Riforme, Bersani “avverte” Renzi: «Niente disciplina di partito su Costituzione»

08/09/2015 di Redazione

Riforme,

se Matteo Renzi ha avvertito la minoranza Pd di non voler modificare l’articolo 2 del disegno di legge Boschi, l’ex segretario dem Bersani e i suoi fedelissimi continuano a insistere per non eliminare l’eleggibilità diretta dei futuri senatori. «Non si può chiamare alla disciplina di partito davanti alla Costituzione. Non si è mai fatto in nessun partito», ha chiarito il principale leader della sinistra dem. Parole che lasciano aperto lo scontro interno in casa Pd, in attesa della decisiva riunione del gruppo dem al Senato, prevista per le 20 a Palazzo Madama.

Minoranza Pd
ANSA/ALESSANDRO DI MEO

 

RIFORME, BERSANI E IL MESSAGGIO PER RENZI: «SULLA COSTITUZIONE NON C’È DISCIPLINA DI PARTITO»

Se per la maggioranza renziana un’intesa è ancora possibile con i dissidenti sull’ipotesi del “listino di consiglieri regionali ad hoc (stilato dai partiti e votato dagli elettori al momento del rinnovo dei vertici delle Regioni, ndr), la minoranza continua a rifiutare la proposta, rivendicando l’elezione diretta: «Il listino? Non si può scrivere una cosa in un articolo e poi correggerla in un altro». Bersani ha replicato anche alle accuse di voler sabotare le riforme e affossare il segretario: «Spaccare il Pd sulle riforme? Io sono per il sì, non per il no alla riforma costituzionale. Ma qui non è in gioco il superamento del bicameralismo perfetto, il doppio voto di fiducia. Tutti vogliono la riforma e intendono portarla in porto. Qui è in gioco se, dopo la legge elettorale, noi possiamo avere un parlamento dove la grandissima parte dei membri viene scelta a tavolino», ha aggiunto, rievocando anche la questione dei capilista bloccati sull’Italicum.

«Serve fare i conti con il libero convincimento di un numero di senatori con i quali bisogna discutere e trovare una soluzione. Non mi risultano tentativi di mediazione», ha continuato l’ex segretario, critico sulla gestione del partito da parte dei vertici renziani.

RIFORME, DISSIDENTI DEM CONFERMANO EMENDAMENTI –

In attesa della riunione dem dei senatori, alla presenza del premier, la minoranza Pd non sembra avere alcuna intenzione di voler ritirare le richieste di modifica: «Sentiremo che cosa ci dirà Renzi. La nostra posizione sulle riforme è nota, gli emendamenti presentati al ddl Boschi restano». A partire da quello centrale, l’articolo 2 sull’elettività.

foto ANSA/ANGELO CARCONI

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