Da oggi prenotare un hotel sul web costerà meno?

Fino ad oggi alberghi ed hotel non possono indicare sul proprio sito un prezzo più basso di quello fornito alle piattaforme di prenotazione online come Booking ed Expedia. Ma presto il divieto verrà superato. La Camera dei Deputati ieri ha approvato la novità con un emendamento al ddl Concorrenza (che entro fine anno passerà all’esame del Senato per l’approvazione definitiva).

 

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La clausola che viene abolita è quella della parity rate, gradita ai colossi della prenotazione ma molto meno agli albergatori, che oggi si dicono molto soddisfatti per il provvedimento. Scrive Francesco Olivo sulla Stampa:

Una clausola da sempre criticata dalle associazioni di categoria, soprattutto dalla Federalberghi, che la giudica una norma capestro a favore delle multinazionali della prenotazione, le Ota (online travel agency). Una tesi che è stata fatta propria dalla Camera dei deputati, che ieri, con un emendamento al ddl concorrenza, ha abolito la parity rate. Il governo inizialmente si era opposto in commissione, ma poi il deputato del Pd Tiziano Arlotti ha portato il provvedimento in aula raccogliendo ampi consensi. A Montecitorio ieri sera è stato un plebiscito, praticamente tutti i gruppi, da destra a sinistra, si sono spesi per cancellare questa clausola (solo 4 contrari). «Lasciamo che sia il mercato e non piattaforme con base all’estero a decidere», spiega in aula Giovanni Paglia di Sel. «Poniamo fine a una lotta impari», aggiunge Gianluca Benamati del Pd. La Francia ha approvato due mesi fa un provvedimento simile, sotto il forte impulso delle grandi catene che controllano buona parte del mercato.

PRENOTAZIONI, COSA CAMBIA –

Cosa cambia dunque per i consumatori? Con l’entrata in vigore delle nuove norme la clausola della parità tariffaria contenuta nei contratti tra albergatori e Booking (ed altri) sarà nulla. Nel breve periodo non ci saranno probabilmente grossi cambiamenti, considerando che la legge dovrà essere approvata definitivamente a Palazzo Madama. È probabile che delle differenze emergeranno a partire dalla prossimo anno, con i primi cambiamenti di prezzo applicati. I clienti più attenti a quel punto verificheranno anche i siti degli alberghi per verificare se ci sono offerte sul mercato. Saranno sicuramente in molti a farlo. Le prenotazioni di hotel e bed and breakfast in Italia valgono 4 miliardi di euro.

PRENOTAZIONI HOTEL, ALBERGATORI SODDISFATTI –

Federalberghi è soddisfatta. Il presidente Alessandro Nucara ha dichiarato: «Abolendo l’obbligo di parity rate si avvantaggiano le imprese e i consumatori, ci sarà un mercato più libero ed efficiente». Sulle piattaforme delle prenotazioni online poi Nucara ha aggiunto: «In questi giorni ci sono state minacce eccessive da parte loro, hanno parlato di sospendere gli investimenti e addirittura di lasciare l’Italia, non succederà nulla di tutto ciò. D’altronde in Francia, dove è stato approvato un provvedimento simile, Booking continua a operare senza difficoltà». Booking invece lancia un piccolo allarme. Intervistato dalla Stampa il country manager Andrea D’Amico, ha spiegato che «i clienti potrebbero pagare di più», che la nuoca clausola «non porterà benefici né per i clienti, né per le imprese»:

«Il lavoro di Booking è importante soprattutto per le piccole e medie strutture, ovvero la maggior parte degli hotel italiani, alle quali garantiamo una serie di servizi gratuiti: ci occupiamo di testi e foto degli annunci, poi li traduciamo in 42 lingue. A disposizione dei clienti c’è un servizio attivo 24 ore e in cambio non chiediamo nulla. Se venisse a mancare un ritorno per noi, ovvero meno prenotazioni attraverso il nostro sito, potrebbe non essere conveniente investire proprio in questi servizi».

(Foto di copertina: Google.it)

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