Legge di Stabilità, Ue: «Rischio non conformità, via libera condizionato»

17/11/2015 di Redazione

Legge di Stabilità

, la Commissione europea ha dato un via libera condizionato alla manovra italiana per il 2016. Il motivo? Per l’esecutivo Ue il provvedimento è «rischio di non conformità» con le regole del Patto di Stabilità e Crescita e di «una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento richiesto» per raggiungere gli obiettivi di bilancio di medio termine per il 2016.

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Il commissario per gli Affari economici Moscovici e il presidente della Commissione Ue Juncker

LEGGE DI STABILITÀ, VALUTAZIONE IN PRIMAVERA SULLA RICHIESTA DI FLESSIBILITÀ –

L’ammissibilità alla flessibilità richiesta dall’Italia sugli investimenti, le riforme e i migranti sarà quindi valutata in primavera dalla Commissione. Questo perché l’Ue deva valutare se le deviazioni richieste «sono usate effettivamente per aumentare investimenti», se «esiste un piano credibile di aggiustamento» verso il pareggio e i «progressi su riforme».

Gli spiragli sembrano però positivi: «L’Italia è il solo paese europeo che avrà potenzialmente diritto a utilizzare tutta la flessibilità prevista dalle regole del patto di stabilità e crescita, ma una decisione definitiva su questo sarà presa dalla Commissione europea in primavera», ha confermato il commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici. Dall’esponente di estrazione socialista sono però arrivati elogi per quanto fatto dall’esecutivo con le riforme:  «Sono importanti e di qualità e la crescita economica sta tornando». 

Dalla commissione, però, al momento arriva un avvertimento: «Le leggi di bilancio 2016 di Italia, Lituania, Austria e Spagna rischiano di non rispettare nel 2016 il tetto di deficit previsto dal Patto di Stabilità». E non mancano le perplessità  sull’abolizione della tassa sulla prima casa prevista dalla manovra del governo Renzi: «Le recenti decisioni per la tassazione sulla casa non appaiono in linea con l’obiettivo di avere una struttura dell’imposizione più efficiente spostando il carico fiscale dai fattori produttivi verso altri basi di reddito».

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