Vitalizi dei politici, Tito Boeri: «Proposti tagli del 50% oltre gli 80mila euro»

«Sugli esodati non tutto è risolto, ci sarà uno strascico». Mentre per i vitalizi dei politici di «oltre 80-85mila euro sono stati proposti tagli fino al 50%». Ad affermarlo, ieri, è stato il presidente dell’Inps Tito Boeri nel corso dell’intervista rilasciata a Lucia Annunciata per il programma di Raitre In Mezz’Ora. Sugli esodati – ha fatto sapere il numero uno dell’Istituto di Previdenza Sociale rispondendo a una domanda sulla settima salvaguardia introdotta con la legge di Stabilità – «non penso che sia stato del tutto risolto perché il tema è stato affrontato in modo tale per cui rischiamo di avere uno strascico. Già ci sono forti pressioni per una ottava salvaguardia».

 

LEGGI ANCHE: Istat: disoccupazione ancora giù, all’11,8% (il dato più basso da gennaio 2013)

 

INPS, ESODATI: «PRESSIONE» PER UN’ALTRA SALVAGUARDIA –

Boeri ha ricordato che le misure già varate finora sono state molto costose. Sarebbero costate già 12 miliardi e un miliardo e mezzo dovrebbe servire ora per la settima salvaguardia. Ma «la platea si continua ad allargare» e «la pressione sarà sempre forte fin quando viene garantito un trattamento di vantaggio». E una soluzione sarebbe quella di permettere «flessibilità in uscita» ma «equiparando chi va a 63 e chi va a 67 anni. Per farlo dobbiamo dare una pensione più bassa a chi va in pensione prima». Bisogna poi – ha detto ancora Boeri – «preoccuparsi dei veri esodati, soprattutto i lavoratori di piccole imprese dove non c’erano accordi, che semplicemente sono stati licenziati e non sono mai stati coperti, che si trovano tra i 55 e i 65 anni e che si sono ridotti in povertà. Lì bisognerebbe trovare strumenti di sostegno al reddito».

INPS, VITALIZI: PROPOSTA DI TAGLIO OLTRE GLI 80MILA EURO –

«Per i vitalizi – ha detto poi Boeri ad In Mezz’Ora – i tagli sarebbero consistenti, pensiamo di equipararli alle pensioni per importi superiori a 80-85 mila euro l’anno. Per questi i tagli potrebbero arrivare al 50 per cento». «La platea coinvolta, alla fine, è piccola, circa 200 mila persone», ha sottolineato il presidente dell’Inps. Oltre a politici Boeri ha citato anche «dirigenti di aziende, personale delle Ferrovie dello Stato» e le altre categorie passate al setaccio dall’Inps in questi mesi. Categorie che hanno avuto – ha detto ancora il presidente Inps – «trattamenti di riguardo, soprattutto rispetto a quando andare in pensione», e che hanno trattamenti pensionistici alti in rapporto ai contributi versati. «Ci sono persone che sono andate via presto e con pensioni molto alte, che hanno avuto dei regali per motivi elettorali», ha spiegato Boeri. Un intervento si puo’ fare – ha proseguito – «su questa platea che tenga conto del rapporto tra quanto versato rispetto al livello della pensione». «A chi ha importi elevati e ha goduto di trattamenti di favore – ha concluso – è giusto richiedere un contributo, anche se limitato, parziale».

Nel corso dell’intervista il presidente dell’Inps ha anche parlato anche degli immigrati: «Finora sono 3 miliardi i soldi versati ai conti pubblici italiani da parte di persone che non percepiranno mai la pensione e questa cifra è destinata ad aumentare ancora: ogni anno ci sono 400 milioni che arrivano da persone che non riceveranno mai pensioni».

(Foto di copertina: ANSA / CIRO FUSCO)

Share this article
TAGS