Mafia Capitale, “Salvatore Buzzi invitava a votare per Daniele Ozzimo”

Mafia Capitale,Daniele Ozzimo fu eletto con i voti della coop di Salvatore Buzzi”. Parla con i magistrati, ed è ritenuta attendibile, Nadia Cerrito, dipendente della cooperativa 29 Giugno del principale sodale di Massimo Carminati – il terrorista neofascista dei Nuclei Armati per la Rivoluzione, ritenuto il boss del sistema criminale del Mondo di Mezzo; parla e spiega le sigle dei bilanci, le pieghe dei conti di Mafia Capitale, le dazioni di denaro a questo o a quell’esponente.

MAFIA CAPITALE, “SALVATORE BUZZI INVITAVA A VOTARE PER DANIELE OZZIMO”

“Bipop”, “Colt”, “Car”, “Bat”: sono queste le sigle sui conti di Salvatore Buzzi, che gli inquirenti, finora, non erano riusciti a decifrare. Grazie alla collaborazione della donna dei conti della della 29 Giugno, e formalmente la vicepresidente di Formula Sociale – l’emanazione del sistema 29 giugno che permetteva a Salvatore Buzzi di partecipare all’appalto più remunerativo, quella del CUP per il Sistema Sanitario Regionale – ora i Pm sono riusciti a comprendere a chi finissero i soldi, registrati nel bilancio a nero, in uscita dalla cooperativa di Buzzi.

«Ho tenuto la contabilità in nero dall’inizio del 2012 fino al mio arresto nel 2014» premette la Cerrito. Poi, traducendo le scritte sul libro nero: « ‘Car’ significa Carminati: posso aggiungere che in tre o quattro occasioni le dazioni di denaro sono andate realmente a Massimo Carminati». Sembra un dettaglio scontato ma è la prova che i due imputati, descritti come politicamente inconciliabili (uno ex dei Nar, l’altro del Pci), avevano un solido punto d’incontro negli affari. Con la liquidità amministrata dalla contabile, le coop si spianano la via degli appalti importanti. Cos’è la sigla ‘Apdn’? chiedono i magistrati all’indagata. «È relativa al centro di accoglienza di Ponte di Nona – risponde la Cerrito- Sono prelievi fatti da Claudio Bolla (imputato, ndr) per la questione degli immigrati».

Nei racconti della Cerrito anche Daniele Ozzimo, che secondo Salvatore Buzzi era il referente del sistema delle cooperative in consiglio comunale.

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La numero due di Buzzi racconta di come l’ex assessore alla Casa fosse stato ospitato nella sede della Cooperativa Sociale, con tanto di invito personale da parte del presidente della Cooperativa, rivolto ai suoi dipendenti, a votare l’esponente del Partito Democratico, già agli arresti domiciliari, poi scarcerato, che ha recentemente chiesto di essere giudicato allo stato degli atti convinto di poter dimostrare la sua estraneità alle accuse.

E ancora: «Bipop sta per Bioparco, lavori non fatturati». Anche lo zoo romano che dipende dall’assessorato all’ambiente (il più infiltrato secondo i pm e dunque il più preso di mira anche dal prefetto Franco Gabrielli che ha chiesto l’annullamento di 11 sue delibere) era funzionale agli affari di Buzzi e soci. Manipolando i vertici di quel dipartimento non solo le coop si sarebbero aggiudicate l’appalto per i servizi di guardiania ma avrebbero disposto anche l’assunzione, proprio al Bioparco, di Tatiana Tomasetti, una protetta di Daniele Ozzimo, l’ex assessore alla casa, al quale dovevano più di un favore: «Ozzimo è stato presente presso i nostri uffici e Buzzi ha invitato tutti i dipendenti a partecipare all’incontro e votarlo (alle comunali, ndr)» dice Nadia Cerrito.

Nelle rivelazioni della Cerrito anche i primi segnali del sentiero dell’inchiesta che potrebbe condurre alla regione Lazio, e che ha coinvolto il capo di gabinetto di Nicola Zingaretti, Maurizio Venafro.

Ce n’è anche per Luca Odevaine, che dal carcere ha ammesso di prendere soldi dalle coop: «La collega Emanuela Minelli mi disse che doveva fare un biglietto per Odevaine e Claudio Caldarelli che dovevano fare un viaggio assieme». L’ultima domanda riguarda la gara per il centro di prenotazione unico della Sanità. Un appalto che sarebbe stato vinto da Buzzi grazie a una complessa manipolazione d’asta per la quale la procura chiede il rinvio a giudizio anche dell’ex braccio destro di Nicola Zingaretti, Maurizio Venafro. «Non ho mai sentito nominare Venafro-dice la Cerrito – mentre Zingaretti era un nome che circolava all’interno della coop». Quanto al Cup, spiega lei: «Ho sentito riferire su quella gara. In una occasione ho chiesto a Caldarelli se l’avessimo vinta. Quest’ultimo mi rispose che ci stavano lavorando e che l’importo sarebbe stato di 800mila euro. somma che mi impressionò».

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