Mafia Capitale, quei bonifici a Gianni Alemanno dalla sua fondazione

I soldi di Mafia Capitale transitati per la fondazione Nuova Italia di Gianni Alemanno: è una delle ipotesi della procura, che contesta un canale di finanziamento “non inferiore” ai 40mila euro da parte dei conti del “mondo di Mezzo”; sono i denari che finanziavano, sempre secondo le accuse da dimostrare, l’universo degli ex-camerati, gli ex-Msi come Franco Panzironi (agli arresti) perché interagissero con il Comune di Roma a favore delle coop di Salvatore Buzzi.

MAFIA CAPITALE, QUEI BONIFICI A GIANNI ALEMANNO DALLA SUA FONDAZIONE

Gianni Alemanno, presidente della Nuova Italia, riceveva dalla sua fondazione dei bonifici a titolo di “saldo fattura”. Il Messaggero in edicola oggi spiega.

Tra gli atti depositati, ci sono anche i bonifici che Alemanno avrebbe ricevuto dalla Fondazione Nuova Italia: otto per un totale di quasi 62mila euro, «generalmente a titolo di saldo fattura». L’ex sindaco di Roma aveva aperto una partita Iva il 28 giugno 2013, qualche settimana dopo essere stato sconfitto alle elezioni per il Campidoglio: «Appare verosimile – scrivono i finanzieri – che i bonifici siano stati eseguiti dalla Fondazione in pagamento di fatture emesse da Alemanno».

L’attività di lobbying degli uomini del centrodestra non si interruppe nemmeno con l’uscita di Franco Panzironi dal consiglio di Amministrazione di Ama: era comunque, spiegano le persone sentite nell’ambito dell’indagine, il riferimento e il terminale del sindaco: per conto di Salvatore Buzzi, che gli versava uno stipendio da 15mila euro, sollecitava pagamenti a favore delle coop 29 giugno.

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«Panzironi anche nel periodo in cui non era più ad di Ama – racconta la Anelli ai pm – aveva comunque una qualità formale e sostanziale, costituita dall’essere espressione del sindaco Alemanno. Anche nel periodo in cui non era più amministratore delegato, interveniva nei miei confronti, forte dei legami che si erano creati e del suo ruolo di consigliere del sindaco, per sollecitarmi dei pagamenti, anche nei confronti della 29 Giugno di Buzzi. Analoghe richieste mi sono pervenute direttamente da Alemanno, un paio di volte al telefono». È invece Salvi a riferire che riceveva indicazioni informali «da parte di tutti». Le indicazioni di Alemanno e del suo capo di Gabinetto, Antonio Lucarelli, «riguardavano i pagamenti che avrebbero dovuto essere effettuati verso Eur spa».

Il sistema del Mondo di Mezzo si ramificava, arrivava fino alle amministrazioni decentrate, ai municipi; o almeno, questa era l’intenzione dei membri del sodalizio criminale.

Era una delle ultime idee a cui stavano lavorando Salvatore Buzzi e Massimo Carminati prima degli arresti di dicembre. L’idea parte dall’arrivo dei fondi per il litorale laziale previsti dall’assessore Estella Marino. Un milione di euro, che Buzzi non sa come «far uscire dall’assessorato», al quale si aggiungono in tutto 800mila euro grazie all’interessamento del capogruppo del Pd in Regione La-zio, Marco Vincenzi e di quello del Pdl Luca Gramazio. L’asse maggioranza opposizione, garantisce alla presunta organizzazione mafiosa un patto di ferro. A spiegare il meccanismo per filo e per segno è Buzzi, in una intercettazione del settembre 2014. Buzzi: «La Regione finanzia i Municipi e lui ci rifà una gara e noi dovremmo vincerla, non facciamo che gli davamo i soldi e questi poli li danno a chi caz.. gli pare, no!». E Guarany, rivolto a Buzzi, chiosa: «Come fossi Zingaretti, decidi tu a chi dare i soldi?». La conta dei municipi inizialmente include l’interessamento di Micaela Campana del Pd, poisfumata. Ma a settembre Buzzi conclude: «C’ho novecentosessantamila euro dal Terzo, Undicesimo, il Primo e dal Bioparco».

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