Matteo Renzi non risponde e attacca Bruxelles: “Decidiamo noi che tasse abolire”

Il presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi mostra la faccia dura contro l’Europa, intervenendo in diretta a Radio 24 condotto da Alessandro Milan, ospite in studio Oscar Giannino: “Bruxelles non è il nostro maestro, non ci può dire quale tassa abolire. Se l’Europa dice che la manovra non va bene, noi la ripresentiamo uguale”. Una levata di scudi nettissima da parte del capo del Governo, in risposta ad una domanda del conduttore in realtà molto tecnica.

MATTEO RENZI NON RISPONDE E ATTACCA BRUXELLES: “DECIDIAMO NOI CHE TASSE ABOLIRE”

Come spiega NoiseFromAmerika, da Bruxelles erano state sollevate delle perplessità riguardo l’assetto della nuova normativa finanziaria che dovrà approdare in Parlamento: perché concentrarsi sul prelievo sulla casa quando sono le tasse sul lavoro ad essere più gravose? E’ questa la domanda che a Radio 24 rivolgono al presidente del Consiglio che, non rispondendo alla domanda nel merito, si scaglia contro le eurocrazie e i loro tecnicismi.

Bruxelles non può dirci qual è la tassa giusta da tagliare. Non è il nostro maestro. Se Bruxelles dice ‘no’ alla finanziaria, la si ripresenta uguale e gli si dice: ‘peccato, sì

Il premier poi assicura e ribadisce: “Nessuna nuova tassa locale” in conseguenza dell’abolizione di Imu e Tasi, perché le relative mancanze saranno coperte da fondi governativi.

L’abolizione delle tasse sulla prima casa è una scelta che può fare solo il Parlamento italiano. E non lo facciamo per l’Europa, ma per dire all’85% degli italiani proprietari di casa, di ritrovare fiducia e spendere i propri soldi

“Anche a sinistra”, continua Renzi, “si è ormai capito che le tasse non sono una cosa bellissima”: erano le parole del ministro Tommaso Padoa Schioppa, nel governo di Romano Prodi; “sono una cosa da ridurre”, ha continuato Renzi, e rispondendo a chi gli faceva notare che questa era una battaglia storica di Silvio Berlusconi, Renzi ha ribadito: “Anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno”.

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Passando alla questione delle future, e imminenti, elezioni amministrative comunali, Renzi si è occupato di Milano e di Roma: “Il sindaco di Milano lo scelgono i milanesi”, ha detto, smentendo un suo interessamento alla candidatura di Giuseppe Sala, alla guida di Expo, per Palazzo Marino. E sul caso Roma dopo le dimissioni di Ignazio Marino, le parole del premier riguardano il futuro commissario prefettizio.

Il commissario di Roma lo sceglierà il prefetto, anche se trattandosi di Roma e non di una città qualunque, noi abbiamo la possibilità di utilizzare un provvedimento normativo per il Giubileo, forse con un decreto legge – questo riguarda il governo -, per cercare di intervenire con una squadrettina che, fuori dai colori politici, utilizzi la scadenza del Giubileo su quattro o cinque temi per rimettere a posto la città

In ogni caso, dice Renzi, “io non mi intrometto nelle cose dei comuni”.

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