Non si capisce un gender

Nella Buona Scuola non c’è la teoria del gender. L’ha detto il ministro Giannini e ha anche mandato una circolare per ribadirlo. Dice che nella riforma non è contemplata questa teoria, che a quanto pare è una roba da combattere, e la parte avversa (avversa a che? Avversa al gender? Boh!) dice che invece la riforma è piena di gender. Ma che è ‘sto gender? E qual è la teoria a esso collegata?

Il gender secondo alcuni inquina i cervelli dei bambini, mina le fondamenta della famiglia, distrugge l’umanità. Il gender è lo sterco del demonio. Oh bella, addirittura? Resta il fatto che non si capisce bene cosa intenda chi ne parla. Anzi, a ben vedere si sa cosa sia, ma non è chiaro perché sia così controindicato usare questa parola. Gender in teoria non sarebbe un termine da bandire dal vocabolario. È una parola che si può dire anche in chiesa, visto che è il vocabolo inglese che significa genere nel senso di maschile o femminile.
La teoria del gender è avvolta da un fitto mistero. Cerchi sui motori di ricerca Teoria del Gender e trovi pagine intitolate “Studi di genere”. Andate a vedere su Wikipedia. L’unico pericolo che si può intravedere in questi studi è di addormentarsi mentre si legge il complicato approfondimento. È roba per l’insonnia grave, un pericoloso concorrente del Tavor.
La teoria pare giunga da muffose quanto speciose dissertazioni socio-flosofiche cominciate negli Stati Uniti negli anni Cinquanta e Sessanta, ispirate al concetto sacrosanto che un essere umano ha il diritto di essere ciò che vuole essere e che maschi e femmine sono uguali e che poi se una donna studia magari poi vuole fare qualcosa di interessante e se uno è omosessuale ha il diritto di vivere la sua vita come meglio crede e anche di non fare il parrucchiere o lo stilista. Poi ci hanno appiccicato di tutto, compreso il fatto dello sterco del demonio e che ci sarebbe un complotto di gay e lesbiche per prendere il controllo del mondo. Niente di più facile. Magari ci sono anche degli alieni infiltrati gender che li aiutano in questa impresa.
Papa Francesco ha detto che la teoria del gender è “espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza perché non sa più confrontarsi con essa”. Avrà i suoi motivi per esprimere pareri del genere (del gender), per carità, e forse lui la teoria gender l’ha anche capita. Forse si teme tanto la teoria gender perché è una cosa estremista, magari si pensa che pubblicizzandola eccessivamente i maschi vorranno diventare tutti femmine e le femmine tutti maschi. Forse è per questo che il ministro Giannini si è arrabbiato, per via del fatto che nel giro di pochi anni saranno i maschi a indossare i grembiulini bianchi con il colletto rosa e le femmine quelli neri con il colletto azzurro. Chissà dove andrà a finire la scuola italiana, con questa confusione nei grembiulini. Che ovviamente è il più grande problema che la scuola italiana possa avere, come tutti sanno.
Alla fine pare di intuire che, secondo la teoria del gender, mentre il sesso di una persona è costituito dal corredo genetico e da un insieme di caratteri biologici che determinano se sei maschio o femmina, il genere è una cosa che deriva dalla cultura, dalla società in cui si vive, dalle tradizioni, dalla storia. E poi c’è come uno si sente nel suo intimo. Insomma, per esempio tu puoi nascere femmina nell’Ottocento in Polonia, cambiare cognome in Curie, diventare scienziato e vincere due premi Nobel, puoi nascere maschio in Argentina, cambiare nome da Giorgio a Francesco e uscire sempre vestito in lungo in centro a Roma.
Ma il ministro Giannini, che di gender è una donna e che tanto ci tiene a sottolineare che la sua riforma è non-gender, perché è un ministro? Perché nei secoli scorsi delle donne (si può ancora usare questa parola o è troppo gender?) come lei hanno lottato per veder riconosciuti i propri diritti allo studio, alla libertà di pensiero e alla rappresentanza politica. Hanno lottato per la parità di gender, insomma. E tutti noi che abbiamo fatto il tifo per Samantha Cristoforetti non siamo condannabili per eccesso di genderismo, visto che Astrosamantha è nata femmina e le femmine tradizionalmente non fanno l’astronauta (anche se la parola finisce per a)?
Dovremmo anche mettere all’indice le canzoni di Tiziano Ferro, già che ci siamo, oltre ai libri per bambini con i pinguini maschi che crescono il pinguino orfanello, come ha fatto il sindaco di Venezia. E soprattutto vietare lo scandaloso documento pro-gender che, nell’articolo 3, dice testualmente “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Ma come si fa a promulgare una roba di questo gender? Chissà come andavano in giro vestiti quei tizi che l’hanno scritto.

Share this article
TAGS