Atac, guerra all’assenteismo: visite automatiche e controlli sul personale

Atac, guerra all’assenteismo: non resterà impunita, sembra, la vicenda del caos sulla Roma – Civita Castellana – Viterbo di qualche giorno fa, con corse saltate nella fascia pendolare e passeggeri furenti a invadere i binari della stazione Flaminio. Partiranno a tamburo battente i controlli sia sulla titolarità effettiva dei permessi di assenza ex legge 104, sia le visite fiscali automatiche che scatteranno per ogni permesso di malattia: d’altronde le statistiche dimostrano che in Atac l’assenteismo è la norma e questo, dicono dalla giunta, dovrà presto finire.

ATAC, GUERRA ALL’ASSENTEISMO: VISITE AUTOMATICHE E CONTROLLI SUI PERMESSI

Il Messaggero nella Cronaca di Roma dettaglia i dati emersi dall’ultimo rapporto sul personale di Ama, datato maggio 2015.

In Atac il numero di dipendenti che ogni giorno si assentano per permessi legati alla legge 104 e ai congedi parentali supera quello degli assenti per malattia: 5% contro 4,5%. Per questo l’azienda sta studiando un piano di abbattimento dei congedi, che passa dalla richiesta all’Inps di verificare la situazione di tutto il personale che usufruisce delle licenze collegate alla 104 del 1992 (quella che permette l’assistenza ai famigliari «con gravi problemi di disabilità») per cercare di capire chi ne ha veramente diritto e chi no. L’obiettivo è chiaro: revocare le licenze ai lavoratori che fino a oggi hanno goduto dei permessi retribuiti in maniera irregolare.

Dal 2010, con le normative del cosiddetto “Collegato Lavoro”, l’Inps, su richiesta dell’azienda, può effettuare controlli sull’effettivo diritto dei dipendenti di fruire di questa o di quella agevolazione, di questo o di quel diritto, e se viene accertata “l’insussistenza dei presupposti”, il beneficio decade automaticamente: in breve, Atac vuole vederci chiaro su fannulloni e assenti di comodo.

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In questo il neo assessore alla mobilità, Stefano Esposito, è stato chiaro.

Per questo ora i vertici della municipalizzata sono al lavoro per far partire la stretta. La strategia per migliorare i servizi agli utenti – è il ragionamento – passa anche dalla lotta ai dipendenti assenteisti. Una battaglia inevitabile in una società dove 1.247 lavoratori (1.002 del settore bus e 245 del settore metro-ferro) restano a casa per 2 mesi l’anno, come evidenziato dall’ultimo report interno di maggio 2015. Anche l’assessore ai Trasporti, Stefano Esposito, ha sposato la linea dura. Come anticipato dal Messaggero, è stato predisposto un meccanismo che farà scattare in automatico le visite fiscali per chi resta a casa per malattia. A partire dagli autisti dei bus e dai macchinisti della metro, le due categorie di dipendenti la cui presenza in servizio ha un impatto immediato sulla quantità delle corse.

Intanto rimane sul tavolo la questione della gara per i prossimi mezzi della municipalizzata del trasporto pubblico: dopo la gara, andata deserta, per 700 mezzi, ora ci si chiede in che modo rinnovare il parco vetture di Atac. Con ogni probabilità ci saranno due gare.

Uno da 150 pullman e uno da 250. L’azienda vorrebbe puntare sul leasing finanziario di 10 anni. L’assessore Esposito invece preferirebbe, per la seconda tranche da 250 mezzi, un leasing di tipo “operativo”. Non sono tecnicismi: il leasing operativo, a differenza di quello finanziario, affida al costruttore dei bus anche la manutenzione, che viene quindi esternalizzata. I vertici di Atac sembrano scettici, dato che i costi del bando aumenterebbero e potrebbe risultare difficile gestire gli stabilimenti. Esposito però non cambia linea: «I vantaggi della manutenzione esterna si vedranno alla fine del leasing. La linea del Campidoglio rimane questa. Atac si adeguerà».

Sono arrivati, intanto, i soldi per i dipendenti della Roma TPL, la società che gestisce per conto di Atac le linee periferiche e meno competitive: nonostante questo, i sindacati hanno confermato lo sciopero indetto per il prossimo 2 ottobre.

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