Andreas Breivik minaccia lo sciopero della fame

Andreas Breivik, il terrorista norvegese che ha ucciso 77 persone nell’attentato più sanguinoso della storia del suo paese, minaccia di scendere in sciopero della fame per protestare contro le «inumane» condizioni nelle quali è detenuto.

Una delle celle del settore dove stanno i detenuti in isolamento come Breivik (Photo  read ROALD BERIT/AFP/Getty Images)
Una delle celle del settore dove stanno i detenuti in isolamento come Breivik (Photo read ROALD BERIT/AFP/Getty Images)

 ANDREAS BREIVIK MINACCIA LO SCIOPERO DALLA FAME –

Andreas Breivik è tornato a lamentarsi per le sue condizioni di detenzione e minaccia di mettersi in sciopero della fame fino a lasciarsi morire, se non l’accontentano. Per farlo ha scritto una lettera ai media svedesi e norvegesi. Oggi trentaseienne, Breivik dice che le dure condizioni di detenzione lo hanno costretto a lasciare il corso universitario al quale si era iscritto all’università di Oslo. Dice che studiare e corrispondere non è possibili nella condizione d’isolamento nella quale è costretto.

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INUMANO, QUEL CAFFÈ SERVITO FREDDO –

Per questo Breivik ha annunciato che se le condizioni non miglioreranno, si metterà in sciopero della fame fino a morirne. Il direttore della prigione di Skien, la più sicura del paese, ha detto a BBC che al momento non ci sono detenuti in sciopero della fame, e che non commenta la condizione dei singoli detenuti e lo stesso hanno fatto altre istituzioni interpellate dalla stampa. Breivik non è nuovo a lamentarsi di subire un trattamento «inumano» nonostante il carcere norvegese sembri una struttura confortevole e immune ai problemi di tante prigioni nel mondo. Ma per l’uomo che ha imbracciato il fucile e ha fatto una strage in nome del suo odio per il multiculturalismo e gli stranieri che ne sono portatori, nella lista dei trattamenti inumani sono comprese anche le volte che non gli hanno servito il caffè caldo come di suo gradimento, di questo si è lamentato in passato in un’occasione simile. Non stupisce che ai suoi lamenti non risponda nessuno.

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