Imu, la marcia indietro di Renzi: «Ville e castelli la pagheranno»

Secondo Matteo Renzi non cambia nulla, solo una modifica tecnica alla legge di Stabilità: le grandi case di lusso continueranno a pagare la tassa sugli immobili, nonostante l’abolizione dell’Imu sia uno dei cavalli di battaglia della nuova manovra del governo. Una scelta, scrivono i giornali in edicola oggi,  presa “in perfetta solitudine” dal presidente del Consiglio dei ministri che sembra aver fatto un passo nella direzione della minoranza del Partito Democratico.

ABOLIZIONE IMU, LA MARCIA INDIETRO DI MATTEO RENZI SULLE CASE DI LUSSO

Il presidente del Consiglio dei ministri fa il punto sulla legge di Stabilità e sulle riforme direttamente dal suo profilo Facebook.

Leggo molti commenti divertenti sulle anticipazioni della legge di stabilità che sarà formalmente presentata in…

Posted by Matteo Renzi on Martedì 20 ottobre 2015

Repubblica riporta a quanto ammonta il gettito consegnato allo Stato da questi immobili.

Il colpo di scena arriva all’ultima curva. Alla fine di una giornata di proteste e polemiche sui ritardi del testo, e poche ore prima di trasmettere il disegno di legge di Stabilità al Quirinale e alle Camere, Matteo Renzi annuncia una modifica tecnica ma anche politica. Castelli, grandi ville a abitazioni signorili continueranno a pagare l’Imu, l’imposta sul valore dell’immobile. Il presidente del consiglio lo scrive su Facebook: «I castelli, a differenza di quanto si dice con tono scandalizzato, pagheranno. Ironia della sorte furono parzialmente esentati dai governi successivi, anche di centrosinistra». A continuare a pagare saranno le abitazioni principali che rientrano nelle categoria catastali A1, A8 e A9, e cioè abitazioni di tipo signorile, ville con grandi parchi a uso esclusivo e castelli. Sono in tutto 75 mila, continueranno a pagare l’Imu con un’aliquota compresa tra il 2 e il 6 mille (a decidere è il sindaco). Producendo un gettito di 85 milioni di euro.

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Su questo punto si può registrare dunque un avvicinamento ai desiderata della minoranza del Partito Democratico, mentre su altre questioni, come il massimale di contante utilizzabile, Renzi afferma di voler porre il paese su di una linea mediana di equilibrio.

Il limite del contante con il Governo Prodi era a cinquemila euro. Il Governo Monti lo ha portato a mille euro. Noi ci attestiamo su una via di mezzo: tremila euro. È una misura semplice, è una misura liberale, è una misura per aiutare i consumi e sbloccare molte famiglie italiane. Il limite del contante non aiuta l’evasione, né la combatte. (…) Davvero qualcuno può pensare che la misura sul contante, una misura semplice e giusta, rovini la legge di stabilità e la renda incostituzionale?

Rimarrà, inoltre, la possibilità di modulare al rialzo il prelievo sulle seconde abitazioni, continua Repubblica.

Sulle seconde case c’era la possibilità di uno sconto indiretto sulla Tasi, la tassa sui servizi indivisibili come l’illuminazione pubblica. E questo perché con le vecchie regole, in caso di esenzioni sulla prima casa per le fasce deboli, i sindaci potevano compensare aumentando l’aliquota dello 0,8 per mille. Eliminata la Tasi sulla prima casa, e quindi anche le detrazioni, sarebbe dovuta cadere anche questa possibilità di aumento, che Roma e Milano hanno applicato sulle seconde case, e che in tutta Italia ha prodotto 360 milioni di euro. Ma non sarà così. Nell’ultima versione del ddl Stabilità i sindaci avranno comunque la possibilità di alzare l’aliquota sulle seconde case dello 0,8 per mille.

Copertina: Wikimedia Commons

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