Come scoprire gli euro falsi

31/01/2012 di Redazione

Il fenomeno della contraffazione è sempre più ampio. Ecco come funziona in Italia

La rubrica Domande & Risposte nell’ultima pagina della Stampa oggi affronta il tema delle falsificazioni di banconote e monete in circolazione in Italia, di cui si era discusso ieri. La rubrica, a firma di Francesco Semprini, ci spiega come funziona la contraffazione e in che modo ci si può difendere:

A dieci anni dall’entrata in circolazione dell’euro, com’è cambiato il fenomeno della contraffazione in Italia?
Secondo il «XXI Rapporto sulla falsificazione dell’euro», nel 2011 sono state registrate 70.824 segnalazioni di «casi sospetti» che hanno portato al sequestro di 83.509 banconote e 45.130 monete. Nel 2010 le segnalazioni erano state 76.763, ovvero l’8% in più rispetto all’anno successivo. Secondo i dati raccolti dall’Ufficio centrale antifrode del dipartimento del Tesoro – Ucamp – si tratta del minimo degli ultimi otto anni dopo le 70.453 segnalazioni del 2006, ovvero l’anno prima dell’inizio della crisi. Il picco massimo, con oltre 100 mila segnalazioni, risale al 2004, anno in cui si registrò un maxi- sequestro di falsi.

Qual è la banconota più contraffatta?
È il biglietto da 20 euro il taglio maggiormente ambito dai falsari, pari al 56,24% del totale delle banconote fasulle. Si tratta di un trend in linea con quello degli altri Paesi aderenti alla moneta unica. Seguono le banconote da 100 e da 50 euro, mentre nella parte bassa della classifica ci sono i tagli estremi, ovvero quello da 5 e da 500 euro. Dove circolano di più i falsi? L’analisi per macroaree rivela il primato del Nord-ovest con 26.835 banconote, seguito dal Centro con 19.992 pezzi tallonato dal Nord-est con 19.499 unità. Nel sud e nelle isole sono state sequestrate rispettivamente 8.623 e 8.408 banconote. Tra le regioni il primato spetta alla Lombardia con 16.490, segue distaccato il Veneto con 9.952, e alle spalle c’è il Lazio (8.667). Fanalino di coda la Puglia con 2.512 sequestri. Tra le città Milano si conferma la capitale dei biglietti falsi, seguita a brevissima distanza da Roma, e più distaccata Palermo.

I segni di riconoscimento per gli euro falsi

Tra le monete invece qual è la più contraffatta?
Quella da un euro con 20.146 esemplari sequestrati o ritirati dalla circolazione nel corso del 2011. Seguono i 12.999 pezzi da due euro, gli 11.290 da 50 centesimi e i 686 da 20 centesimi. La ripartizione geografica riflette quella definita per le banconote.
Dadove provengono le segnalazioni per le contraffazioni?
Principalmente dagli istituti bancari con 33.695 segnalazioni, pari al 47,58% del totale. Seguono le Agenzie di custodia e trasporto denaro con 32.059 casi, ovvero il 45,27%. Nettamente staccati gli uffici postali con il 5,9%, mentre il residuo 1,25% proviene da altri Enti istituzionalmente deputati al sequestro di banconote e di monete sospette di falsità, tra cui le Forze di polizia o altri intermediari finanziari.
Esiste una stima di valore del denaro di cui è stato accertato il falso nel 2011?
Lo scorso anno sono state esaminate e riconosciute come false dalla Banca d’Italia 145.879 banconote, per un valore nominale complessivo di quasi sette milioni di Euro. In questo caso il trend è ascendente con un incremento di circa il 5% rispetto alle 138.559 banconote del 2010. Per le monete invece l’attività del Centro di Analisi istituito dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha accertato la falsità di 30.867 pezzi, per un valore nominale complessivo di circa 35 mila Euro. I due dati fanno riferimento a banconote e monete sequestrate non solo nel 2011.

Dopo dieci annidall’uscita della lira,sono ancorain circolazione falsi della vecchia valuta?

La Guardia di Finanza lo scorso anno ha sequestrato 676 biglietti da 100 mila, 517 pezzi da 50 mila, 198 da diecimila, cinque banconote da 500 mila e altre quantità ridotte di banconote di taglio minore.
Come avvengono i controlli sulle falsificazioni?
L’Ucamp è l’organismo che ha il compito di vigilare sulla falsificazione e utilizza un unico grande archivio digitalizzato dove affluiscono i dati relativi alle segnalazioni. Procede di volta in volta a un controllo incrociato con il «Counterfeit Monitoring System» gestito dalla Banca Centrale Europea, grazie al quale registra gli esiti delle perizie tecniche eseguite dai Centri Nazionali di Analisi (Cna e Cnac), istituiti presso la Banca d’Italia, per le banconote, e presso l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, per le monete metalliche. L’obiettivo finale è accertare l’effettivo stato del contante già segnalato ed inserito

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