Dai bikini al burqua: la vita delle spose dell’Isis

Una giornalista del New York Times, Azadeh Moaveni, ha voluto raccontare in un lungo reportage la vita delle donne che hanno deciso di aderire all’Isis. Donne che venivano da un passato di libertà, bikini e università e hanno deciso, più o meno scientemente, di unirsi alla polizia femminile del califfato.

LE DONNE DELL’ISIS

Ecco cosa racconta Moaveni, ripresa e intervistata dal Corriere della Sera

Dua, Aws e Asma «appartenevano a una generazione di donne siriane che godeva di un’indipendenza assai superiore al passato. Si mischiavano liberamente ai ragazzi, socializzavano e studiavano in una città caratterizzata da diversità religiosa e da costumi piuttosto aperti. Molte donne si vestivano con abiti sportivi, lasciando scoperte le ginocchia e le braccia d’estate, e truccandosi. E anche se alcune abitanti più conservatrici di Raqqa indossavano l’abaya e il velo, un numero crescente frequentava l’università, sposandosi sempre più tardi».

Piuttosto difficile immaginare come Raqqa possa essere diventata la capitale di un sanguinoso califfato integralista dove chi non rispetta la sharia è punito con frustate e lapidazioni

Il passato e il presente di Raqqa sono divisi da pochi anni. Dal 2014, quando l’Isis — o come la chiamano gli abitanti «Tanzeem», l’organizzazione — ha preso il controllo della città (e in parte già nel 2013, sotto il dominio dei qaedisti di Al Nusra), la vita è cambiata del tutto. Le cugine Aws e Dua, 25 e 2o anni […] hanno sposato due miliziani — la prima costretta dai genitori, la seconda per romanticismo («Aveva visto troppi film con Di Caprio»). Era un modo per tutelare le proprie famiglie e c’erano vantaggi nell’avere un marito «foreign fighter» (salario, appartamento con cucina europea). Si erano perfino innamorate, anche se costrette a usare i contraccettivi perché i loro sposi erano destinati a diventare dei kamikaze, e la prole li avrebbe resi più restii al sacrificio. Tutte e tre si sono unite alla Brigata Al Khansaa, l’unità di polizia femminile, creata per far rispettare le norme della sharia. «Venti frustate per il velo troppo aderente, cinque per il trucco, altre cinque per chi non era docile una volta arrestata».

Ma dopo il romanticismo è venuto l’orrore

Questa vita è diventata a poco a poco insostenibile. Dua vedeva punire ragazze che una volta erano sue amiche. Tra i compiti di Asma, che guardava di nascosto la tv in casa, c’era quello di incontrare le «migranti» occidentali al confine turco e di accompagnarle a Raqqa: fu lei ad accogliere le tre adolescenti britanniche Kadiza, Shamima e Amira. Rimase sconcertata: «Erano giovani, minute, e così felici di essere arrivate, tutte sorrisi e risate»

Risate che come sappiamo, sono durate poco

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