Migranti, il “bond profughi” per fronteggiare la crisi

Migranti,

la Banca mondiale progetta nuovi strumenti finanziari per supportare gli Stati mediorientali più colpiti dall’imponente afflusso di persone dalla Siria. Come rimarcato anche dall’Onu, il collasso del regime di Assad ha provocato la più grave emergenza profughi dalla fine della Seconda guerra mondiale.

MIGRANTI SIRIA –

La guerra civile in Siria è iniziata quasi cinque anni fa, e si stima che lo scontro tra l’esercito di Assad, i ribelli sunniti e l’ISIS abbia causato la fuga di più di 15 milioni di persone dalle loro case. Un’emergenza umanitaria enorme,con un costo economico valutato in 170 miliardi di dollari, che in questi anni si è riversata principalmente sui Paesi confinanti. In Turchia, Giordania e Libano vivono milioni di profughi siriani, scappati dalla guerra e in attesa di tornare nelle loro case quando la situazione si stabilizzerà nel loro Paese. Molti di loro però preferiscono la fuga verso l’Europa,come testimoniato dall’imponente flusso di migranti registrato quest’estate sulla rotta balcanica verso la Germania. Al vertice annuale del Fmi il presidente della Banca mondiale Jim Yong Kim ha annunciato l’adozione di misure finanziarie per supportare i Paesi più colpiti dal flusso migratorio straordinario di questi mesi. La Banca Mondiale, insieme ad altre istituzioni internazionali, pensa di introdurre prestiti agevolati grazie alla garanzie fornite dalle Nazioni più ricche. Gli Stati mediorientali o del Nord Africa potrebbero raccogliere denaro a basso costo sui mercati così da finanziare progetti per mitigare l’impatto migratorio, e migliorare le condizioni di vita, ora disperate, delle centinaia di migliaia di persone che vivono nei loro campi profughi.

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MIGRANTI BOND –

La comunità internazionale valuta anche l’erogazione di prestiti a tasso zero per i Paesi più colpiti dalla crisi dei migranti siriani, Giordania, Libano e Turchia. Progetti che hanno ricevuto l’avvallo dell’Onu: il segretario generale Ban-Ki Moon ha rimarcato come nel 2015 il numero dei profughi sia aumentato di oltre 4 milioni, e come ora ci siano circa dieci milioni di persone che necessitano di un aiuto umanitario urgente. Una situazione di assoluta emergenza, di cui si deve far carico la comunità internazionale. Gli sviluppi della guerra in Siria, con i bombardamenti della Russia che mirano più a colpire la ribellione anti Assad rispetto all’ISIS, potrebbero provocare un’ulteriore pressione migratoria. L’arrivo di centinaia di migliaia di migranti pone l’Unione europea di fronte a un’emergenza particolarmente complessa. Per questo motivo i Paesi UE parteciperanno al programma finanziario delineato dalla Banca mondiale, mentre nei giorni scorsi si è dibattuto anche di un’eventuale tassa di solidarietà per finanziare le extraspese provocate dalla crisi dei migranti. La cancelliera Angela Merkel ha smentito quest’ipotesi, confermando però come ci sia una riflessione su quale siano gli strumenti finanziari più adeguati per reggere questa sfida.

Photo credit: DIMITAR DILKOFF/AFP/Getty Images

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