Atac Roma, panico Giubileo: si dimettono i vertici dell’azienda

Atac Roma, panico Giubileo: si sono dimessi i vertici dell’azienda. Era un segreto di Pulcinella più volte smentito che il direttore generale Francesco Micheli avesse già presentato e firmato la lettera di dimissioni da sette giorni e che non fosse per nulla intenzionato a ritirarla o tornare sui suoi passi, come era noto che l’amministratore delegato Danilo Broggi, dopo aver riportato la situazione finanziaria della municipalizzata su binari più sicuri, avesse da tempo deciso di cambiare aria: nell’incontro di ieri del Consiglio di Amministrazione in Comune le dimissioni di entrambi sono state formalizzate. Atac rimane senza guida, dunque, a due mesi del Giubileo della Misericordia.

ATAC ROMA, PANICO GIUBILEO, SI DIMETTONO I VERTICI DELL’AZIENDA

Il Messaggero nella Cronaca di Roma riporta i motivi per i quali il direttore generale chiamato da Guido Improta, in un momento in cui nessuna banca era più intenzionata a fare credito al Trasporto Pubblico romano, ha messo entrambi i piedi fuori da Via Prenestina.

Ieri è stato convocato il cda, per approvare il bilancio 2014. Era noto a tutti che l’ad, Danilo Broggi, dopo avere risanato dal punto di vista economico-finanziario l’Atac, aveva rassegnato le dimissioni. Ma si sapeva anche che c’era uno scontro in atto tra Esposito e il direttore generale Francesco Micheli, manager di alto profilo arrivato quattro mesi fa per migliorare la qualità del servizio dell’Atac. Oggetto del contendere: l’appalto dei 400 nuovi bus e il tipo di leasing da utilizzare. Qualcuno aveva ipotizzato le dimissioni di Esposito, ma ad andarsene è stato Micheli, che già sette giorni prima aveva firmato la lettera di dimissioni e risposto garbatamente no ai tentativi di Marino di convincerlo a restare. Nel pomeriggio a diffondere la notizia dell’addio di Micheli ci ha pensato il senatore Ncd, Andrea Augello, elemento che ha fatto infuriare in molti in Campidoglio. Il caso appare archiviabile nel più classico dei casi ”o lui o io”. Micheli via, il cda ne prende atto, approvato il bilancio 2014. Al termine, con un comunicato, viene spiegato: «Nel corso della seduta, il consiglio ha deliberato il via libera alla gara per la fornitura di due lotti di autobus, rispettivamente di 15 e 150 mezzi, da attuarsi con leasing finanziario». Lo scontro tra Micheli (sostenuto da Causi) ed Esposito era stato proprio sulla formula per l’acquisto, con l’assessore ai Trasporti che sosteneva il leasing full, vale a dire con la ditta che doveva garantire anche la manutenzione e i servizi. «Ma non si può fare, ha ragione Micheli – attacca Augello – perché il piano industriale dell’Atac parla di internalizzazione della manutenzione e solo su quella base il Campidoglio può ricapitalizzare». Ieri, nel vertice con Marino, Causi e il capogruppo del Pd, Panecaldo, l’assessore Esposito è andato giù di sciabola: «Si fa come si dico io o è inutile che mi avete chiamato ad occuparmi dei trasporti di Roma».

Alla fine, comunque, la linea di Esposito è uscita sconfitta: la manutenzione di Atac sarà internalizzata dagli stabilimenti della municipalizzata. Oggi pomeriggio Andrea Augello presenterà, insieme al Nuovo Centrodestra e all’opposizione capitolina, “tutti i numeri del dossier Atac”.

ATAC. LE DIMISSIONI DI MICHELI, SMENTITE DAL CAMPIDOGLIO DUE GIORNI FA DOPO UN NOSTRO POST, VENGONO OGGI CONFERMATE….

Posted by Andrea Augello on Mercoledì 30 settembre 2015

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In qualche virgolettato con Repubblica nella cronaca di Roma, il direttore generale che aveva sostenuto l’opportunità di aumentare il costo del biglietto Atac, spiega che sarebbe “riduttivo” collegare le sue dimissioni allo scontro con Esposito; e anche che, “a determinate condizioni”, il dg potrebbe rientrare.

“Strategie zero e lobby tante”. Questa sarebbe l’Atac per il dimissionario direttore generale Francesco Micheli. Le sue dimissioni sono state firmate giovedì scorso, il consiglio di amministrazione ne ha preso atto. Ma il sindaco Ignazio Marino, che ieri lo ha incontrato, continua a fare pressing perché ci ripensi. Lui svicola. E poi rilancia: “Solo a determinate condizioni”. Che sarebbero, per chi lo conosce bene e in questi giorni ha raccolto i suoi sfoghi, autonomia dalla politica, indipendenza nella gestione, prospettiva di sviluppo del piano industriale, cioè investimenti. Non ce l’ha fatta più il dg ad avere un mandato a suo dire inattuabile per le continue interferenze della politica. (…) “Un mandato senza gli strumenti”, ragiona alla luce di cinque mesi di esperienza negli uffici di via Prenestina Micheli. (…) “L’Atac può licenziare chiunque, ma non può assumere e non può premiare, quali sono le leve con cui agire?”, continua a chiedere il dg. No, non è solo per lo scontro con l’assessore ai Trasporti Stefano Esposito sul bando per la fornitura dei nuovi bus che Micheli, classe 1946, ha firmato la lettera di dimissioni. “Sarebbe molto riduttivo”, va ripetendo a chi glielo chiede.

La situazione del Trasporto Pubblico capitolino, ora, si annuncia davvero allarmante: l’autunno è alle porte e le prime piogge hanno già congestionato la città, la metropolitana è da riparare, le linee da manutenere, non ci sono i mezzi per Atac e Roma dovrà presto accogliere due milioni di pellegrini. Stefano Esposito, assessore alla Mobilità, non smette di lanciare allarmi.

«I miracoli possono farli solo oltre Tevere. Ora al governo però dobbiamo dire che non bastano i soldi, ma servono procedure per dare domani, in affidamento diretto, i lavori per la manutenzione straordinaria delle metropolitana che in 30 anni non sono mai stati fatti. Servono deroghe». Ai tempi di Mafia Capitale ci potrà mai essere l’affidamento diretto? Esposito: «Ma di cosa parla? Questi sarebbero i lavori su cui si concentrerebbe l’attenzione di chiunque. Ci diano Cantone, ci diano Gabrielli, ci diano l’esercito, ma i lavori devono partire con le deroghe di un’emergenza di protezione civile. Parlerò con Cantone. La manutenzione della metropolitana è un’emergenza, è una calamità e l’8 dicembre non si può spostare».

I successori dell’Ad e del Direttore Generale si troveranno “al più presto”, dicono dal Campidoglio: “Stefano Esposito, vuole uomini di fiducia, già si ipotizza di attingere da Ferrovie (in ottica di cessione di Atac, qualcuno parla del rapporto con l’ad di Rfi Gentile), altri fanno il nome di un docente piemontese, Di Paolo”

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