Lavoro, il pasticciaccio sul numero dei posti fissi

27/08/2015 di Redazione

Altro che aumenti incoraggianti dei contratti stabili, quel boom sbandierato era soltanto un errore. Conti sbagliati. A spiegarlo è il Messaggero, ricordando come, rispetto ai primi numeri diffusi sui contratti a tempo indeterminato stipulati nei primi sette mesi dall’anno, alla fine il saldo corretto risulta circa dimezzato. «Non sono 630.585 come comunicato in precedenza, ma 327.758. La cifra somma il saldo fra attivazioni e cessazioni (+117.498) e stabilizzazioni (210.260)». Una gaffe tutt’altro che irrilevante, anche perché sia Renzi che la maggioranza avevano esultato per i numeri considerandoli i primi effetti positivi della riforma del lavoro, tra quel Jobs Act rivendicato dal premier e la decontribuzione prevista per le nuove assunzioni.

LAVORO, LA GAFFE DEI NUMERI –

Si legge sul quotidiano romano come gli errori sui numeri non riguardano però soltanto il dato complessivo sul saldo:

«Pesante la correzione effettuata sulle cessazioni di contratti: secondo le tabelle corrette, nei primi sette mesi del 2015 le cessazioni sono state 4 milioni e 14.367 e non 2 milioni e 622.171 come precedentemente affermato. Sbagliati anche i dati sui contratti attivati nel complesso: 5 milioni e 150.539 contro i 4 milioni e 954.024 della prima tabella. Con i nuovi dati il saldo fra i nuovi contratti registrati e quelli cessati nei primi sette mesi del 2015 registra 1.136.172 contratti attivati in più. 
Come sono stati possibili tali errori? La nota non lo spiega e si limita a dire che, nella tabella che dava conto delle attivazioni e cessazioni di contratti di lavoro di tutti i settori di attività, escluso il lavoro domestico e la pubblica amministrazione, c’è stato «purtroppo un errore nei calcoli relativi alle diverse componenti ha prodotto valori non esatti». I nuovi dati rendono anche di più facile lettura quelli relativi al solo mese di luglio (la cui tabella per ora non ha subìto correzioni) diffusi sempre l’altro giorno e che evidenziano, sì, un aumento delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato, ma senza impennate. A luglio, infatti, sono stati 137.826 i lavoratori che hanno ottenuto il sospirato “posto fisso” contro i 107.643 del luglio 2014. Facendo però il saldo tra attivazioni e cessazioni, il numero viene decisamente ridimensionato: 47 unità. Il quadro migliora se nelle assunzioni a tempo indeterminato si inglobano le stabilizzazioni dei precari: in questo caso il saldo sale a 27.375», si spiega.

 

Non è stata l’unica macchia nella giornata di Poletti. Poco prima della diffusione dei dati reali, c’era stato anche l’annuncio del via libera degli ultimi 4 decreti attuativi del Jobs act nel cdm di oggi. Poi la retromarcia. 

foto Ansa / Mauro Bazzi

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