La tentazione di Gianroberto Casaleggio: “Candidato premier lui, oppure una donna”

Imola 5 stelle doveva risolvere il giallo dei gialli, per le 5 stelle del Parlamento, ovvero quello del candidato premier alle prossime elezioni: la guida, l’uomo, il leader che suo malgrado il movimento avrebbe dovuto indicare come guida del governo pentastellato prossimo venturo. Ma quel nome non è mai arrivato, e men che meno è Luigi Di Maio, molto amato dalla base e meno – oggi – dai quartieri alti milanesi, che mal digeriscono la sua celebrità in seno ai grillini. Ecco cosa racconta Jacopo Iacoboni oggi sulla Stampa

GIANROBERTO CASALEGGIO PREMIER?

La tentazione sarebbe tenere Milano sempre e comunque come testa dell’Idra.

Finora Casaleggio lo aveva detto in un’intervista lontana un anno fa. Lui al governo per il M5S? «Dipende dal Movimento, ma perché no?». Dopo Imola siamo in grado di raccontare che la tentazione di tornare in campo direttamente lui – e non per interposta persona, non con l’investitura a nessun giovane candidato leader tra i parlamentari – sia di nuovo molto forte nel cofondatore del Movimento.

Ma Luigi Di Maio? La sua corsa alla celebrità sembra essere stata bruscamente interrotta. “Colpa” di alcune velenose battute indirizzate a lui dal grande capo Beppe Grillo, direttamente dal palco della kermesse di Imola

Ha detto «quando l’abbiamo raccolto, Di Maio parlava che sembrava Bassolino»; dove – ci spiega qualcuno che sa – il riferimento proprio a Bassolino non è casuale affatto, è una sferzata mirata, della serie «fly down». La seconda è che sul palco – palco su cui c’era quasi solo la fazione vincente attuale: quasi tutte le voci libere (e nel Movimento sono tante) erano state tenute rigorosamente giù – Grillo alla fine ha detto «pensate a cosa eravate due anni fa… niente, senza di me. Siete dei miracolati, non guadagnavate un c… e ora prendete stipendi meravigliosi». Il che conferma tra l’altro che sull’uso dei soldi – come La Stampa puntualmente scrisse – il francescanesimo è andato a farsi benedire.

Più in generale, ragiona Iacoboni, Casaleggio (e Grillo di rimando) mal avrebbero digerito l’eccessivo amore dei loro ragazzi per gli agi romani. Agi romani che avrebbero allontanato più di un uomo da Casaleggio. Il quale penserebbe a una mossa a sorpresa per arginare Di Maio come capo della fronda romana (una donna, forse, o lui stesso). Dato che sta molto meglio di qualche tempo fa, potrebbe reggere la sfida. Il punto è: il Movimento la reggerà?

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