Sinodo della Famiglia 2015, Papa Francesco apre i lavori (e raddrizza la barra)

Sinodo della Famiglia 2015, Papa Francesco apre i lavori (e raddrizza la barra): “La Chiesa non dimentichi che il sabato è per l’uomo e non l’uomo per il sabato, che Gesù ha detto anche: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. E “con questo spirito” il Pontefice invoca la Benedizione per l’apertura dei lavori del Sinodo Ordinario dei Vescovi che si apre oggi in Vaticano con la concelebrazione solenne nella Basilica Vaticana; un Sinodo che è stato aperto, “informalmente”, con il caso finito sulle prime pagine di tutto il mondo: quello del monsignore, in forza alla Congregazione della Dottrina della Fede, Krzystof Charamsa, che proprio ieri ha consegnato alle stampe il suo “coming out”.

SINODO DELLA FAMIGLIA, PAPA FRANCESCO APRE I LAVORI (E RADDRIZZA LA BARRA)

Immediata, chiaramente, la reazione della Santa Sede che ha sospeso il prelato polacco da tutti i suoi incarichi di insegnamento, mentre il suo diretto superiore polacco lo ha invitato a “tornare sulla via del sacerdozio di Cristo”. Oggi i giornali si affollano fra chi sottolinea come quello del prete polacco sia l’ennesima chiamata al cambiamento nella Chiesa per quanto riguarda lo stato dei preti – importante l’intervento di Don Alessandro Santoro, della comunità delle Piagge di Firenze, su Repubblica, che torna a parlare di abolizione dell’obbligo di celibato ecclesiastico: “Ritengo che l’obbligo del celibato debba essere revocato. Ci vuole un celibato volontario” – e chi lamenta “l’indebita aggressione mediatica” da parte del prelato, studiata a tavolino per fare pressioni sul Sinodo della Famiglia, come affermato ieri da Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana; anche padre Enzo Bianchi dalla Comunità di Bose ha definito l’evento “una provocazione che non aiuta il Sinodo“. L’assemblea dei vescovi della cristianità per tutto il mese vedrà in Vaticano l’alternarsi di discussioni in congregazione generale, ovvero in plenaria, e quelle nei Circula Minores, i gruppi di lavoro che – per diretta richiesta dei padri sinodali – avranno molto più spazio rispetto a quanto non sia avvenuto nel Sinodo Straordinario dell’anno scorso: in plenaria, solo tempi contingentati e interventi da tre minuti a testa.

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Nell’omelia del Santo Padre, chiaramente, nessuna allusione diretta a quanto accaduto al presbitero polacco; ma il commento alle letture, invece, che secondo il Papa sembrerebbero “scelte apposta” per il Sinodo dei Vescovi, lascerebbe trasparire più di un’indicazione di marcia. Il Vangelo di oggi, quello di Marco, è il passo che contiene le parole centrali di Gesù sulla Famiglia e sull’indissolubilità del matrimonio.

In quel tempo, avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E’ lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?».  Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina;  per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola.  Sicché non sono più due, ma una sola carne.  L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto”.

Architravi, queste parole, della dottrina e della tradizione della Chiesa sull’indissolubilità del matrimonio, più volte richiamate dal fronte dei Vescovi e dei partecipanti al Sinodo che si schierano sul fronte dei cosiddetti “conservatori”, quelli che tentano di evitare – a volte con parole durissime – qualsiasi mutamento, reinterpretazione, riformulazione che possano essere prese come un’apertura della Chiesa riguardo i temi più scottanti.

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“Permanere nella verità di Cristo” è il titolo del libro scritto a più mani da Raymond Leo Burke, l’uomo che il Papa ha scelto per risolvere i problemi economici e finanziari della Santa Sede, Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, Walter Brandmüller, presidente del Pontificio Comitato per le Scienze Storiche. Proprio questi prelati, insieme alle persone a loro vicine, si sono recentemente incontrati in un convegno presinodale, dal titolo omonimo al libro, di cui hanno dato notizia i consueti beninformati.

Tra i presenti diffuse erano l’insoddisfazione, l’inquietudine, la forte preoccupazione per taluni aspetti del dibattito e del cammino presinodale in materia di famiglia: lo hanno provato gli applausi prolungati che hanno accolto in particolare le relazioni dei cardinali Burke e Caffarra. Ancora di più il forte applauso spontaneo a scena aperta scoppiato quando il cardinale Burke ha detto, a proposito della presunta potestà del Pontefice di sciogliere qualsiasi matrimonio, che egli “non può prendere provvedimenti contro la volontà di Cristo. Sarebbe un assurdo asserire un potere assoluto del Papa contro la legge divina”. Non solo: nell’appello finale presentato ai padri sinodali si è voluto evidenziare la necessità che “dal Sinodo esca una riproposizione integrale della tradizione cattolica sui problemi della vita, della famiglia, dell’educazione (…) Nell’appello si rileva poi tra l’altro che “non è pensabile che la Chiesa ipotizzi l’equivalenza di fatto, non solo di diritto, fra un rapporto e una coppia eterosessuale e una relazione di carattere omosessuale, perché questa sarebbe la sovversione del diritto naturale e del piano d’amore di Dio creatore”.

Athanasius Schneider, vescovo di Astana in Kazakistan e fra i partecipanti al convegno, avrebbe inoltre affermato – scrive Andrea Tornielli sulla Stampa – “che spingersi troppo oltre sulla questione della comunione ai divorziati” sarebbe né più ne meno che “un’eresia”.

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Questi sono i toni con cui si apre un Sinodo che, per la verità, secondo molti addetti ai lavori, avrebbe un esito anche più “annunciato” di quello dell’anno scorso, sopratutto dopo i provvedimenti del Papa sulle nullità matrimoniali che hanno espunto, di fatto, un intero tema dalla discussione sinodale: Luigi Accattoli sul Corriere della Sera di oggi illustra quelli che, con ogni probabilità, potrebbero essere i frutti di questa assemblea sinodale.

È verosimile che il Sinodo faccia proprie tutte le aperture segnalate dal Papa in questi due anni e mezzo: migliore accoglienza in parrocchia, nei gruppi e nelle associazioni sia per le coppie di fatto, sia per gli sposati soltanto civilmente, in vista di un loro graduale «accompagnamento» al «matrimonio sacramento»; il riconoscimento di qualche ruolo ecclesiale ai divorziati risposati, tipo testimoni e padrini nei sacramenti; l’invito alla misericordia – in confessionale – nei confronti dei risposati che vivono una conversione e compiono un «cammino penitenziale» ma non possono tornare indietro (perché, poniamo, ci sono nuovi figli con il nuovo partner); un atteggiamento non giudicante, ma nessun riconoscimento pratico, verso l’omosessuale che «cerca Dio»

Consueto stile francescano, insomma: cambiamento profondo di stile e di comunicazione, più attenzione, più misericordia (sperimentano la solitudine a cui la Chiesa deve rispondere, ha detto il Papa nell’omelia, anche “gli uomini e le donne lasciati dai mariti e dalle mogli”), più gradualità; nessun cambiamento sui principi.

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Eppure, questi movimenti preliminari segnalano la possibilità che l’intera vicenda salga di livello: l’uscita del monsignore che ha fatto coming out “rischia di fare il gioco delle posizioni di maggiore chiusura”, scrive ancora il Corriere della Sera. E secondo gli addetti ai lavori non è un caso che nell’omelia della messa di apertura, il Papa – muovendo dalla Genesi – abbia “insistito così tanto” sulla distinzione fra “uomo e donna”: le parole del testo sacro “dimostrano che nulla rende felice il cuore dell’uomo come un cuore che gli assomiglia, che gli corrisponde”, ha detto il Papa; perché anche se Adamo aveva la potestà di dare “il nome alle altre creature, si sentiva solo” perché “non trovava aiuto che gli corrispondesse”. L’interpretazione sarebbe chiara: il Papa condividerebbe quella “tranquilla amarezza” di cui si legge sui giornali per quanto accaduto ieri e, pur ribadendo di volere un Sinodo che disegni una Chiesa che si apre e non si chiude, “un ospedale da campo” – metafora ripetuta nell’Omelia – il Pontefice starebbe cercando di “riportare al centro” la barra della discussione. Per ricordare che alcuni temi non sono ammessi al dibattito sinodale: la natura della famiglia secondo la Chiesa, naturalmente formata da un uomo e una donna, e il celibato sacerdotale, tema pur sentito dal Pontefice, non sono in questione, in Vaticano.

Foto: Getty Images

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