Mafia Capitale, la corte: le associazioni antimafia e il Pd parti civili, no al Movimento Cinque Stelle – Diretta

La Decima Corte Penale di Roma presieduta dal giudice Rosanna Ianniello si insedia nell’Aula Bunker di Rebibbia per la seconda udienza del processo per Mafia Capitale; dietro le sbarre del bunker, fra gli imputati, importanti esponenti politici: Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Riccardo Brugia, i tre pilastri dell’organizzazione criminale, in videoconferenza dalle carceri dove sono trattenuti in custodia cautelare. Avvocati, giornalisti e un imponente dispositivo di sicurezza popolano l’aula.

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Ore 00.00 – La non-esclusione di alcune parti civili non è una questione solamente tecnica: indica un primo orientamento del tribunale piuttosto importante. E’ significativo che il tribunale abbia confermato le associazioni antimafia, perché così si ritiene almeno plausibile la possibilità che gli imputati vengano condannati per associazione di tipo mafioso; altrimenti – e gli avvocati delle parti civili, nei colloqui con Giornalettismo, lo avevano chiarito – se il tribunale fosse stato di diverso avviso, avrebbe dovuto rigettare le costituzioni di associazioni quali Libera o Fondazione Caponnetto. “L’ammissione delle parti civili”, ha detto  un difensore durante una pausa d’udienza, “sarà significativa per capire il percorso del processo”. La difesa degli imputati, lo ricordiamo, più che contestare i singoli reati nega l’esistenza dell’associazione mafiosa di cui al 416-bis.

Ore 23.52 – Arriva solo in tarda notte il verdetto della X Sezione Penale del Tribunale di Roma: dopo cinque ore di Camera di Consiglio vengono confermate le costituzioni di parte civile delle associazioni antimafia quali Libera e Sos Impresa; ammesse le costituzioni di parte civile del Comune di Roma e della Regione Lazio, così anche il Ministero degli Interni, nonché quella del Partito Democratico del Lazio. Rifiutata la costituzione di parte civile dei cittadini organizzati dal Movimento Cinque Stelle, dei consiglieri comunali e dei parlamentari pentastellati che avevano presentato l’istanza, fra i quali Marcello de Vito e Roberta Lombardi. Ammessi tra gli altri quali parti civili l’azienda romana dei rifiuti Ama spa che si costituiva contro il suo ex amministratore, l’ingegnere Fiscon, così come Eur spa nei confronti di Franco Panzironi, e le associazioni antimafia Antonino Caponnetto, Paolo Borsellino, Libera, Sos impresa, Cittadinanzattiva. Respinta la costituzione di, fra le altre posizioni, di associazione Da Sud, Legambiente, Lunaria, Capodarco, e dei rifugiati politici.

Ore 23.10 – Dopo quasi cinque ore, i giudici della X Sezione Penale del Tribunale di Roma sono ancora in Camera di Consiglio per decidere sull’ammissibilità delle parti civili.

Ore 18.34 – A Giornalettismo parla l’avvocato del consigliere di Roma Capitale Marcello de Vito, Movimento Cinque Stelle, che per primo ha sollevato la questione del negato diritto di parola alle parti civili: “Paventare una questione di incostituzionalità è stata una provocazione, qui basta il codice di procedura. Noi abbiamo diritto di parlare, se ce lo negano commettono un errore”.

Ore 18.26 – A parlare a Giornalettismo è Carlo Rienzi, presidente del Codacons e avvocato della stessa associazione e degli esponenti del Movimento Cinque Stelle: “Gli imputati hanno fatto 500 e più eccezioni sulle parti civili, la Costituzione parla di processo in contraddittorio e quindi noi vogliamo replicare. C’è persino chi ha sostenuto che lo Stato non possa costituirsi in giudizio perché manca la lettera d’impegno del ministero, e l’avvocato dello Stato non è in grado di produrla perché non può replicare. E’ una vergogna, contestano la presenza dello stato nel processo, proprio lo stato che di quest’aula dovrebbe essere il padrone”. Si accoda l’avvocatura dello Stato: “Il giudice propone un’interpretazione del codice non conforme alla Costituzione, dalla quale ci dissociamo”.

Ore 18.22 – Il giudice si ritira per deliberare.

Ore 18.19 – L’avvocatura dello Stato aderisce ai rilievi presentati dagli avvocati delle parti del Movimento Cinque Stelle

Ore 18.16 – Un quarto d’ora di bagarre totale dopo una giornata incredibilmente piatta: continuano le richieste delle parti civili di interloquire sulle richieste degli imputati di escludere chi chiede risarcimenti, stimolate dagli avvocati che rappresentano consiglieri ed iscritti del Movimento Cinque Stelle. La costituzione dei cittadini a cinque stelle è stata criticata sia dalla procura che da moltissime difese.

Ore 18.05 – Gli avvocati del Movimento Cinque Stelle chiedono di sollevare questione di legittimità costituzionale sull’articolo 491 del Codice di Procedura Penale, in quanto il presidente del Tribunale sta negando il diritto di parola alle Parti Civili dopo le controdeduzioni delle parti. Bagarre in aula.

Ore 17.58 – Terminate le controdeduzioni sulle parte civili; gli avvocati delle parti chiedono di poter “discutere sulle questioni collegate”, ma il codice non prevede repliche per le parti civili costituende. Battibecco fra il presidente e gli avvocati di Marcello de Vito che chiedono la parola.

Ore 17.52 – “Abbiamo creato un mostro”, è il commento del magistrato del Pubblico Ministero in una piccola pausa d’udienza, relativa alle interminabili controdeduzioni delle difese riguardo le costituzioni di parte civile, che si stanno per concludere. “Se si accettassero queste costituzioni di parte”, argomenta qualche difesa, “davvero si inizierebbe a poter parlare di un ‘processetto'” – definizione dell’avvocato Bruno Naso, che difende Massimo Carminati, “perché diventerebbe un carrozzone di soggetti privi di qualsiasi legittimazione giuridica”.

Ore 16.40 – La discussione sull’ammissibilità delle parti civili inizia lievemente ad accelerare, dal momento – d’altronde – che molte delle argomentazioni sono state esposte da precedenti controdeduzioni. Luca Odevaine chiede l’esclusione di tutte le parti civili tranne la presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ore 16.20 – Le difese contestano le costituzioni di parte civile dei cittadini, molti di essi sono consiglieri o parlamentari del Movimento Cinque Stelle (Roberta Lombardi e Marcello de Vito); vengono citate sentenze a supporto che ammettono, sì, i cittadini a costituirsi parte civile, ma solo se l’ente territoriale di riferimento abbia mancato di legittimarsi. E in questo processo, Roma Capitale e Regione Lazio sono entrambe intervenute come parte civile.

Ore 15.46 – L’avvocato di Carlo Maria Guarany contesta radicalmente la costituzione di parte civile del Partito Democratico: “E’ stato il ministro Marianna Madia a definire la presenza all’interno del Pd di quelle che furono definite “vere e proprie associazioni a delinquere”; sono state queste dinamiche, semmai, a gettare disdoro sui fini politici del Partito Democratico”. L’avvocato di Guarany ha spiegato alle agenzie in una pausa del processo: “Carlo Maria Guarany ha perso 27 chilogrammi. Le sue condizioni di salute sono precarie. Il suo stato psichico è al limite? Certamente”; il suo assistito è accusato di far parte del sistema di Mafia Capitale quale “spicciafaccende” di Salvatore Buzzi.

Ore 15.40 – Molte difese, e ben più importante la procura, hanno messo in discussione la legittimazione a costituirsi come parti civili di singoli cittadini, molti di essi esponenti del Movimento Cinque Stelle o suoi consiglieri municipali; stesso destino per i consiglieri comunali quali Riccardo Magi o Marcello de Vito, visto che- afferma la procura – per la città si sarebbe più validamente costituita Roma Capitale.

Ore 15.25 – La difesa di Giovanni Fiscon, ex amministratore delegato di Ama, ha chiesto che vengano escluse dall’ammissibilità, nei confronti del suo assistito, tutte le parti civili diverse da Ama: “Chiediamo che la procura faccia un approfondimento sulla reale esistenza di molte associazioni che si sono costituite in dibattimento, perché temiamo che si siano costituite apposta per partecipare a questo processo”.

Ore 15.00 – Il processo è ripreso dopo un’ora di sospensione. Poche le sorprese questa mattina in udienza; si registrano le richieste da parte dei pubblici ministeri che hanno chiesto che il Comune di Roma non fosse ammesso alla qualifica di responsabile civile, ovvero la parte che, se gli imputati vengono condannati, è chiamata a risarcire le parti civili insieme agli imputati, e la contestazione dell’avvocato Ippolita Naso, del collegio di difesa di Massimo Carminati, che ha definito la costituzione delle parti civili diverse da quelle istituzionali “pretestuose e inverosimili”. La difesa di Salvatore Buzzi, nel richiedere che la costituzione di parte civile delle associazioni antimafia venissero rigettate, ha espresso considerazioni nel merito delle imputazioni: “L’associazione per delinquere di stampo mafioso non può essere considerata come una società in cui si dividono gli utili, qui ognuno risponde per conto suo”

Ore 12.40 – Ora parla la difesa di Salvatore Buzzi, che aderisce, sostanzialmente, come tutti gli altri avvocati, alle considerazioni dei precedenti legali.

Ore 12.20 – Gli altri imputati si stanno, sostanzialmente, accodando alle contestazioni della difesa di Carminati.

Ore 12.08 – Ippolita Naso conclude le sue contestazioni alle parti civili.

Ore 12.04 – La difesa di Massimo Carminati contesta il danno di immagine al Partito Democratico: “Tendo ad escludere che Carminati sia stato mai iscritto al Pd; se ci sono danni di immagine li chiedesse ai soggetti che lo rappresentavano, non capiamo cosa voglia il Pd da Massimo Carminati”.

Ore 11.58 – L’avvocato Ippolita Naso continua e va verso la conclusione delle sue contestazioni alle parti civili, contestando la legittimazione dei migranti e delle associazioni relative: “Questa è la conseguenza immediata e diretta della diffusione di quella maledetta intercettazione, trasmessa in originale in televisione senza che i difensori la abbiano; quella in cui Buzzi dice: ‘Sai quanto ce guadagno io coi migranti? Più della droga’. Un’intercettazione che così presa non ha alcuna rilevanza penale, è stato il trailer di questo processo che infatti ha richiamato qui in aula tutti questi soggetti”.

Ore 11.35 – Contestata la legittimazione del Codacons: “Nel suo statuto il Codacons spiega di rappresentare praticamente l’intero scibile umano, dalla tutela degli animali a quella dei mercati mobiliari e immobiliari; così il Codacons potrebbe costituirsi in ogni tribunale italiano, in ogni processo penale, sempre e in ogni luogo. Uno statuto generico che ci consente di sottolineare come manchi qualsiasi interesse alla costituzione di parte civile”.

Ore 11.30 – Parla la difesa di Massimo Carminati: “Non contestiamo la costituzione di parte civile di Roma Capitale e Regione Lazio, tutte le altre ci sembrano pretestuose. Rischia di diventare “un carrozzone” che non possiamo gestire”. L’avvocato Ippolita Naso, figlia di Giosué Bruno Naso, va per punti: “Legambiente non ha alcun interesse a costituirsi parte civile, visto che i Pm non hanno contestato alcun reato cosiddetto ambientale o danni avente ad oggetto la tutela dell’ambiente”.

Ore 11.21 – Molti avvocati insistono contro la costituzione di parte civile del Partito Democratico e in generale per la costituzione delle parti civili più “politiche”, come le associazioni antimafia per gli imputati che non sono processati per il 416-bis.

Ore 11.10 – L’ammissibilità delle parti civili è importante perché le parti che saranno ammesse alla costituzione dovranno essere risarcite dagli imputati, se condannati.

Ore 11.00 – Lunghissimo intervento del difensore di Scozzafava, che ha chiesto di parlare per primo contestando l’ammissibilità della costituzione delle parti civili, fra le quali quelladel Partito Democratico: “Il diritto di risarcimento al massimo deve essere esercitato nei confronti degli iscritti del Pd, e il mio cliente chiaramente non lo è”, ha detto il legale. “Si rispecchiano nella costituzione di parte dei valori politici e sociali che non sono quelli generici delle altre associazioni”, continua l’avvocato.

Ore 10.34 – Le parti ora contestano l’ammissibilità delle parti civili, parla il Pubblico Ministero.

Ore 10.00 – Alle ore 9.30 circa è iniziato il lunghissimo appello delle parti private: imputati e avvocati, o eventuali sostituti processuali, rispondono alle domande del giudice Rosanna Ianniello. Poi, l’appello delle parti civili costituite e delle costituzioni tardive: il giudice dovrà poi deliberare sull’ammissibilità di queste costituzioni. Spicca in aula la presenza di 20 rom provenienti dal campo nomadi di Castel Romano che si costituiscono parte civile nei confronti di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.


 

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