Calciomercato, l’Alieno e le cose dell’altro mondo pallonaro

01/09/2015 di Maghdi Abo Abia

L’alieno può essere ovunque, si sdoppia, è ubiquo, resiste alle leggi della fisica. Solo una cosa è in grado di placarlo, la sete di conoscenza, la voglia di scoprire la società umana.

Per questo ho scelto di atterrare a Milano per seguire da vicino le ultime ore del calciomercato 2015/2016. Volevo capire cosa si nasconde dietro uno dei principali momenti dell’industria del pallone italiano, con la sola Serie A che vale 2,29 miliardi di euro. Volevo vedere facce, sentire voci, vivere l’ebbrezza della scadenza con la consapevolezza che il circo riparte il prossimo primo gennaio per concludersi il 31 dello stesso mese. Per intenderci, tra 122 giorni. Manco stessimo parlando di anni luce, e fidatevi che di queste cose me ne intendo.

Calciomercato: l'alieno all'Atahotel, tra speranze ed illusioni

Una volta arrivato e ritirato l’accredito, mi sono fatto un giro per vedere come va. Ci sono le televisioni con gli studi. Oh guarda, gli esperti di calciomercato! Quante cose sapranno, chissà quante telefonate, quante voci, quanti sussurri! Eder all’Inter, ok è fatta figurati se Ferrero non lo cede a nove milioni ad Ausilio. Eppure leggo le dichiarazioni sui social e mi chiedo: Ah ha detto no? Ma figurati e tu a quello ascolti? Il Milan ormai è vicino a Soriano. Ferrero deve vendere e Mihajlovic stravede per il giocatore. Ed anche qui, torno sui social: Ah Galliani vuole Witsel? Convinto proprio? Ma perché? E dici che Silvio non vuole? Informazioni contraddittorie, ok. Del resto c’è gente, può succedere qualche svista.

Del resto questa è la casa del calciomercato, no? No. Aspetta. Galliani scappa da Casa Milan e va a Expo all’assemblea di Lega (ma proprio oggi?) per incontrare Lotito. Vabbè ma c’è la Sampdoria che…no, ok. Ferrero è al Gallia dove si sta incontrando con Giuntoli del Napoli. Al Gallia. D’accordo ma poi tutti torneranno all’Atahotel, le porte che si chiudono alle 23…no. I contratti possono essere mandati anche via Pec, basta che si rispetti il limite tassativo delle 23.

Ok. Mi guardo intorno. Quanti ragazzi, quanti giovani. Giornalisti? Procuratori? Ma che ci fanno qua? E sono qui a che titolo? Mi pongo queste domande mentre entro in Sala Stampa. Come essere all’Università, ma con qualche anno di più (cosa credete, di avere l’esclusiva sulle Università? Ce le abbiamo anche noi, dai!). Si sentono accenti di tutti i tipi. Napoletani, tanti, fiorentini, romani, veneti, qualche siculo (pochi, si vede che Zamparini non tira molto e che la querelle Catania ha lasciato i suoi strascichi). E senti che notizie!

La migliore arriva da un vostro giornalista terrestre, esperto di calciomercato, che in diretta televisiva aveva parlato di un trasferimento saltato per colpa di una storia di gelosie tra lui e la fidanzata della stella della squadra che avrebbe posto il veto. Infatti dopo un’ora arriva la conferma del trasferimento, con buona pace della baggianata che in pochi minuti ha fatto il giro della sala stampa e della rete. Senza una verifica, senza una telefonata. Tutti a scrivere giusto perché l’aveva detto questo tizio, smentito poi dai fatti. E quando ho fatto notare agli stessi che l’affare era andato in porto hanno nicchiato, fatto finta di niente, e non mi hanno più parlato.

Allora mi sono chiesto davvero chi fossero le persone che seguivano il calciomercato. Ma poi ho mollato il colpo, un po’ sconsolato, per andare a vedere che succedeva in giro. Ho incontrato un Campione del Mondo 2006 che parlava al telefono, un allenatore che si aggirava per i corridoi, un portiere ex Milan e Manchester United molto indaffarato nei suoi affari sportivi. E tanti giornalisti. Troppi. Vabbè, vado a prendere un caffè. Due euro. Bene. Ora capisco perché i ragazzi dietro di me sibilavano in precedenza “ma un posto dove prendere un caffè senza farsi derubare?”.

Vabbè. Dai tra un frizzo ed un lazzo siamo agli ultimi minuti. Hernanes firma con la Juventus, fa le visite mediche e sorride a 32 denti. Il Napoli è su Soriano ma c’è ancora il nodo dei diritti d’immagine, il Milan chiude il mercato ma non ci crede nessuno, l’Inter è su Ljajic. Fuori intanto si accalcano decine di minorenni con telefoni alla mano che chiamano a gran voce alcuni volti noti della tv italiana di genere mentre all’esterno un’altra giornalista istruiva un gruppo di passanti a fare scenette in diretta tv, una volta aperto il collegamento.

Ore 23! Finita la festa. Alcuni dirigenti si accalcano all’ingresso, le modelle che devono chiudere la porta fanno fatica, qualcuno ha sfondato un magnete. Tutto finito. Ljajic è dell’Inter, Soriano resta alla Sampdoria per un errore tecnico. E dico io, buon per De Laurentiis, che 13 milioni più Zuniga per Soriano quando giochi ad una punta ed ha già mezza squadra composta da mezze ali è un furto, infatti Ferrero ci resta male. E la cosa migliore della giornata sono le grida un giornalista anziano che una volta scoperto l’epilogo del caso Soriano grida:

Tre mesi di lavoro, ci si riduce all’ultima giornata e finisce così? CIALTRONI!

mentre i colleghi partenopei, circa una ventina, dopo una serie di collegamenti con gli smartphone restano increduli davanti a quanto successo, quasi inebetiti.

Ok, me ne vado e come esco dalla sala vengo accerchiato da orde di minorenni che mi chiedono speranzosi: “Allora Soriano va al Napoli?”. Io rispondo con un laconico “No”. “Allora salta tutto!”. “Si”. E me ne vado. Mi hanno accerchiato solo perché mi ero dimenticato di togliermi il badge. Levato questo torno ad essere un alieno come gli altri. E vado via con un retrogusto amaro. Ho visto decine di capannelli in questa giornata di procuratori, giornalisti, ragazzi, gente che si scambiava il pass per entrare nella zona riservata (si, è successo anche questo), maneggioni di varia natura. Per niente. Era già tutto deciso dalle 18.

Allora perché? Forse molti dei presenti speravano di raccogliere la briciola dal tavolo, di trovare lo scoop, di sentirsi parte anche solo di un secondo di un mondo, quello del calcio, tanto splendente quanto confuso. Sembrava di essere al mercato del bestiame, solo che qua i vaccari erano troppi rispetto ai bovini. Una volta ne ho visto uno sulla terra. E la sensazione era che fosse molto molto simile. Facciamo che me ne vado, tanto tornerò il 31 gennaio e vedremo se sarà cambiato qualcosa

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