TFF, Suffragette apre il Torino Film Festival in nome delle donne e dei diritti civili

SUFFRAGETTE –

Sono passati più di 100 anni (era il 4 giugno 1913) dalla tragica morte di Emily Davison all’Epsom Derby, quando la suffragetta si gettò sotto gli zoccoli dei cavalli in dirittura d’arrivo, protesta estrema per denunciare le terribili condizioni di lavoro delle donne nell’Inghilterra di inizio secolo e per la loro lotta per il diritto di voto. Passano gli anni, appunto, ma la situazione non è poi così migliorata, basta fare una rapida ricerca su Google per sapere come stanno le cose, ed è questo il motivo per cui Suffragette, film d’apertura al Torino Film Festival 2015, è più di un semplice prodotto cinematografico, ma uno strumento di denuncia sociale da cui è difficile prescindere e che molti uomini dovrebbero vedere per sapere quanto ancora enorme sia la disparità di genere. E quanto sia stato difficile ridurre le comunque insopportabili distanze tra i due sessi, legislativamente e socialmente.

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Suffragette Torino Film Festival

SUFFRAGETTE, LA TRAMA –

Maud Watts – una straordinaria Carey Mulligan – ha 24 anni, lavora in una lavanderia da quando è nata, nel vero senso della parola. A sette anni mezza giornata, a dodici giornata intera, a 14 la prima promozione, a 20 un posto di responsabilità. Ma sempre sfruttata e umiliata.
Partorita dentro la fabbrica, ha iniziato a lavorare appena ha imparato a stare dritta sulle gambe e lì ha conosciuto l’uomo che ha sposato e con cui ha scoperto la gioia di essere madre. Londra, per lei, è la strada tra casa e il lavoro, tranne quelle volte in cui il padrone, ignobile sfruttatore che abusa delle sue dipendenti più giovani, preferibilmente adolescenti, le ordina di fare delle consegne nelle signorili zone del centro città. Durante una di queste commissioni, Maud si imbatte in una protesta del movimento delle suffragette, scoprendo che anche una sua collega ne fa parte. Le donne si battono per il diritto di voto, lo fanno con azioni clamorose e sono osteggiate dal governo. Emily Pankhurst, leader del movimento femminista, è costretta alla clandestinità, ma è un’ispirazione per tutte le sue seguaci. Anche Maud, consapevole di non avere mai vissuto, si arruola nella lotta. Perderà tutto ciò che ha di più caro, ma conquisterà la sua dignità come essere umano.

SUFFRAGETTE, REGISTA E PROTAGONISTE –

Sarah Gavron, regista di Suffragette, non si meraviglia che un argomento storicamente così importante non sia mai stato portato sul grande schermo. “C’era bisogno di un team che fosse veramente interessato a questo pezzo di Storia, e l’unica possibile doveva essere composto di sole donne. Ed eccoci qui”. L’eccoci qui comprende Carey Mulligan, bravissima nei panni della giovane Maud, ma anche la sceneggiatrice di The Iron Lady e Shame, Abi Morgan, Helena Bonham Carter, Romola Garai e un nume tutelare che porta il nome e il carisma di Meryl Streep. “Ci sono tante storie da raccontare sulla condizione delle donne” ha dichiarato Lady Oscar, a Londra (dove il film è passato prima di arrivare a Torino) a proposito del suo cameo nel film. “Storie che pochi conoscono, io stessa sono rimasta scioccata scoprendo che all’inizio del XX secolo le donne in una città come Londra a dodici anni venivano praticamente vendute e offerte in matrimonio. La forza di questo film è anche la sua facilità nel raccontare storie di questo tipo, senza fronzoli, così da poter entrare in qualunque strato sociale”.

SUFFRAGETTE, LA RECENSIONE –

Suffragette ha effettivamente questa qualità, è un film dalla struttura lineare, diretto, che racconta con grande empatia il dramma di una giovane donna che abbraccia una lotta giusta. Una storia universale e attualissima, a ogni latitudine, che Carey Mulligan ha abbracciato con passione. “Ho avuto circa un anno da quando ho accettato il film a quando abbiamo iniziato a girare, questo mi ha permesso di fare moltissime ricerche su un argomento del quale non sapevo praticamente niente. Il problema è proprio questo: sembra che tutti abbiano dimenticato la battaglia delle suffragette, ma senza di loro il voto alle donne sarebbe arrivato molto dopo”.

Ottima ricostruzione storica, diretto con mano ferma da Sarah Gavron, scritto con efficacia dall’esperta Morgan, Suffragette è uno di quei film da far vedere nelle scuole per un’opera di sensibilizzazione da far partire da lontano, così che le future generazioni abbiano sempre in mente che essere un uomo è scontato, mentre essere donna può essere un grosso problema. Ancora oggi, anche nella cosiddetta civiltà civile, dove purtroppo è più utile avere un cannone nel cortile, come cantava un poeta di cui oggi avremmo tanto bisogno.

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