Poroshenko caccia i giornalisti stranieri dall’Ucraina

Il presidente Poroshenko ha firmato ieri sera un decreto per l’espulsione di circa 40 giornalisti stranieri dall’Ucraina, compresi in una lista di 387 persone in tutto tra giornalisti e politici stranieri, perché «pongono una minaccia alla sovranità e alla sicurezza nazionale» del paese.

Poroshenko non è più Charlie
Poroshenko non è più Charlie

POROSHENKO CACCIA I GIORNALISTI –

Non lo ha fatto di nascosto, sul suo sito è anzi apparsa subito la foto di Petro Poroshenko mentre firma l’incredibile decreto, scaricabile dalla sua pagina. Poroshenko non è più «Charlie» come quando sfilava in favore della libertà d’espressione a Parigi, e non è il solo, ma il voltafaccia di ieri sera è davvero notevole, visto che in teoria il presidente rappresenta il baluardo libertario contrapposto al regime putiniano, che si sta mangiando pezzi dell’Ucraina da quando nel paese è emersa prima la rivolta di Maidan e poi un governo che ora conduce una guerra a bassa intensità contro i separatisti russi sostenuti da Mosca.

I NEMICI DI POROSHENKO  –

Il baluardo ieri ha deciso che i giornalisti di testate come BBC o el Pais, o come gli italiani Fabrizio Bertot, Alessandro Musolino, Alessandro Bertoldi, Giuseppe Raffa, tutti inclusi nella lista di 387 indesiderati che comprende più o meno tutte le nazionalità e tutti o quasi gli europei. Oltre al serio problema rappresentato dal presidente di una sedicente democrazia che espelle i giornalisti stranieri, la decisione di Poroshenko colpisce ancora di più perché rivolta contro i giornalisti dei paesi europei che tanto sostengono e hanno sostenuto il suo governo e la sua nomina e contro testate che sicuramente non possono essere considerate ostili ne all’Ucraina, ne al suo governo in particolare.

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POROSHENKO CONTRO I BERLUSCONIANI –

A compilare la lista sarebbe stato il Consiglio Nazionale della Difesa e della Sicurezza e ovviamente colpisce di più i giornalisti provenienti dalla Russia o da paesi ex sovietici rimasti vicini a Putin, ma s’estende anche ai giornalisti comunque considerati ostili anche se vengono da paesi che sostengono l’Ucraina. Così ne hanno fatto le spese i giornalisti, ma anche diversi politici critici con il regime, come il gruppo di italiani vicini a Forza Italia, ai quali non ha sicuramente giovato la visita di Berlusconi e Putin nella Crimea occupata dai russi. Particolarmente colpita è stata la BBC, che si è vista cacciare tre corrispondenti e che ha immediatamente chiesto la revoca del provvedimento.

POROSHENKO CAMBIA IDEA SUI GIORNALISTI DI BBC –

Steve Rosenberg, Emma Wells e Anton Chicherov, che lavorano per BBC, potranno rimanere nel paese. Lo ha annunciato lo stesso Poroshenko, che dopo lo scandalo suscitato dalla decisione ha cambiato idea affermando che «la libertà di stampa per me è sacra». Discorso che evidentemente non vale per le altre decine di giornalisti espulsi con lo stesso provvedimento, ora cancellato per la troupe della BBC.

 

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