Cosa hanno detto Ashton B. Carter e Roberta Pinotti sulle bombe in Iraq

Due ore di colloquio con il Segretario della Difesa Ashton B. Carter e poi Roberta Pinotti e il suo omologo americano si sono offerti alle domande dei giornalisti in conferenza stampa.

Il segretario della Difesa Ashton B. Carter (Photo by Mark Wilson/Getty Images)
Il segretario della Difesa Ashton B. Carter (Photo by Mark Wilson/Getty Images)

 

NIENTE BOMBE SULL’IRAQ SENZA IL SI DEL PARLAMENTO –

La polemica su possibili bombardamenti in Iraq, annunciati ieri dal Corriere della Sera come una questione di ore, è stata presa di petto dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che ha ribadito quanto affermato ieri in audizione, cioè che una decisione del genere, se mai dovesse essere ritenuta congrua e necessaria, deve passare per il voto parlamentare. Pinotti ha ricordato che tra addestratori, carabinieri e piloti l’Italia ha schierato contro l’ISIS uno dei contingenti più numerosi, anche se non combattente in senso stretto e che le richieste da parte del governo iracheno, non degli alleati, per una maggiore pressione contro il califfato, potrebbero essere soddisfatte senza ricorrere alle bombe. Per ora comunque il governo non ha assunto un orientamento preciso, tutto è ancora in discussione e lItalia sta “valutando” con gli altri partner della coalizione messa in piedi contro l’Is “ulteriori ruoli” dei Tornado in Iraq. Quando sarà il momento, il governo riferirà in parlamento, al momento non c’è «Nessuna richiesta dalla coalizione su nostro intervento aereo».

IRAQ E LIBIA SONO DUE PARTITE SCOLLEGATE –

Pinotti ha poi smentito che un maggiore impegno in Iraq possa valere il comando delle operazioni in Libia, che peraltro non si sa nemmeno che saranno e quando saranno, visto che fino a che le fazioni libiche non formeranno un governo decente e rappresentativo non se ne parla. Con Carter Pinotti ha parlato di Iraq, Libia, Libano e ovviamente di Siria, dalla quale però il nostro paese ha intenzione di tenersi lontano, in Iraq è stato invitato da Baghdad, in Siria no. Considerazione che paradossalmente gioca contro l’alleanza, perché in Siria i Russi sono stati invitati dal governo e gli americani e gli alleati no.

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IN AFGHANISTAN PER SEMPRE –

Il Segretario Carter ha magnificato l’intesa con il nostro paese, lodato la base di Sigonella ricordandone l’importanza strategica e come da lì partano aerei diretti verso i teatri più caldi del momento. Carter ha anche ribadito che gli Stati Uniti  non cooperano con la Russia in Siria, perché la Russia sbaglia tattica e strategia e finirà per peggiorare le cose. Carte ha avuto parole anche per l’Afghanistan dicendo che gli Stati Uniti si assumeranno tutte le responsabilità per il bombardamento dell’ospedale di Kunduz, ma che in Afghanistan probabilmente servirà ancora la presenza occidentale, se si vuole arginare la pressione dei talibani. Pinotti in proposito ha detto che abbiamo ancora contingente nel paese e che è importante non lasciare solo l’Afghanistan e forse occorrono altre decisioni vista la controffensiva dei talibani. Carter a sua volta ha ricordato che «tutti i membri della coalizione impegnati a rimanere fino a che ci sarà bisogno» e che il paese non sarà pacificato e sviluppato, prospettiva che sposta molto in avanti nel futuro il traguardo del disimpegno definitivo.

 

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