Tetto contante a 3mila euro, Ricchiuti (Pd): «Da Renzi un regalo agli evasori»

La manovra? Il testo ufficiale ancora non c’è, ma se non cambieranno le norme contestate, su tutte quella dell’innalzamento del tetto per l’uso del contante, la senatrice Pd Lucrezia Ricchiuti si dice pronta a negare il suo sostegno al governo. Anche in caso di voto di fiducia richiesto dall’esecutivo. «Così la legge non è votabile», ha attaccato, intervistata da Giornalettismo, la parlamentare ex civatiana, che ha aderito pochi mesi fa alla corrente di sinistra interna Rete Dem

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LUCREZIA RICCHIUTI
(Photocredit: Account Tw/Lucrezia Ricchiuti)

Senatrice Ricchiuti, Bersani dice che Renzi copia Berlusconi e che la manovra è anticostituzionale. Secondo lei la legge di stabilità va sostenuta? Molti suoi colleghi della minoranza (come Mucchetti) pur critici, non sembrano voler fare le barricate in Aula…

«Non è vero che Renzi copia Berlusconi (dice sarcastica, ndr). In realtà fa anche peggio, almeno sull’abolizione dell’Imu per tutti. Anche perché il Cav non aveva proposto di abolire la tassa sulla prima casa per ville e castelli, noi andiamo anche oltre (in serata però, dopo aver chiuso l’intervista, Renzi ha poi precisato con una nota su Fb che case di lusso e castelli pagheranno la tassa, ndr). Ma a parte questo, vorrei capire la ragione di questa scelta. Sull’Imu-Tasi siamo già in linea con gli altri Paesi esteri. Questa misura peserà per circa 3,6 miliardi di euro: io avrei utilizzato diversamente queste risorse. Sul Jobs Act avevamo scelto la strada della decontribuzione, dovevamo continuare su questa linea: tagliando subito su Ires e costo del lavoro».

Quindi lei non intende votare la legge di Stabilità? 

«Guardi, prima di tutto vorrei leggere il provvedimento, dato che ancora non è arrivato. Ma se l’impianto resta quello, non potrei votarlo. Soprattutto per la questione dell’innalzamento del tetto all’uso del contante fino a 3mila euro. Mattarella continua a richiamare l’attenzione sulla lotta contro la corruzione e le mafie, noi così andiamo in un’altra direzione»

Quale?

«Altro che la favoletta sull’aumento dei consumi. Con quella norma Renzi fa un regalo agli evasori. Abbiamo votato e approvato la voluntary disclosure, anche quella “domestica”. Molti capitali illegali sono trattenuti anche nel nostro Paese, nelle cassette di sicurezza. E se alziamo la soglia, sarà più facile utilizzare quei proventi illeciti. Senza dimenticare come in Italia il peso dell’economia sommersa (in rapporto al Pil, ndr) sia molto più alto rispetto ad altri Paesi, Francia inclusa. Dovremmo seguire esempi virtuosi, come il Canada. Non è solo un problema della minoranza Pd, non siamo gli unici a contestare. Basta pensare a quanto detto dal presidente Anac Raffaele Cantone, dal procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti. O dalla direttrice dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi. Lo scorso anno aveva ricordato come “l’uso del contante alimenta le possibilità di sviluppare economia sommersa”. E come sia anche costosa la sua gestione, con spese stimate in circa 4 miliardi l’anno per il settore bancario e in un totale di 8 miliardi di euro per il sistema Paese»

Quindi anche lei, come il bersaniano D’Attorre, è pronta a non votare la manovra. Anche se Renzi mettesse la fiducia? E, dopo, sarebbe anche lei pronta ad assumersi le conseguenze politiche, uscendo dal partito?

«Le ripeto, se queste norme non cambiano, non voterò la manovra. Neanche con la fiducia, che sarebbe poi una nuova forzatura. Al momento, voglio cercare di portare avanti una battaglia al Senato per cambiare il provvedimento. E voglio confrontarmi con i miei colleghi per una linea comune. Minoranza dem restia in Senato a fare le barricate? Io credo che se la legge di stabilità non cambia, non sarò l’unica a non votarla. Ma l’uscita dal Pd non è una cosa che voglio prendere in considerazione, non sono scelte che si prendono così su due piedi…»

Intanto c’è Verdini che pressa Renzi per sbarazzarsi della sinistra Pd. E già vota, di fatto, con la maggioranza…

«Il Partito democratico non può trasformarsi nel Partito della Nazione. Ma attenzione: già oggi il Pd è diventato un’altra cosa. Soprattutto nei territori dove va male, dove il tesseramento latita. C’è malcontento, i nostri iscritti non partecipano più. E molti circoli sono quasi svuotati. Di certo, questa manovra non fa che aumentare la tensione nel partito. Se entrassero pure Verdini e i suoi, il Pd imploderebbe. Così come se facessimo con quei mondi di centrodestra alleanze alle amministrative o alle politiche future. Non vorrei trovarmeli in casa, magari capilista bloccati con la nuova legge elettorale. O alleati, se Renzi cambierà il premio di maggioranza (dalla lista alla coalizione, ndr) nell’Italicum. Noi dovremmo guardare verso il centrosinistra, non in direzione di Verdini»

 

 

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