con il passare dei mesi, cominciai a notare nella signora Chaouqui atteggiamenti e valutazioni non sempre congrui. Trattandosi di persona in possesso di notizie di rilevante importanza per la Sede Apostolica e con frequentazioni di rilievo in ogni ambito, ho tentato di moderare ed orientare positivamente attenzioni e attività ». Così scriveva, appena nel luglio scorso, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda al numero due del Vaticano, il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. È una lunga, dettagliata lettera, piena di osservazioni e informazioni che il segretario della Cosea, la Commissione sulle finanze della Santa Sede, aveva inviato al braccio destro del Papa. Nelle due pagine il monsignore spagnolo informa il capo del governo vaticano della «situazione spiacevole». Repubblica presenta qui il documento in esclusiva. La lettera è datata “Vaticano, 17 luglio 2015”. L’intestazione è quella della “Prefettura degli Affari Economici”. Lo scrivente è “Il Segretario”. «Eminenza Reverendissima — comincia Vallejo Balda — nelle scorse settimane avrei voluto metterla al corrente di situazioni delicate da conoscere». E spiega: «Nel tempo sono emersi elementi che — diventati ora eclatanti e di dominio pubblico all’interno della cerchia delle persone frequentate dalla signora — mi hanno suggerito un atteggiamento di decisa presa di distanza. Di tali elementi potrei darne chiara evidenza ove Vostra Eminenza lo ritenesse necessario». E qui Vallejo Balda cita una frase piuttosto rilevante, che allarga lo spettro del caso: «Purtuttavia ritengo utile seguire linee di approfondimento di tale situazione che riguardano non la singola persona, ma anche altri ambienti e collegamenti da chiarificare ». A quali ambienti si riferisce il monsignore spagnolo?

E il monsignore, continuando, mette in mezzo anche un’inchiesta nella quale, a suo dire, sarebbe rimasta impelagata la Chaoqui per la maniera “disinvolta” di gestione dei suoi rapporti interpersonali.

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Vallejo prosegue: «Mi rincresce davvero rappresentare tale situazione relativa ad una persona che all’inizio della collaborazione non aveva manifestato alcun segno che lasciasse presagire una deriva di questo tipo. Forse la vicinanza ad ambienti e problematiche importanti, insieme alla giovane età e alla probabile concorrenza di elementi di natura personale, ha potuto determinare un’evoluzione così tristemente problematica di una persona che, all’inizio della collaborazione in Santa Sede, aveva mostrato doti non comuni a livello di intuizione, capacità di elaborazione e connessione dei dati, nonché di relazione interpersonale. In ogni caso ho ritenuto mio dovere comunicare quanto sopra al fine di assumere i provvedimenti che la prudenza consiglia in casi simili». Non è finita. Perché Vallejo Balda accenna in breve a un’altra questione. Che però, subito dopo, avrà uno sviluppo accelerato. «Una seconda questione è relativa alla vicenda Ospedale Casa Divina Provvidenza. È giunta a questa Prefettura ampia documentazione di tipo ufficiale riguardante l’operazione di polizia giudiziaria denominata in gergo “Fuori Sacco”, relativa all’ospedale summenzionato. Per il suo contenuto è stata protocollata e acquisita nell’archivio riservato. Per la sua rilevanza mi è sembrato utile far presente la cosa e mettere a disposizione di Vostra Eminenza, ove lo si ritenesse opportuno, tale documentazione ».

La stessa Chaouqui, in mattinata, scrive su Facebook quella che, dal suo punto di vista, è la storia di questa missiva, originata da alcuni strani rapporti che da un certo momento in poi monsignor Vallejo Balda aveva iniziato ad intraprendere. E, aggiungeva tempo fa sempre su Facebook, sarebbe stato proprio Vallejo Balda a dare le carte riservate a Gianluigi Nuzzi ed Emanuele Fittipaldi, gli autori dei due libri alla base dello scandalo.

Ieri Francesca Chaouqui, mentre domani riprenderà il processo con l’interrogatorio suo e di monsignor Vallejo Balda, ha postato un commento su Facebook. «Balda consegnò l’archivio della nostra commissione ai giornalisti come si fa con un figlio al patibolo, avendo lui visto in Gianluigi (Nuzzi, ndr) l’ultima spiaggia per smuovere le coscienze. Tutto sbagliato. Ma i due libri ad una cosa porteranno: sarà il mondo a chiedere a Francesco di cambiare aria con più forza ancora». Mentre noi, aggiunge, «tra un mese saremo solo un ricordo, con il nostro processo e i messaggini da taverna falsificati».

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