Angela Merkel, l’apertura verso Assad mette in difficoltà la cancelliera

Angela Merkel

sta attraversando una fase difficile. I consensi rimangono ancora molto alti per la cancelliera, ma la sua gestione della crisi dei migranti così come lo scandalo Volkwagen stanno offuscando la sua immagine vincente. La sua presa di posizione pro Assad ha generato numerose perplessità all’estero, visto che il dittatore di Damasco è considerato un ostacolo da rimuovere dalla maggior parte della comunità internazionale per risolvere la crisi siriana.

ANGELA MERKEL ASSAD

Angela Merkel ha dichiarato che sulla crisi siriana bisogna discutere con molti attori, incluso anche Assad. Una dichiarazione assai forte, rivelatrice probabilmente delle difficoltà interne create dalla crisi dei migranti siriani, arrivati a centinaia di migliaia in Europa in questi ultimi mesi. La cancelleria tedesca ha espresso una posizione isolata, visto che finora solo la Russia ha difeso Assad. In questo ultimo periodo Mosca ha deciso di intervenire al fianco del regime di Damasco, ormai in gravissime difficoltà dopo 4 anni di guerra civile, per evitare il collasso della Siria. La svolta della Russia ha creato molte perplessità, anche se gli Stati Uniti hanno leggermente corretto il loro corso anti Assad. I partner americani nell’area, le monarchie del Golfo e la Turchia con un ruolo autonomo, sono tra i principali sostenitori della rivolta sunnita contro il regime sciita che governa la Siria da diversi decenni. Nell’ultimo incontro con il ministro degli Esteri di Mosca John Kerry, che finora aveva sempre posto come condizione di ogni trattativa sulla crisi la rimozione immediata di Assad, non ha più indicato un orizzonte temporale definito per il regime change a Damasco. All’interno dell’establishment americano sono cresciute le perplessità sull’appoggio alla ribellione siriana, vista l’inaffidabilità di molte sue componenti, legate al jihadismo sunnita.

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ANGELA MERKEL EUROPA

La svolta pro dialogo con Assad di Angela Merkel potrà essere compresa con maggior chiarezza dopo l’incontro tra Barack Obama e Vladimir Putin. I presidenti delle due superpotenze nucleari si vedranno a margine dell’assemblea generale dell’Onu, per un confronto su Siria e Ucraina. Gli alleati europei che siedono nel Consiglio di sicurezza dell’Onu come membri permanenti, Regno Unito e Francia, hanno posizioni molto più dure nei confronti di Assad. Per David Cameron la rimozione del dittatore di Damasco rimane obiettivo prioritario, mentre François Hollande, che pur ha mostrato comprensione verso le posizioni di Angela Merkel, ha ribadito come non si può immaginare un futuro della Siria con Assad. A livello diplomatico la situazione, per quanto siano diverse le condizioni, assomiglia alla crisi del 2013, quando l’utilizzo delle armi chimiche stava spingendo gli Stati Uniti a un intervento militare contro il regime di Damasco. La Francia si schierò subito con Washington, mentre il Regno Unito fu bloccato da un voto della Camera dei Comuni che bocciò la proposta di David Cameron di partecipare alla operazione anti Assad. La Germania allora si mise in testa al fronte anti intervento guidato dalla Russia, e anche ora, nonostante la rottura sull’Ucraina, Berlino si mostra come la cancelleria più dialogante nei confronti del regime. Una scelta che non piace al più importante settimanale tedesco, Der Spiegel, che rimarca come i crimini contro l’umanità compiuti da Assad rendano impossibile un dialogo con lui.

Photo credit: Adam Berry/Getty Images

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