Isis paga di più gli addetti alla comunicazione dei combattenti

Privilegi e ricchezze: queste le promesse dell’Isis promesse agli addetti della comunicazione che hanno fatto della propaganda di Daesh uno dei punti forti della battaglia all’occidente. Ne parla Repubblica

UNA GUERRA DI PROPAGANDA

In un pezzo a firma Rampini si analizza l’uso delle risorse economiche del califfato

Un salario sette volte superiore ai combattenti. La casa di rappresentanza, la Toyota di servizio, l’esenzione totale dalle imposte. Sono alcuni dei privilegi degli “emiri della propaganda”. [..] «L’Isis gestisce la sua immagine come fosse la Coca Cola o la Nike», osserva un esperto d’intelligence Usa. Lo rivela un’inchiesta del Washington Post, realizzata attraverso numerose interviste con questi professionisti della guerriglia mediatica.

Alcuni di loro, fuggiti o catturati, hanno spiegato di aver seguito addirittura un corso indetto dall’Isis

«Gli addetti ai media sono più importanti dei miliziani combattenti – dice Abdullah al-Maghribi – guadagnano 700 dollari al mese esentasse più tutti i soldi per cibo, vestiti e materiale elettronico, la casa pagata, l’automobile, le videocamere Canon, gli smartphone Galaxy». La ragione di questi privilegi sta nell’importanza strategica che i jihadisti assegnano alla comunicazione. Le testimonianze convergono nel descrivere un apparato propagandistico incredibilmente sofisticato, che detta le sue regole perfino ai combattenti.

Un lavoro certosino che non si ferma nemmeno davanti alla morte

Alcune scene di esecuzioni sono state ripetute fino a quando i registi non erano soddisfatti. Nel caso di combattenti jihadisti morti in guerra, i professionisti dei video sono “intervenuti” sui cadaveri per ricomporli, curvare le labbra in un sorriso, alzare le dita verso il cielo. Così le immagini dei “martiri” corrispondono a ciò che la leggenda e l’ideologia dicono di loro.

Share this article