Valeria Solesin e il miserabile complottismo sulla sua morte

Valeria Solesin, la studentessa veneziana morta negli attacchi di Parigi del 13 novembre, purtroppo è stata oggetto anche delle follie complottare sui social network. C’è chi non crede nemmeno che esista e chi, alla prima occasione, ha criticato il suo fidanzato per averla “abbandonata” nella strage del Bataclan.

1 – VALERIA SOLESIN NON ESISTE

– Secondo Rosario Marcianò, esperto in scie chimiche, è strano che la Solesin non abbia un account Facebook e Google.
Ecco qui lo screen dei commenti. Salvato da @ppiersante, zio della ragazza:

LEGGI ANCHE:

Parigi, la famiglia di Valeria: «Niente odio. Lei non ce lo perdonerebbe»

2 VALERIA SOLESIN ERA BATTEZZATA?

– L’Informatore web scrive sul suo blog:

L’attivista veneta di Emergency, morta a Parigi in circostanze tragiche ed improvvise, non avrà il conforto del funerale religioso, per esplicita volontà dei genitori. E’ legittimo chiedersi se costoro l’hanno educata cristianamente o almeno se l’hanno fatta battezzare.

valeria solesin complotti

In realtà la famiglia ha accolto la richiesta del sindaco di Venezia per una cerimonia officiata con rito civile e “aperta alle donne e agli uomini di ogni credo”.

3 VALERIA SOLESIN E IL RAGAZZO CHE “L’HA ABBANDONATA”

– Vi ricordate le prime ore dopo la notizia della morte della ragazza? Le critiche che sono piovute sul compagno? Eppure il tempo vince su tutto. Andrea Ravagnani alle autorità ha raccontato cosa è successo realmente: «Per due ore mi sono finto morto e sono stato abbracciato a Valeria. I terroristi dell’Isis passavano tra i feriti del teatro Bataclan per dare il colpo di grazia alle vittime». Da noi nei giorni scorsi era pieno di espertoni in attentati:

Non esistono false flag. A Parigi è morta una persona, bellissima, che va ricordata al di là di ogni credo e nazione. Perché Valeria non amava divisione alcuna. Lo ricorda Dario suo fratello: «Non è rabbia. E non deve essere paura: Valeria non ci perdonerebbe mai se fossimo spaventati e dunque ora restassimo fermi. Nel suo nome, la nostra sfida deve essere quella di non smettere mai di provare a cambiare le cose».

(in copertina foto credits Ansa)

Share this article