Financial Times: «L’Italia verso l’uscita dall’euro in caso di recessione globale». Il governo smentisce

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secondo un fondo dell’editorialista del Financial Times Wolfgang Münchau il nostro Paese sarebbe spinto all’addio alla moneta unica in caso di una nuova recessione globale. Uno scenario allarmistico immediatamente smentito da esponenti del governo Renzi, che rimarcano come le stime di Münchau siano al momento tanto sbagliate quanto irrealistiche.

 

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L’editoriale di Wolfgang Münchau sulla ripresa italiana che non è quella che sembra. Photo credit: screenshot di Ft.com

USCITA DELL’ITALIA DALL’EURO

– Da diversi anni il fondo domenicale del Financial Times sulla crisi dell’euro è un momento rilevante per gli scenari di policymaker, analisti e investitori. Il commentatore del più influente quotidiano economico del mondo, Wolfgang Münchau, è da tempo un severo critico delle politiche di austerità adottate dall’UE guidata da Angela Merkel, suo obiettivo preferito. Domenica 15 novembre l’editorialista del FT ha però preso di mira l’Italia, evidenziando un rischio di fuoriuscita dall’euro per il nostro Paese. Uno scenario che deriva da un’ipotesi possibile ma al momento non confermata, la caduta dell’economia globale in una nuova recessione. Münchau prende spunto da una dichiarazione del capo dei consiglieri economici di Matteo Renzi, Yoram Gutgeld, che aveva spiegato come l’Italia sarebbe stata protetta dai rischi di recessione mondiale grazie alle riforme del governo Renzi. ”

L’idea che un Paese del G7 sia immune dall’economia globale è grottesca. Adesso viviamo nel 21esimo secolo. Comprendo che Gutgeld abbia parlato come il portavoce del governo, parte del suo lavoro, ma quello che mi preoccupa è che l’Italia non sia pronta per l’impatto provocato dalla contrazione della Cina e dei Paesi emergenti.

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USCITA ITALIA EURO CONSEGUENZE

Wolfgang Münchau evidenzia come il rallentamento del Pil del nostro Paese sia una conseguenza della frenata globale. L’Italia è cresciuta dello 0,4% nel primo trimestre 2015, dello 0,3% nel secondo e ora dello 0,2% nel terzo

La capacità dell’Italia di sostenere una tasso salutare di crescita è decisiva, per la stabilità politica del Paese, per le sue giovani generazioni che non hanno speranza di trovare lavoro, per la sostenibilità del suo debito e in particolare per il suo futuro nell’eurozona.

Il commentatore del FT rimarca come dall’avvio dell’euro l’Italia abbia conosciuto solo stagnazione, visto che il Pil si trova allo stesso di livello del 2000.

Se l’Italia non riesce a rimbalzare in modo rilevante da questa recessione, è difficile vedere come questo Paese possa rimanere nell’eurozona. A un certo punto potrebbe essere un indiscutibile interesse economico italiano lasciare l’unione monetaria e svalutare.

Münchau cita tre ragioni per cui l’Italia sia a rischio uscita dall’euro. La prima è il fatto che la sua economia non sia immune dal ciclo economico. La seconda è il mancato consolidamento del sistema bancario. I crediti deteriorati sono il 10% del totale dei prestiti, con molte banche medio-piccole praticamente insolventi. La terza preoccupazione riguarda invece le politiche del governo Renzi, simili a quelli di Silvio Berlusconi nel cercare consensi elettorali invece che riformare davvero la nostra economia.

Invece che riformare la pubblica amministrazione o il sistema giudiziario, Renzi ha scelto di cancellare la tassa sulla prima casa. Questo gli procurerà voti, ma non produrrà un cambiamento nell’economia. L’Italia ha già fatto questo tipo di politica nel recente passato.

RISPOSTA DAL GOVERNO

Per Münchau il pericolo della strategia del governo Renzi è che potrebbe rivelarsi orribilmente sbagliata se lo shock economica fosse abbastanza grande, e il sistema bancario debole a sufficienza.

Se la recessione fosse accompagnata da una crisi bancaria, il 2,4 di deficit potrebbe scivolare verso il 3,4 o il 4,4. A un certo punto la flessibilità si fermerà, e l’Italia sarà costretta a una stretta fiscale mentre la sua economia rallenta. Se il calcoli di Renzi dovessero rivelarsi sbagliati, l’Italia si potrebbe trovare in un punto dove sarebbe razionale lasciare l’euro.

Il fondo del Financial Times ha trovato una immediata risposta dal portavoce del ministro Piercarlo Padoan, Roberto Basso, e del capo della sua segreteria, Fabrio Pagani. Roberto Basso ha rimarcato come il disavanzo ipotizzato da Münchau non sia credibile con le stime di crescita dell’Italia elaborate dalle organizzazioni economiche internazionali come Fmi e Ocse.

Fabrizio Pagani è stato più severo, twittando come

nei giorni in cui l’unità è la forza dell’Europa Münchau riesce a scrivere che l’Italia starebbe meglio fuori dall’euro. Si sbaglia.

 

Photo credit: FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

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