Muro di Berlino, la scomparsa del leader comunista che l’ha fatto cadere

Muro di Berlino

Günter Schabowski è morto all’età di 86 anni. L’ex funzionario della DDR è diventato famoso per aver pronunciato le parole che hanno provocato la caduta del muro di Berlino nella notte del 9 novembre. La leggenda sostiene che le abbia pronunciate per sbaglio, anche se negli anni successivi Schabowski ha chiarito come fosse consapevole della portata delle sue parole.

MURO DI BERLINO RIASSUNTO

Il muro di Berlino è stato costruito nell’agosto del 1961 per fermare la continua emigrazione dalla DDR. Secondo la maggior parte degli storici la decisione è stata suggerita dal leader sovietico Nikita Kruscev, il successore di Stalin. La sera del 9 novembre del 1989 la caduta del Muro, diventata il simbolo della fine del comunismo, è stata invece favorita da Günter Schabowski, scomparso domenica 1 novembre 2015 in una casa di ricovero di Berlino. Günter Schabowski era diventato da poco tempo il portavoce del governo della Germania comunista, la DDR, quando ha tenuto la conferenza stampa che ha reso possibile l’assalto alla barriera che segnava il confine tra mondo libero e socialismo reale nella passata e futura capitale tedesca. In quelle settimane la DDR era scossa dall’esodo dei suoi cittadini verso i Paesi confinanti, e per salvare il regime i nuovi vertici della Sed avevano deciso di concedere libertà di espatrio. A domanda diretta di un giornalista dell’Ansa, Riccardo Ehrman, Günter Schabowski ha annunciato il provvedimento che avrebbe cambiato la storia. Dopo aver comunicato la misura che di fatto permetteva a tutti i cittadini della DDR di andare nella Germania occidentale, il funzionario comunista, sollecitato da diverse domande, aveva spiegato che questa facoltà sarebbe valsa “ab sofort, unverzuglich”, ovvero da subito, immediatamente.

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MURO DI BERLINO OGGI

La comunicazione di Günter Schabowski diventò la notizia d’apertura dei telegiornali della Germania occidentale la sera del 9 novembre 1989. L’informazione sulla storica apertura dei confini, rimbalzata poco dopo a Berlino Est, spinse decine di migliaia di persone a mettersi in marcia verso il muro, per poter uscire dai confini della DDR. Le guardie di confine, vista l’enorme pressione umana, decisero di far passare i cittadini, su consiglio dei funzionari governativi, presi alla sprovvista da una simile reazione. Quella sera cadde il muro, preso d’assalto da migliaia di persone che avevano odiato la barriera, mortale, che aveva diviso i berlinesi per quasi trent’anni. La leggenda vuole che Günter Schabowski abbia dato la notizia per errore, ma in realtà il portavoce della DDR aveva un ruolo centrale nella Germania comunista post Honecker. Schabowski era consapevole di comunicare la fine della DDR come era stata conosciuta fino ad allora, ed era conscio delle storiche implicazioni dell’apertura dei confini. Il portavoce del governo comunista era uno dei leader della Sed che puntavano a riforme sulla scia della perestroika di Gorbaciov per salvare il regime della DDR. Un obiettivo fallito, per la spinta della storia in un altro senso, e per il plastico fallimento del comunismo. Un fallimento riconosciuto negli anni successi da Günter Schabowski, come ha attestato anche il presidente tedesco Joachim Gauck nel messaggio inviato per la sua morte. Dopo la fine della DDR Schabowski, un giornalista prima di diventare un dirigente politico, aveva fondato un nuovo quotidiano, e ha passato tre anni in carcere per la sua corresponsabilità negli omicidi delle persone che provavano ad attraversare il confine.

Photo credit: DPA/AFP/Getty Images

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