La felicità è un sistema complesso: la rivoluzione dei Giusti di Zanasi e Mastandrea

La felicità è un sistema complesso” è un film diretto da Gianni Zanasi, con Valerio Mastandrea, Hadas Yaron, Giuseppe Battiston, Filippo Carli e Camilla Martini. L’uscita in sala è prevista per il 26 novembre 2015.

La felicità è un sistema complesso - recensione

LA FELICITÀ È UN SISTEMA COMPLESSO –

Enrico Giusti (Valerio Mastandrea) è un tagliatore di teste decisamente particolare. Per lavoro avvicina dirigenti d’azienda irresponsabili, figli di papà che hanno ereditato dai genitori i beni ma non i valori e le abilità, li convince a fidarsi di lui e successivamente li persuade a lasciare volontariamente il posto a una società che rivende la loro azienda con profitto. Enrico è il migliore e non sbaglia un colpo, mai, o almeno fino a quando non incontra Filippo e Camilla. Un incidente d’auto rende i due ragazzi improvvisamente orfani e catapulta il più grande, appena diciottenne, a capo dell’azienda di famiglia. È qui che incontra Enrico, chiamato per evitare che due adolescenti prendano le redini di una multinazionale. Un lavoro apparentemente facile che si rivelerà più complesso del previsto con l’arrivo di Achrinoam (Hadas Yaron), una ragazza israeliana che cambierà nuovamente le carte in tavola.

LA FELICITÀ È UN SISTEMA COMPLESSO, RECENSIONE –

Otto anni dopo “Non Pensarci”, Gianni Zanasi torna dietro la macchina da presa, ritrovando Valerio Mastandrea e Giuseppe Battiston, la cui interpretazione gli era valsa un David di Donatello. “La felicità è un sistema complesso” è un film sul cambiamento e sugli alibi che noi stessi troviamo per non affrontarlo. Racconta l’inevitabilità, la repentinità e la difficoltà di cambiare, sia a livello sociale che personale. Enrico nel corso della pellicola affronta un percorso di crescita e di cambiamento, mentre suo fratello, al contrario, non ci riuscirà mai. Camilla e Filippo sono costretti a cambiare improvvisamente con la morte dei genitori e Achrinoam, ragazza giovane, ma personaggio fondamentale, tiene le redini di tutto questo.

«Per evitare che la storia diventasse retorica – spiega Zanasi – mi sono forzato a raccontarla da dentro i personaggi, dall’interno dei loro sentimenti complessi e sempre in movimento. Per me i personaggi, come le persone vere nella vita, sono interessanti quando cercano qualcosa e lo fanno in modo non del tutto coerente, sorprendendo se stessi per primi». Ciò che non sorprende, ma resta una conferma, è la bravura di Mastandrea che tra il consapevole e l’inconsapevole recita una parte che gli sembra cucita addosso. “La felicità è un sistema complesso” è un film delicato e dolcissimo, che fa riflettere, senza togliere allo spettatore il gusto della risata. «Qualcuno dirà che c’è troppa musica – continua Zanasi – pazienza. Come regista un mio sogno è una platea che si alza e si mette a ballare tutta insieme mentre continua a guardare il film». Uno scenario inverosimile, ma possibile. Possibile perchè la musica non viene aggiunta come fattore esterno, ma si sprigiona naturalmente da ogni scena come se ne facesse già parte.

Zanasi torna in grande stile dopo otto anni e ci auguriamo che non ci faccia aspettare mai più così tanto.

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