Porta a Porta e i vegani: era meglio quando c’erano i Casamonica

Bruno Vespa ha fatto più danni ieri in un’ora e mezza di trasmissione che… non lo so, non riesco nemmeno a pensare ad un paragone calzante. Ha avuto la possibilità di esplorare sulla rete ammiraglia del servizio pubblico una tematica attuale e tra le più controverse in circolazione e l’ha ridotta ad una chiacchiera da bar. Tutto sbagliato a partire dal titolo della trasmissione “Oltre 4 milioni, la carica dei vegani”, che detto così assomiglia tanto alla famigerata “invasione” paventata da Matteo Salvini. Va anticipato, per correttezza, che non mangio carne e limito il consumo di uova e latticini ai prodotti acquistati “dal contadino”. Sono vegetariano, non sono vegano, lo faccio per me,  non mi interessa quello che mangiano gli altri e, soprattutto, questo non è questo il punto focale dell’articolo.

Le premesse erano buone, il comunicato stampa pre-trasmissione anche:

Sono ormai tanti gli italiani che scelgono di rinunciare alla carne: l’alimentazione vegana è uno stile di vita sempre più in voga. Ma si corrono dei rischi per la salute? Esistono controindicazioni nella dieta vegana? Quali sono invece i benefici?

Peccato che poi non sia andata proprio così.

Nella parte sinistra dello studio, a sostegno degli onnivori il prof. Giorgio Calabrese, alfiere della dieta mediterranea, dall’altra un manipolo di eroi capitanati dal prof. Leonardo Pinelli, pediatra vegan. Ribattezzati da Vespa “plotone di esecuzione vegano”. L’immagine del “cinque contro uno” suggerisce due cose, plausibili, ma diametralmente opposte. La prima ipotesi è che basti una persona per smentire la tesi delle altre cinque. La seconda ipotesi è che si volesse dare l’idea di un “illuminato” attaccato dal popolino che segue la moda. Sarebbe, a mio avviso, stato più corretto offrire pari opportunità ad ambo le parti.

Nella parte vegana dello studio sedevano nell’ordine, Leonardo Pinelli, Paola Maugeri, Mirco Bergamasco, Tullio Solenghi e Laura Fiandra. Gli ospiti, dopo aver fatto notare più volte a Vespa che non si trattasse di una “moda”, quanto più di uno stile di vita dettato da scelte etiche o salutistiche hanno visto partire un bel servizio dal titolo: “La moda vegana in italia e nel mondo”.

Per tutta la puntata si è partiti da un preconcetto sbagliato e si è tenuto il punto senza mollare di un millimetro arrivando ad accusare di “terrorismo” il prof Pinelli. “Lei è un terrorista” ha sputacchiato un Calabrese paonazzo con l’appoggio del conduttore. Pinelli sarebbe quindi un terrorista per aver citato, in maniera volutamente provocatoria, i recenti report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Fao in cui, a grandissime linee, si dice che non c’è nessuna correlazione tra l’aumento dell’introito di calcio e la diminuzione del rischio di fratture ossee.

Ma non solo, Pinelli è un terrorista per aver detto che il bestiame da macello viene bombardato di ormoni ed è un terrorista per aver sostenuto che il latte, raggiunta una certa età vada eliminato o ridotto dalla dieta. Le raccomandazioni OMS/FAO per l’osteoporosi indicano di mangiare più frutta e verdura piuttosto che affidarsi ai latticini per assicirarsi una buona salute delle ossa. Ma per Vespa è terrorismo.

Gli ospiti sono stati volutamente ridicolizzati in più occasioni, come quando hanno tentato di spiegare a Bruno Vespa che la prima pizza napoletana fosse la marinara (quindi vegan). Il conduttore si è sfregato le mani pregustando la gaffe vegana, peccato che i campioni del mondo di pizza napoletana abbiano confermato tutto. Non senza disappunto dello stesso Vespa.

Ieri sera abbiamo assistito ad una puntata di colore, ma approssimativa. La sensibilizzazione all’alimentazione vegana non può essere trattata a colpi di superficialità e battibecchi da talk show tra una battuta di Tullio Solenghi e una scenata acchiappa audience di Calabrese. Discutibilissima l’idea di accostare la dieta vegana a quella dei “bibitoni americani”. Non ci si aspetta questo dal programma di punta della Rai, non ci si aspetta questo da un giornalista importante come Bruno Vespa e non ci si aspetta questo nemmeno dagli ospiti.

Poco fa Paola Maugeri ha commentato così la puntata sul suo profilo Facebook

Nella puntata di ieri sera di porta a porta sono stati piantati dei semi. È poco rilevante che sia stato difficile e a tratti frustrante. Ciò che conta è, che comunque sia andata, questi semi sono stati piantati.
In 17 anni di veganismo ho sempre creduto in una testimonianza personale e pacifica. Ieri non rappresentavo nessun movimento vegano ma solo me stessa e la mia storia.
Non m’interessa urlare e prevaricare per esprimere ciò in cui credo, al contrario m’interessa provare ad ascoltare anche chi la pensa in maniera diametralmente opposta da me.
Che tutto questo possa incontrare plauso o diniego m’interessa poco.
Fa parte del gioco.
Una cosa però è certa! Le cose stanno cambiando! Il nostro paese è sempre più pieno di persone che hanno deciso di vivere IN PACE cominciando a mangiare IN PACE ed è per questo che una sola frase mi ha fatto da mantra durante il tempo trascorso in quello studio ed è una frase di Victor Hugo che afferma che nulla è più forte di un’idea il cui momento è arrivato!

Tanto di cappello per Paola e Mirco che hanno raccontato la loro storia, ben consci di come dia più fastidio ad un onnivoro che vegetariani e vegani non mangino carne che non viceversa. Tanto di cappello quindi, ma su una cosa devo dissentire. Nella puntata di ieri non sono stati piantati semi. Non è passato nessun messaggio positivo. Pinelli è passato come un fanatico estremista per aver esposto (male) dati scientifici, ed è stato accusato pubblicamente di terrorismo. E con lui tutti noi.

Se questo è il seme, sarebbe stato meglio non piantarlo.

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