Omicidio di Bracciano, il fidanzato di Federica la picchiava «per educarla»

Era un fidanzato molto violento. Piacchiava la ragazza in continuazione. E lo faceva «per educarla». È il terribile ritratto di Marco Di Muro, il ragazzo che il primo novembre del 2012 ha tolto la vita alla 16enne Federica Mangiapelo, prima tentando di spogliarla e poi affongandola, premendole la faccia tra la battigia e l’acqua del lago di Bracciano.

 

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OMICIDIO DI BRACCIANO, IL RITRATTO DELL’ASSASSINO –

La ricostruzione del rapporto delle angherie contro la ragazza, a tre anni di distanza dalla sua scomparsa, è emerso dalle motivazioni del gup dopo la sentenza di condanna di Di Muro a 18 anni di carcere. Ne parla Giulio De Santis sul Corriere della Sera:

Marco – premette il gup – è un fidanzato «possessivo e geloso» che è arrivato al punto di invitare la fidanzata a suicidarsi con lui. Mentre Federica, 16 anni, è un’adolescente problematica, si sente «la pecora nera della famiglia perché non ha terminato gli studi, vuole l’indipendenza economica per vivere con il fidanzato». Ed è questa richiesta che impone l’intervento del Tribunale dei Minori, con l’assegnazione di un’assistente sociale cui la sedicenne rivela che «Di Muro mi tratta come una cosa sua». Un’ammissione che aiuta a capire il comportamento dell’imputato. Marco – scrive il giudice – controlla «in modo ossessivo le attività della ragazza», non vuole che Federica si «inserisca nella cooperativa dove lavora la madre o nella scuola per parrucchieri». La coppia litiga spesso e Di Muro si dimostra particolarmente violento.

Alla ragazza avrebbe addirittura proposto il suicidio:

In un’occasione «chiude la fidanzata nell’auto» ed è quella l’occasione in cui le chiede di suicidarsi insieme. Per due volte, invece, rinchiude Federica dentro la casa della madre, portandosi via le chiavi e, addirittura, le getta nei campi per evitare che vengano ritrovate.

(Foto di archivio dalle pagine Facebook di Federica Mangiapelo)

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