Multe per le sigarette a Roma, avanti tutta

“Manca la bistecca e te preoccupi dell’insalata”: così un cittadino commenta sulla pagina Facebook di uno dei principali quotidiani di Roma l’intenzione della giunta comunale guidata da Ignazio Marino riguardo l’introduzione, che ormai sembra assicurata, di una mmulta per chiunque sia colto a gettare per terra cicche o mozziconi di sigarette. Una sanzione da circa 150 euro che il cittadino romano, o l’avventore delle serate della capitale, dovrà pagare all’erario cittadino quale prezzo del suo contributo al degrado della città: “Non è una misura per fare cassa”, dicono dal comune, ma è “per promuovere il decoro”.

L’idea sembra incontrare, stando almeno ai commenti sui social network, il favore della cittadinanza. Sono molti i romani che hanno viaggiato in Europa e all’estero e ricordano che sanzioni del genere sono diffusissime: a Londra si pagano 80 sterline, a Parigi 35 euro; senza uscire dai confini nazionali, a Trento si pagano 500 euro di multa, a Parma se ne pagano 300, Firenze chiede 150 euro di ammenda, come dunque quelli che il regolamento romano punta ad introdurre; come anche il “pallino” del sindaco Ignazio Marino, il portacenere portatile, non sembra ai romani qualcosa di assurdo. Qualcuno ricorda che costa tre euro in qualsiasi tabaccaio, e che in generale possono essere introdotte regole di qualunque tipo, ma se manca la coscienza civica e la voglia di mantenere la città pulita, non c’è normativa che tenga.

Insomma, la città sembra pronta ad un giro di vite sul decoro delle strade, invase da mozziconi di sigarette; secondo lo studio che viene riportato sulle pagine dei giornali, quello di EcoItaliaSolidale, sono 11 milioni le cicche gettate a terra nella capitale ogni giorno, e considerando che ci sono 11 milioni di fumatori in Italia, è come se ogni italiano frequentatore di tabaccai venisse ogni giorno fra le mura Aureliane a fumare e gettare il mozzicone. Alcuni cittadini, però, sono convinti che i problemi siano altri: “Roma è abbandonata da anni, c’è lo schifo ovunque, le stazioni metro sono in mano agli zingari ecc. ecc. e questi si sono accorti solo delle cicche”, scrive qualcuno; “cominciate a pulire la città da tutti quegli sporchi lucidi ladri di rom”, esagera qualcun altro.

Senza voler commentare la piega razzista di queste affermazioni, ci fermiamo allo spirito “benaltrista” dei cittadini, probabilmente fumatori, che non vogliono farsi togliere il privilegio di “ciccare” dove e come vogliono. La misura dell’amministrazione, oltre ad essere tardiva rispetto a quella di tante città analoghe che da anni la adottano, è da normale, ordinaria e buona gestione e anzi, ci preoccupiamo piuttosto di come potrà essere tradotta in applicazione concreta, se e come funzioneranno i controlli, se una misura del genere potrà essere concretamente fatta rispettare. Questi sono, chiaramente, problemi successivi all’approvazione della delibera, che auspichiamo venga licenziata in tempi brevi e messa nelle condizioni di andare a regime entro l’autunno. Se poi funzionasse da disincentivo al tabagismo, e qualche romano decidesse di ridurre le sigarette fumate solo perché non ha più il diritto di tirarne i resti dove vuole, impunito, non potremmo che esserne contenti.

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