La Siria e i paesi del Golfo verso i mondiali del 2018

Il calcio in Asia è una passione vibrante e il movimento è in grande espansione, nelle qualificazioni per i mondiali del 2018 stanno emergendo nuovi protagonisti che mettono in discussione le antiche gerarchie.

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Un momento di Siria-Cambogia, in copertina i giocatori dell’Iraq (Getty Images)

VERSO RUSSIA 2018 –

Nelle qualificazioni asiatiche per il mondiale di calcio del 2018 brillano le squadre di due paesi in guerra, con l’Iraq che ha pareggiato 2-2 con la Thailandia dopo essere andato in vantaggio per 2-0 e che rimane imbattuto, mentre la Siria, che le gioca tutte in trasferta, ha asfaltato la Cambogia a domicilio rifilandole un secco 6-0 davanti al pubblico di casa a Phnom Penh. La Siria non si  mai qualificata per la fase finale e ora guida il Gruppo E con 9 punti, 13 gol fatti e nessuno subito. Non altrettanto bene va all’Afghanistan, messo sotto con punteggio tennistico dal Giappone.

I PAESI DEL GOLFO ALLA RISCOSSA –

Bene fanno anche altri paesi mediorientali e a farne le spese è la Malaysia, prima sconfitta con un umiliante 10-0 dagli Emirati e ora quasi sicuramente battuta anche dall’Arabia Saudita a tavolino dopo che le intemperanze dei suoi tifosi hanno fatto sospendere il match tra le due squadre allo Shah Alam Stadium di Selangor. Vada come vada, la partita è stata interrotta al minuto 87, l’Arabia Saudita stava vincendo 2-1 e nemmeno il licenziamento dell’allenatore della Malaysia, Dollah Salleh, è bastato a placare i tifosi e a rimettere in piedi una squadra con grossi limiti e che langue in coda al Gruppo A. Non aiutano le polemiche assurde, con il governo che se l’è presa con la federcalcio locale perché non sa controllare i tifosi.

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I NUOVI PROTAGONISTI DEL CALCIO ASIATICO –

Ben piazzato anche il Qatar, che guida il Gruppo C davanti alla Cina e ad Hong Kong staccate di due punti. Bene pure il Kuwait e la Giordania, ancora imbattuta. La suqadra di Kuwait City è seconda nel suo gruppo con 7 punti dietro alla Corea del Sud. Exploit, quelli delle squadre del Golfo, sostenuti sia da una evoluzione tecnica che dall’indispensabile apporto di giocatori naturalizzati, ai quali gli sceicchi fanno ponti d’oro.

 

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