«Se Grasso apre a modifiche articolo 2 è un fatto inedito»

ore 19:12 – La relazione del segretario Matteo Renzi è stata approvata all’unanimità: ma la minoranza è assente.

ore 19:01 – «Se c’è la doppia conforme, non si può fare finta che non ci sia. Se si decide di cambiare la doppia conforme è chiaro che si riapre la discussione su tutto. Un anno e mezzo fa la legislatura era alla fine. Senza riforme questa legislatura non esiste. Non è una minaccia per il futuro, ma una considerazione per il passato»

ore 18:56 – «Uno dei grandi temi non toccati nella relazione è valorizzare più e meglio la formazione politica. C’è anche un tema grande come una casa che riguarda il nostro partito, sulla formazione». «Le due sconfitte più brucianti, la regione Liguria e il Comune di Venezia vengono da due primarie che hanno visto rompere l’unità del partito, in Liguria, e vincere il candidato avversario pur avendo candidato il più forte. Una discussione sulle primarie, più o meno convocabili, va fatta», ha aggiunto Renzi nel suo secondo intervento, quello conclusivo.

ore 17:42 – La minoranza dem insiste sul Senato elettivo. Se l’ex segretario dem Pierluigi Bersani ha disertato il vertice, prima dell’inizio della riunione del parlamentino dem è stato Roberto Speranza a rilanciare sul Senato elettivo: «Listino? No, noi puntiamo sull’elezione diretta dei senatori. Si può fare cambiando il comma 5 dell’articolo 2? Non è un problema di commi, ma di merito».

ore 17:39 – «Vendola dice che io avrei minacciato Grasso. Ribadisco allora quello che ho detto: se il presidente del Senato apre in generale sulla doppia conforme, è ovvio che dobbiamo fare una riunione dei gruppi Pd di Camera e Senato per ragionare su questo fatto». Durante la direzione nazionale Pd Matteo Renzi replica al leader di Sel.

ore 17:29 – Gianni Cuperlo: «Tagliare il traguardo delle riforme è un obiettivo comune. Poi conosciamo tutti le criticità di una riforma». «Nel nostro caso la riforma elettorale e costituzionalità ha sollevato alcuni dubbi. L’elezione diretta è una legittima garanzia. La risposta a questa esigenza è nota: si è detto discutiamo ma senza stravolgere l’impianto. Io penso che si debba uscire con un modello più efficiente ed equilibrato. E per tagliare questo traguardo non ci deve essere una conta numerica». «La soluzione prospettata da Vannino Chiti va nella direzione giusta». E poi chiude con una battuta: «Alla fine della partita del Giappone Rugby l’allenatore ha detto di essere favorevole al Senato elettivo».

ore 17.00 Matteo Renzi alla direzione nazionale Pd chiude con la minoranza sulla Riforma Senato: «Siamo aperti a discussione civile nel merito, ma se si usa la Costituzione per porre diktat noi non ci stiamo. La riforma si fa. Non è in discussione. Io mi auguro che su questo si possa portare tutto il Pd». E sulla riserva del presidente del Senato Pietro Grasso sull’articolo 2 punzecchia: «Se Grasso apre a modifiche è un fatto inedito. Il presidente del Senato ha lasciato intendere che potrebbe aprire alle modifiche su un articolo già passato due volte per le Camere. In quel caso dovremmo convocare una riunione congiunta di Camera e Senato…. Noi sappiamo perfettamente che l’elezione diretta non è possibile». Per il premier l’elezione diretta (dei futuri senatori, ndr) non può sussistere perché c’è già stata una «lettura in doppia conforme», ma si può pensare ad un meccanismo di indicazione dei senatori sul modello «della Legge regionale Tatarella del ’95». «Se i talk show del martedì fanno meno della replica numero 107 di Rambo dobbiamo riflettere».

16,53 – «Nessun potere del presidente del Consiglio viene modificato con questa riforma costituzionale. C’è chi parla di svolta antidemocratica. Una risata è l’unica risposta possibile e immaginabile. Non c’è in questa riforma un tentativo di azione della forma di governo».

16,42 – «Il primo Patto del Nazareno lo abbiamo fatto tra noi. Qui dentro. Questa legislatura è nata male: con una non vittoria. Per due mesi non si è formato il governo, questa legislatura non è riuscita a fare un presidente della Repubblica, all’inizio. Quando la legislatura non procedeva, dentro al Pd si è deciso di fare una mossa ardita, come Giappone contro Sud Africa nel rugby: si va all’ultima azione, 28 a 30, e il Giappone ha la palla, tutto ci si aspetta, tranne che il Giappone attacchi, ma con un’azione che entrerà nella storia, il Giappone attacca e vince la partita». «Ci sarà la possibilità per noi di stare sul territorio più di quanto abbiamo fatto con il Porcellum, e più di quanto avremmo potuto fare con il Consultellum».

16.37 – «Nell’Europa nata perché un Muro era caduto, si ritirano su i muri, partendo anche dal consenso di governi che sono, teoricamente, di sinistra». Renzi tocca la questione eruopea criticando anche membri del Partito socialista a livello europeo, decisamente più pro Orban. «Ma l’Europa – ha sottolineato – è nata per abbattere i muri».

16.34 – «Siamo stati troppo prudenti per l’Italia che si mette in moto. Le riforme servono. Ecco è partito un film, un tentativo di costruzione parallela: l’Italia va bene perché va bene la questione estera. L’Italia riparte per la congiuntura e non per le riforme. Ho sentito dire: le menzogne hanno le gambe corte».

16,20 – «”Non partirò dai commi degli articoli. […]. In un momento come quello che stiamo vivendo il partito più forte d’Europa non deve occuparsi di artifici tecnici». E sulla Grecia: «Le scissioni funzionano molto come minaccia e un po’ meno al passaggio elettorale: chi di scissione ferisce di elezioni perisce e anche ‘sto Varoufakis se lo semo tolti di mezzo».

16,16 – «Le famiglie normali in questi giorni vivono i primi giorni di scuola e anche i cambiamenti sulla nuova scuola», Matteo Renzi apre parola alla Direzione Nazionale del Partito Democratico con la riforma scolastica. «Perché parto da qui? Perché la Buona Scuola è stata possibile dalla vostra insistenza e tenacia. Subito dopo le amministrative ho avuto dubbi sull’approvare subito questa legge. Io vi ringrazio per la vostra insistenza».

15, 48 – Questa sarà una direzione senza uno dei critici di Largo Nazareno: Pierluigi Bersani. L’ex segretario è previsto alla chiusura della Festa del Pd di Modena, in agenda da settimane, e quindi non ha partecipato alla riunione.

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ore 15, 49 – Assente anche il senatore Felice Casson. «Noi della minoranza in disaccordo su tutto come dice la Boschi? Noi siamo già d’accordo, abbiamo firmato 17 emendamenti, forse la ministra non è a conoscenza che abbiamo firmato questi emendamenti tutti insieme», ha ribadito al programma di Rai Radio2 ‘Un Giorno da Pecora’. «Non andrò in direzione oggi perché è inutile, se si vuole fare un confronto serio si poteva fare da due mesi, si dice sempre ma non si fa mai”, ha spiegato a Radio2 Casson».

(In copertina foto FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

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