Missione anti-Isis in Iraq, il piano di Renzi: evitare il voto in Aula

Allargare il consenso in Parlamento e nel Paese ma evitare il voto in Aula. In linea di massima è questo il piano del presidente del Consiglio Matteo Renzi per giungere all’autorizzazione delle nuove regole d’ingaggio della missione anti-Isis in Iraq, sollecitate dagli Stati Uniti e dalle autorità di Baghdad. Lo spiegano Maria Teresa Meli e Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:

Entro un mese i quattro Tornado italiani impegnati in Iraq potrebbero partecipare attivamente ai raid contro i terroristi dell’Isis. Nei prossimi giorni il governo sonderà i partiti di maggioranza e opposizione per avere il massimo consenso nell’autorizzare quelle nuove regole di ingaggio sollecitate dagli Stati Uniti e dalle stesse autorità di Bagdad. Poi prenderà una decisione rispetto alla doppia opzione da far valere in Parlamento: voto oppure semplice informativa.
La risoluzione approvata nell’agosto del 2014 dal Senato per concedere il via libera alla missione in Iraq consente già interventi di attacco, tanto che più volte nel corso dell’ultimo anno il governo si è limitato ad aggiornare il Parlamento sull’evoluzione della situazione e sulla natura dei mezzi e del personale impiegato. Ma nei contatti di queste ore con i ministri di Difesa ed Esteri il presidente Matteo Renzi ha ribadito la necessità di coinvolgere in maniera attiva le Camere. E dunque si potrebbe arrivare al compromesso della votazione in seduta congiunta delle Commissioni competenti, in modo da poter meglio gestire l’eventuale dissenso.

 

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Senza il voto in Aula, il governo eviterebbe diversi rischi:

Una consultazione dell’Aula parlamentare presenta mille incognite, soprattutto in una materia così delicata e in un momento storico che coincide con l’avvio del Giubileo, l’8 dicembre prossimo, e il timore di possibili attacchi terroristici. La risoluzione già approvata oltre un anno fa, ha il pregio di aver dato seguito a una decisione presa in sede europea con la copertura dell’Onu. Prevede «di rispondere, d’intesa con i partner europei e transatlantici, alle richieste di aiuto umanitario e di supporto militare delle autorità regionali curde, con il consenso delle autorità nazionali irachene». Dunque potrebbe bastare un passaggio in Commissione.

(Foto di copertina: ANSA / CORRADO LANNINO)

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