Legalizzazione cannabis, il ddl arriverà in aula alla Camera

02/10/2015 di Redazione

La legalizzazione della cannabis potrebbe varcare il portone di Montecitorio ed entrare in aula. Il ddl, al quale ha lavorato un intergruppo di 220 parlamentari, è stato promosso dal viceministro Benedetto Della Vedova. Ne parla oggi La Stampa in un articolo a firma di Ilario Lombardo:

Il ddl è frutto di un’opera di cesellatura di diversi testi, che portano la firma di Pippo Civati, ex Pd, Roberto Giachetti, renziano dem e altro storico reduce radicale, di Vittorio Ferraresi, M5S, e di Sel. La liberalizzazione prevede fino a 15 grammi di cannabis per uso ricreativo, ma solo per i maggiorenni e all’interno della propria abitazione, dove sarà anche possibile coltivare fino a 5 piante di marijuana. Fuori casa il tetto al possesso personale scende a 5 grammi. Mentre sarà assolutamente vietata la detenzione per i minorenni e lo spaccio, anche il più piccolo. Dalla Spagna arriva invece la formula della coltivazione collettiva, attraverso cannabis club dove potranno associarsi, sempre senza alcun fine di lucro, fino a 50 persone.

Ovviamente la strada verso l’approvazione è in salita, visto che i centristi della maggioranza hanno già detto di gradire poco la calendarizzazione. Ma c’è freddezza anche in ambianti governativi, proprio per il rischio di compromettere gli equilibri della maggioranza. È cauto anche della Vedova: «Non vogliamo correre ma arrivare». La fiducia dei promotori si basa anche sul forte ricambio generazionale in Parlamento e delle voci autorevoli che vedono ora con favore la legalizzazione e la depenalizzazione. Tra loro anche il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone, che qualche settimana fa, intervenendo alla Festa dei Giovani Democratici di Napoli sull’emergenza criminalità nella città partenopea ha dichiarato:

«Un meccanismo di legalizzazione intelligente o controllata non sarebbe una follia assoluta. Se la legalizzazione significa anche controllo e viene fatta in modo intelligente forse non è una bestemmia».

(Foto da archivio Ansa)

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