Roma, teschio umano trovato nella spazzatura

Roma, teschio umano trovato nella spazzatura: nel quartiere Don Bosco i netturbini di Ama ieri hanno lanciato un urlo. Dai cassonetti sono emersi resti umani, fra cui un teschio con un foro sulla fronte compatibile con un buco di proiettile, e altre ossa “fra carte gettate in un contenitore alla bell’e meglio”. Dopo alcune indagini, si è appreso che provenivano dallo studio di un medico, che ora rischia anche un’incriminazione per uso improprio di cadavere.

ROMA, TESCHIO UMANO TROVATO NELLA SPAZZATURA

Il Messaggero nella Cronaca di Roma riporta quanto accaduto ieri nella zona che è già salita all’onore delle pagine dei giornali per il funerale shock di Vittorio Casamonica.

«Oddio, correte! C’è uno scheletro nel cassonetto», ha urlato un operatore dell’Ama ieri mattina a Don Bosco. Una scena surreale. Da una scatola di cartone gettata nell’immondizia, sono spuntati un teschio e tra alcune carte all’interno del contenitore anche altre ossa, gettate in un secchione in via Flavio Stilicone all’altezza del civico 206. In pieno centro abitato e davanti a un palazzo abitato da oltre cento famiglie. Un giallo che nelle prime ore dalla mattinata, si infittiva sempre di più, fino a quando gli agenti del commissariato Toscolano, che nel frattempo avevano avviato i rilievi hanno fatto chiarezza. Le ossa provenivano dallo studio medico di una dottoressa. Si tratta di una ricercatrice sarda in pensione, che aveva fatto svuotare il locale da un’inserviente.

I resti erano stati presi dalla dottoressa molti anni fa in un ossario, e li teneva per fini didattici e scientifici: una pratica, in realtà, comune a molti medici – che però, difficilmente si sognano di buttarli dentro il primo cassonetto.

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Ora, però, la donna rischia un’incriminazione.

Al momento non si configurano nei confronti della donna ipotesi di reato, ma le indagini chiariranno nei prossimi giorni se la ricercatrice fosse in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie a custodire ossa umane e se davvero la sua versione coincida con la realtà. Se così non fosse, la donna potrebbe essere accusata di uso illegittimo di cadavere. Un reato che prevede la reclusione fino a sei mesi per chi «disseziona o adopera un cadavere o parte di esso, a scopi scientifici o didattici, in casi non consentiti dalla legge». Nulla di tutto questo sembra, però, configurarsi al momento.

Cose del genere in realtà non sono rare: la stessa situazione si verificò, scrive sempre il Messaggero, a Modena, dove dopo un incendio i pompieri trovarono ossa umane nell’appartamento di un medico, utilizzati per gli studi di medicina da lui e dalla figlia.

Copertina: Andrea Schillaci / Deviantart

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